La direzione è sempre favorire il distanziamento sociale. Ma gli spazi si restringono di molto e, di conseguenza, il taglio dei coperti sarà meno corposo (per quanto resti notevole). Rispetto alle linee guida dell’Inail e dell’Iss, le misure sono quindi meno restrittive. Eccole.
Prenotazioni e ingressi
Gli esercizi con posti a sedere devono “privilegiare” l’accesso tramite prenotazione. Non si tratta quindi di un obbligo. In ogni caso, non possono essere presenti all’interno del locale più clienti di quanti siano i posti a sedere. I ristoratori dovranno mantenere l’elenco dei clienti per 14 giorni. Una misura che potrebbe tornare utile per ricostruire il tracciato di eventuali contagi. Negli esercizi che non dispongono di posti a sedere, la prenotazione non può essere utilizzata come strumento per evitare le congestioni. Va quindi consentito “l’ingresso ad un numero limitato di clienti per volta, in modo da assicurare il mantenimento di almeno un metro di separazione”.
Spazi tra i tavoli
I tavoli devono essere disposti in modo che le sedute “garantiscano il distanziamento interpersonale di almeno un metro di separazione tra i clienti”. Non solo si riducono gli spazi previsti dalle linee guida dell’Inail. Si modificano i parametri di riferimento: erano infatti quattro metri quadri per cliente. Il metro obbligatorio non vale per “persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale”. La distanza minima potrà “essere ridotta solo ricorrendo a barriere fisiche tra i diversi tavoli”. Quindi plexiglass sì, ma solo come soluzione d’emergenza o per libera scelta dei ristoratori che preferiscano le barriere al taglio di alcuni coperti. La consumazione al banco è consentita solo se può essere assicurata la distanza interpersonale di almeno un metro. I buffet sono vietati. Devono essere “privilegiati” gli spazi esterni, come giardini e terrazze. In attesa di permessi comunali che permettano di apparecchiare in spazi pubblici senza pagare la Tosap. Anche all’aperto deve essere rispetto il distanziamento di almeno un metro.
Le mascherine per clienti e lavoratori
È necessario rendere disponibili prodotti igienizzanti per i clienti e per il personale. Nei ristoranti dovranno esserci un’informazione “adeguata”, in diverse lingue, sulle misure di prevenzione. Il personale di servizio a contatto con i clienti deve utilizzare la mascherina. La postazione dedicata alla cassa “può” (quindi non deve) essere dotata di barriere fisiche. In alternativa il personale deve indossare la mascherina e avere a disposizione gel igienizzante per le mani. Devono essere favorire modalità di pagamento elettroniche, possibilmente al tavolo. I clienti dovranno indossare la mascherina “tutte le volte che non si è seduti al tavolo”. Quindi all’ingresso, all’uscita ma anche per andare verso i servizi. I locali “potranno” (quindi non dovranno) rilevata la temperatura corporea e impedire l’accesso in caso superi i 37,5 gradi. Al termine di ogni servizio al tavolo deve essere compiuta la “disinfezione delle superfici, evitando il più possibile utensili e contenitori riutilizzabili se non igienizzanti”, come saliere e oliere.