Il primo giorno di stop al Reddito di Cittadinanza (RdC) per una platea stimata di circa 169 mila famiglie su 896 mila beneficiarie “sta provocando, come era prevedibile, allarme e tensione nelle persone che dalle prossime settimane perderanno ogni sostegno al reddito”. Lo dice Gaetano Agliozzo, segretario regionale della Funzione pubblica (Fp) Cgil Sicilia. Il sindacato pone l’accento sulle criticità legate alla delicata fase della scadenza dei sette mesi prevista dalla normativa per il termine del RdC per tutti i nuclei percettori in cui non sia presente un minore, un over 60, un componente con disabilità o non sia già in carico ai servizi sociali.
“Messaggio Inps privo di chiare indicazioni”
“Il messaggio inviato da Inps nei giorni scorsi – afferma Agliozzo – è privo di chiare indicazioni di sorta, generando confusione e inducendo le persone a rivolgersi a tutti i servizi pubblici locali riconosciuti come interlocutori di prestazioni sociali (sportelli Inps, servizi sociali, centri per l’impiego) per avere informazioni e chiarimenti. Oltre ad essere una operazione di scaricabarile, messa in campo nei confronti di persone povere e fragili, dimostra un totale scollamento con la realtà rappresentata dai servizi sociali che dovrebbero – secondo la comunicazione governativa – prendere in carico queste persone. Il Governo, le Regioni e i Comuni (nella maggior parte dei casi) non hanno messo in atto nessun intervento adeguato ad affrontare la situazione che si è venuta a creare e che vedrà, nelle prossime settimane, un crescendo di popolazione in condizione di bisogno e in – legittima – ricerca di risposte. In questo contesto, sperando che, come richiesto da più parti a partire dalla nostra Organizzazione, il Governo Meloni si assuma la responsabilità dell’inaccettabile ritardo con cui non ha provveduto ad emanare le procedure per l’accesso alle nuove misure e decida una proroga del termine del RdC, è indispensabile che, di concerto con la Confederazione, si attivino tutti i confronti, con Regioni e i Comuni, necessari a mettere i servizi pubblici dei territori in condizione di dare risposte alle migliaia di persone che ad essi si stanno rivolgendo, a partire dal rafforzamento e potenziamento degli organici di Cpi e Servizi Sociali dei Distretti regionali e lo stanziamento delle risorse necessarie. In questa fase emergenziale può essere anche opportuno valutare tavoli di confronto nelle Prefetture dove Comuni, Centri per l’impiego, Inps e tutti i soggetti coinvolti a vario titolo, possano – conclude Gaetano Agliozzo – coordinare le iniziative di accoglienza degli utenti affinché si svolgano in piena sicurezza”.