Una norma “iniqua”, che “cambia le regole dall’oggi al domani, e non ferma le eventuali truffe”. Rosario Fresta, presidente dell’Associazione dei costruttori edili Ance Catania, si unisce al coro di proteste contro i cambiamenti al superbonus edilizio 110% introdotte dal decreto Sostegni ter, ovvero la possibilità di un’unica cessione del credito. Da quando il sistema di incentivi per la riqualificazione energetica e sismica degli edifici è stato introdotto, infatti, la possibilità di poter cedere il credito è stata senza limiti, con la possibilità teorica di infiniti passaggi. Una situazione che, con decine di migliaia di cantieri in corso nella sola Sicilia, crea difficoltà non solo alle aziende edili, che devono anticipare le somme necessarie fino al 30 per cento prima di avere un pagamento, ma anche agli stessi tecnici, come sottolineato nelle scorsi giorni dagli ordini degli architetti, degli ingegneri catanesi, ma anche dai commercialisti siciliani. Con il rischio più che concreto di dover fermare i cantieri.
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“Torna la cessione multipla ma con controllo Bankitalia”
“La nostra associazione ha ribadito con forza e veemenza il ‘no’ a questo provvedimento”, spiega Fresta. Proteste che sembrano aver sortito un effetto sul Governo nazionale, “pronto, secondo le notizie che ci giungono, a reintrodurre la cessione multipla”. A cambiare sarà però la natura dei soggetti: se oggi il credito era cedibile “anche a una piccola impresa creata da poco, con la possibilità di passaggi infiniti come scatole cinesi per far perdere le tracce”, spiega il presidente di Ance Catania, si dovrebbe passare a un sistema “con cessione possibile solo a soggetti controllati dalla Banca d’Italia, come avviene per la partecipazione alle opere pubbliche, e come previsto dall’articolo 106 del testo unico bancario”.
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I rischi di un mercato troppo aperto
Una novità ben vista dai costruttori Ance, quindi, anche perché contrasta il rischio di “un mercato troppo aperto, dove possono operare anche imprese srls appena costituite, con un capitale sociale di mille euro. E’ chiaro con una azienda strutturata e storica si corrono meno rischi di non eseguire i lavori”, spiega Fresta. Anche perché “le truffe sul Superbonus, finora, sono sempre state a monte, ovvero con lavori mai eseguiti con fatture false a giustificarli”.
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La carenza di personale qualificato
Il problema principale del Superbonus resta quindi pratico. A fronte di una “norma che può permettere una vera rigenerazione urbana nelle nostre città”, l’aumento del carico di lavoro per le imprese si è manifestato con l’assenza non solo di materie prime, rincarate in questi mesi per la grande e improvvisa richiesta unita alle conseguenze della pandemia da Covid, ma soprattutto “l’assenza di personale qualificato”, spiega Fresta. “Le imprese oggi non riescono ad assumere altri impegni perché hanno già molti cantieri in pancia. Come Ance stiamo investendo tanto sulle nostre scuole edili, dove abbiamo avviato anche corsi con immigrati per formare nuove maestranze”, spiega il presidente di Ance Catania, riferendosi allo storico accordo con comunità di Sant’Egidio. E, conclude Fresta, “personalmente la mia azienda ha dovuto dire tanti no a nuovi cantieri”.