Realizzare un’impresa didattica, cogestita dagli stessi studenti. E farlo subito. Questa la finalità del bando, annunciato nei giorni scorsi dalla Regione siciliana. L’invito per gli istituti tecnici dell’isola è quello di formare delle Associazioni temporanee di scopo (Ats) che includano un’azienda, un ente di formazione professionale ed altri istituti di istruzione secondaria di secondo grado, per dare agli studenti l’opportunità di creare delle nuove startup innovative. Sul piatto l’assessorato regionale all’Istruzione e alla formazione professionale mette 450 mila euro, fino a un massimo di 45 mila euro per ognuno, prevedendo quindi un minimo di dieci progetti. Ma la consegna delle domande, il 15 novembre, potrebbe essere troppo breve.
La dirigente scolastica: “Bella idea, ma poco tempo”
L’iniziativa sperimentale, annunciata con un comunicato della presidenza della Regione, ha infatti colto di sorpresa molti dirigenti scolastici, come conferma Santo Molino, membro del direttivo nazionale di Andis, associazione dei dirigenti scolastici. “C’è poco tempo – afferma Molino – e chiediamo alla Regione di spostare il termine almeno di trenta giorni, per consentire a tutti gli istituti di poter preparare i progetti e poter costituire le Ats necessarie”. Opinione condivisa anche da Pina Montella, dirigente dell’Istituto tecnico industriale Santislao Cannizzaro di Catania, uno dei maggiori della Sicilia. “La proposta ci interessa moltissimo, ma la data del 15 novembre è impossibile da rispettare. Troppo ravvicinata per avviare una partnership che porti alla definizione di un’Ats”. Un peccato, commenta la dirigente, “visto che la proposta si riferisce ad ambiti sui quali da anni il nostro istituto opera. Avviare gli studenti alla professione è un obiettivo che portiamo avanti con aziende locali e nazionali”. Non a caso Montella proprio in questi giorni si trova a Mirafiori, nello stabilimento Fca di Torino, per un progetto di partnership avviato tramite fondi europei. “Spero in una proroga, perché con solo dieci progetti finanziabili si rischia che istituti come il mio rimangano esclusi”, conclude.
Un progetto, un’Ats e un piano aziendale in pochi giorni
La proposta, definita dall’assessorato regionale come “un’esperienza di educazione imprenditoriale pratica e coinvolgente, lavorativa e formativa insieme”, prevede l’intervento sui settori come artigianato e manifattura, ma anche digitale, tessile e moda, turismo ed enogastronomia (ristoranti didattici, valorizzazione dei beni culturali, Ict e robotica, meccanica e meccatronica, orti didattici e trasformazione di prodotti agroalimentari). Gli istituti dovranno preparare un progetto che preveda l’adozione di un modello organizzativo che consenta una chiara definizione delle responsabilità strategiche d’impresa e della direzione operativa dei processi. Le startup dovranno essere basate su attività pratiche, permettendo agli studenti di svolgere la parte tecnico-professionale in assetto lavorativo, quindi all’interno di ambienti idonei all’attività dal punto di vista normativo per favorire l’apprendimento in situazione reale. Gli eventuali proventi delle startup avviate andranno a rifinanziare progetti per la didattica. Le proposte dovranno pervenire presso l’amministrazione regionale non oltre il 15 novembre 2019 e saranno accettate, previa valutazione della qualità e della coerenza progettuale, in ordine cronologico sino ad esaurimento delle risorse disponibili.