Cisl Sicilia
Per arrestare il declino del Sud e della Sicilia il piano per il Mezzogiorno annunciato dal governo Conte bis è “una condizione necessaria ma non sufficiente”. Serve, parallelamente, che la Regione “acceleri sul piano degli investimenti sviluppando il welfare sociale e l’economia circolare. Occorre dare qualità alla vita e al lavoro e fermare l’esodo ininterrotto dei giovani che se ne vanno, in tanti con una laurea in tasca”. Così la Cisl Sicilia commentando i dati del Rapporto Svimez 2019 presentato a Roma. “È per questo – spiega Sebastiano Cappuccio, segretario generale regionale – che al governo Musumeci e a quello Conte qualche giorno fa abbiamo proposto un accordo con le parti sociali che fissasse le coordinate di politiche da sviluppare su un duplice binario“.
La prospettiva Cisl, puntualizza il segretario, riguarda interventi, da una parte sui temi della conciliazione vita privata-lavoro, per maggiori chance delle donne nella società, per migliorare la rete dei servizi sociali a famiglie, bambini, anziani, immigrati. Dall’altra, misure sul fronte dell’occupazione giovanile specialmente, delle infrastrutture, della semplificazione burocratica e amministrativa, della spesa dei fondi Ue, della legalità e del contrasto al lavoro nero. “Pensiamo – sottolinea Cappuccio – a un duplice accordo che porti con sé un piano straordinario di politiche e interventi regionali e nazionali, con una tabella di marcia concordata nelle grandi linee. Lo abbiamo detto e ripetuto in questi mesi”. Per la Cisl, insomma, serve un piano per la Sicilia che affianchi e integri l’intervento annunciato dal governo Conte bis.
Ugl
“Il filo conduttore del rapporto è la “debolezza”: demografica; occupazionale, soprattutto nella componente femminile; sociale; nella crescita; di infrastrutture; delle risorse nazionali della coesione; dell’efficacia della spesa dei fondi comunitari. Ormai la questione meridionale deve essere affrontata come una questione nazionale e con strumenti straordinari come, ad esempio, una nuova Cassa per il Mezzogiorno 4.0. Occorre una forte politica di rilancio dello sviluppo del Sud, in grado di riequilibrare le differenze territoriali, partendo dall’applicazione puntuale della clausola del 34% della spesa ordinaria per investimenti nel Sud e dalla necessità di spendere presto e bene le risorse dei fondi comunitari”, dichiara Ivana Veronese segretaria confederale Uil.
Non bastano i proclami o le belle intenzioni, bisogna passare dalle parole ai fatti e concentrare le risorse su pochi obiettivi: infrastrutture sociali e per la mobilità; l’internazionalizzazione delle imprese unitamente alla loro crescita dimensionale, patrimoniale e innovativa; il rafforzamento della pubblica amministrazione anche attraverso un piano straordinario di assunzioni. La Legge di Bilancio traccia alcune di queste proposte e auspichiamo che altre possano trovare spazio nell’annunciato “Piano per il Sud”. Per noi, si tratta di fare un piano con un’anima politica e sociale, contenente proposte concrete e operative di breve e medio periodo per il rilancio dell’economia del Mezzogiorno, in grado di produrre nuova e buona occupazione a partire da giovani e donne.
Cgil Sicilia
“Il report Svimez sull’economia del meridione conferma drammaticamente non solo la crisi di questa parte del Paese ma anche l’inadeguatezza e l’inefficacia delle misure messe in campo finora dallo Stato. Come Cgil lo sosteniamo da tempo e siamo impegnati a costruire un piano per lo sviluppo della Sicilia e per il lavoro, che intendiamo proporre alle istituzioni nazionali e regionali augurandoci che il piano straordinario per il Mezzogiorno possa vedere al più presto la luce”. Lo dice il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino sottolineando che “ una inversione di rotta soprattutto sul fronte degli investimenti produttivi non può essere rinviata. Ci auguriamo – prosegue- che la classe dirigente siciliana abbia un sussulto di orgoglio e faccia in pieno la propria parte per quello che le compete e nelle relazioni con il governo nazionale, che ci auguriamo si renda una buona volta conto della drammatica condizione del Mezzogiorno”. La Cgil annuncia che nelle prossime settimane lancerà i “Laboratori per il lavoro”, “finalizzati- spiega Mannino- alla costruzione di un piano condiviso per il lavoro e lo sviluppo”.
Il sindacato terrà alcuni appuntamenti di dibattito e confronto con esperti, rappresentanti delle istituzioni e delle parti sociali per riflettere, in prima battuta su industria, infrastrutture e politiche sociali. “Sono tre grandi temi- afferma Mannino- sui quali occorre costruire una proposta valida prevedendo tempi di realizzazione e verifica degli obiettivi. Come la stessa Svimez rileva puntare sull’economia verde, sul potenziamento delle infrastrutture e sui diritti di cittadinanza attraverso le politiche sociali è oggi fondamentale. Ma è chiaro – rileva- che senza investimenti produttivi non si va da nessuna parte e il dato rilevato dalla Svimez sulla diminuzione degli investimenti per Mezzogiorno è in questo quadro sconcertante”. Il segretario della Cgil sottolinea l’importanza di interventi che contrastino lo spopolamento delle aree interne. “Ci auguriamo – aggiunge- che l’esortazione implicita della Svimez a misurarsi con il riequilibrio territoriale sui piani dell’economia, del lavoro, dello stato sociale e dei servizi, non resti lettera morta, cominciando col rilanciare il ruolo dell’agenzia della coesione territoriale che l’ultimo governo ha depotenziato”.