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Sud, import in calo. Il Covid-19 spaventa gli autotrasportatori

Il trasporto merci comincia a tremare per il coronavirus. Assotir stima - 15 per cento del trasporto su nave dal Nord. Chi trasporta via terra prodotti freschi lotta contro la paura

Anche il mondo del trasporto merci comincia a tremare per l’espansione del virus Covid-19. La paura del contagio si è diffusa e i decrementi nelle importazioni dei prodotti legati al settore industriale, proprio a causa del blocco delle aziende del Nord, fanno già discutere. “Il lavoro si è ridotto”, afferma Pino Bulla, vicepresidente di Assotir che stima un calo del 15 per cento nell’import del settore, soprattutto per le merci che arrivano via nave. C’è anche un trasporto via terra che “in Sicilia riguarda soprattutto gli Atp, ovvero il trasporto refrigerato”. Un mondo composto per lo più da padroncini che lottano contro la paura di fare la spola da Nord a Sud per trasportare i prodotti. Intanto le associazioni di categoria chiedono aiuti mirati al governo.

Conto salato per gli industriali

La Sicilia non è certo isolata e quanto sta accadendo in questi giorni lo dimostra. Le aziende del Nord hanno difficoltà a causa delle restrizioni per la lotta al virus, e così anche la regione soffre. “Al momento a pagare il prezzo più alto sono gli industriali perché qui produciamo poco e importiamo tanto materiale dal Nord”, dice Bulla. Si parla di tutti quegli elementi che servono al funzionamento aziendale, dal piccolo chiodo al componente più sofisticato. La difficoltà di reperimento di questi materiali si traduce “in un calo del 15 per cento”, ribadisce Bulla. Una situazione di certo negativa ma che ancora non indica un tracollo. “Fin quando ci manteniamo su questi binari andiamo avanti. Speriamo però che il 15 per cento in meno non diventi il 30”.

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La paura degli autotrasportatori

Tra le cause della diminuzione dell’import c’è anche la paura: chi guida i Tir è in difficoltà. La paura di un possibile contagio colpisce soprattutto chi si occupa del trasporto refrigerato anche se, almeno per il momento, non ha portato a modifiche nella consegna dei prodotti. Il punto è che si tratta per lo più di autonomi, i cosiddetti padroncini, che in qualche modo sono costretti a partire per garantirsi lo stipendio. “In Sicilia si contano circa 250 addetti: circa il 70 per cento sono autonomi”. Il restante 30 per cento è composto da dipendenti. “Fin quando ci si fa coraggio si va avanti, ma non è detto che nelle prossime ore non ci sia un dietrofront”. Ciò che più garantisce sicurezza agli autotrasportatori, secondo Bulla, “è il fatto che viaggiano da soli e i contatti con le altre persone sono, in fondo, limitati”.

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A Nord trasportatori fermi

Se in Sicilia la situazione non è rosea, per i trasportatori delle zone più colpite d’Italia è a dir poco pessima. “Sono ferme del tutto o in parte”, spiega il segretario di Assotir, dopo averle contattate. Stanno subendo “con grossi danni per sé stessi e per i propri dipendenti”. Eppure secondo Donati non hanno perso “compostezza” e stanno affrontando “questo dramma” con “senso del dovere”. Non dice lo stesso di governo e media. “Passa, infatti, per gli schermi l’idea di un’Italia da macchietta, cialtrona, sguaiatamente estrema, ed estremamente fragile allo stesso tempo, con dentro tutti i suoi figuranti: governo, politici, scienziati, luminari, opinionisti”.

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Mercati all’ingrosso, meno 30 per cento

Se il trasporto dei prodotti freschi non ha ancora subito un duro colpo non si può dire lo stesso per i mercati all’ingrosso di prodotti ortofrutticoli. Fedeagromercati denuncia infatti una riduzione nelle forniture all’ingrosso del 30 per cento, che potrebbe arrivare anche al 50 per cento nei prossimi giorni. La causa sono le “forti ripercussioni del turismo su ristoranti, mense scolastiche, pubblici esercizi e mercati rionali”. Difficoltà che per l’associazione si aggiungono alle precedenti “di una sovrapproduzione dovuta dal caldo inusuale e ad un conseguente drastico abbassamento dei prezzi dei prodotti”.

Le proposte di Cna

La situazione è difficile e lo è per tutti. Non solo per il trasporto merci. Ecco perché Cna, Confederazione nazionale dell’artigianato e della piccola e media impresa, chiede “l’estensione delle misure sospensive previste per le imprese insistenti nei Comuni della “zona rossa” a tutte le imprese di questi settori”. Non solo. Al fine di fare riprendere l’economia sostengono la necessità di “disboscare la giungla burocratica che ostacola lo svolgimento dell’attività di impresa, garantire l’erogazione di credito alle imprese, ripristinando la lettera “R” della riforma Bassanini (ovvero la possibilità per le Regioni di limitare l’accesso al Fondo di garanzia ai soli confidi che supportano le piccole imprese nel rapporto con le banche), ripristinare il superammortamento al 150 per cento per l’acquisto dei beni immateriali e materiali, compresi i mezzi di trasporto, e sospendere l’utilizzo degli Isa per il 2020, in considerazione dell’impatto dei prevedibili effetti negativi che la crisi avrà sui bilanci delle imprese”. Ai sindaci chiedono invece “misure eccezionali” ovvero rinvii e riduzione di tariffa sia in materia di Tari, che di Cosap.

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Desirée Miranda
Desirée Miranda
Nata a Palermo, sono cresciuta a Catania dove vivo da oltre trent'anni. Qui mi sono laureata in Scienze per la comunicazione internazionale. Mi piace raccontare la città e la Sicilia ed è anche per questo che ho deciso di fare la giornalista. In oltre dieci anni di attività ho scritto per la carta stampata, il web e la radio. Se volete farmi felice datemi un dolcino alla ricotta

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