Istituire un tavolo permanente di crisi “che elabori delle proposte per cercare di sostenere il sistema economico e il lavoro in questa fase di profonda crisi”. È quanto deciso in una riunione tra sindacati e governo regionale (giovedì 12 marzo) a proposito della situazione di tutti i lavoratori siciliani. Ammortizzatori, turismo, salute e sicurezza, emergenza sanitaria i quattro i punti cardine da discutere e che comunque vanno applicati subito. C’è molta preoccupazione tra i dipendenti delle fabbriche così come dei call center, ma salvo ulteriori strette da parte del governo nazionale rimarranno aperti. Vanno però rispettate delle regole sanitarie. L’obiettivo è limitare al massimo la possibilità di diffusione del contagio da coronavirus, ma anche per evitare gli scioperi annunciati dai sindacati preoccupati che non fossero rispettate. Sicindustria ritiene che in questo periodo le fabbriche siano “probabilmente il posto più sicuro perché hanno adottato, sin da subito, misure di prevenzione per la tutela della salute”. Per questo le aziende siciliane “hanno la volontà di mantenere attivi i processi produttivi”.
Le fabbriche non si fermano
Sindacati e governo hanno concordato le linee guida da fornire alle imprese e ai delegati dei settori industria ed edilizia. “Si tratta di linee di comportamento, sulle disposizioni di sicurezza da attivare come la sanificazione giornaliera ad opera dell’azienda. Vanno utilizzati i dispositivi di protezione individuale come mascherine e guanti e di ridurre al minimo l’orario di lavoro come le squadre. Non possono essere formate da più di due o tre persone” dice Mannino. È necessaria la sicurezza nei luoghi di lavoro, ma anche, come afferma il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese, “il mantenimento dell’operatività delle imprese industriali”. Serve “per tutelare il sistema economico nazionale e con esso quello regionale”. Oltre la salute Albanese considera “importante dare continuità alla libera circolazione delle merci al fine di riuscire a mantenere attive le imprese. Non solo per garantire la produttività, ma anche per dare un forte segnale di capacità produttiva nei confronti dei mercati”.
Protezione nei call center
Anche i lavoratori dei call center sono preoccupati. I sindacati lamentano il non avere applicato il lavoro a distanza, “nonostante questo fosse possibile” quindi durante la riunione con il governo regionale hanno chiesto “l’adozione di linee guida anche per i call center”. “Non sono ancora pronte, ne discuteremo martedì alle 10 in un’altra riunione, ma avranno più o meno le stesse caratteristiche delle altre”. Cgil, in generale, ha chiesto inoltre “che le misure a sostegno delle aziende siano legate alle buone pratiche, a partire dal rispetto delle norme e delle regole sulla sicurezza. E che si evitino del tutto i licenziamenti”.
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Le richieste regionali al governo nazionale
Dal canto suo, il governo della Regione Siciliana, ha dato via libera all’assunzione dei personale medico e paramedico nelle aziende sanitarie e ha comunicato ai sindacati di una serie di richieste al governo nazionale. Si tratta del rinvio del pagamento delle tasse; la moratoria sui mutui; i mutui agevolati; l’addendum sui crediti in sofferenza; la sospensione dei pagamenti; trattamenti speciali di integrazione salariale indennità per le partire Iva; l’utilizzo delle risorse residue degli ammortizzatori sociali. Richieste a cui, dal sindacato, aggiungono che “si privilegino innanzitutto i lavoratori stagionali del turismo e dell’agricoltura”. Non solo. Vogliono che al tavolo sugli ammortizzatori sociali sia presente anche l’Inps perché “fondamentale per snellire i passaggi amministrativi”. Per quanto riguarda le somme residue dei programmi operativi dei Fondi Ue, “si è convenuto sulla necessità di utilizzarle per affrontare gli effetti del Coronavirus sul mondo del lavoro.