Non solo polveri sottili nell’aria: i “nuovi” inquinanti per l’Ue. La Sicilia cerca poco

Non solopolveri sottili (PM2.5 e PM10) e biossido d’azoto.La lista degli agenti inquinanti nell’aria potenzialmente nocivi per l’uomo è lunga. Tra gli altri, ammoniaca e idrogeno solforato,black carboneparticelle ultrafini. I controlli potrebbero diventare più stringenti con le nuove regole europee. “Nella proposta dellaCommissione Europeaper la nuovaDirettiva sulla qualità dell’ariasono presenti indicazioni circa il monitoraggio, da parte degli Stati membri, di ulteriori parametri”. È quanto si legge nell’ultimoRapporto sulla qualità dell’aria di Ispra,Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Alcune regioni, si legge nel documento, hanno cominciato a portarsi avanti. “Già da diversi anni alcuneagenzie regionali per l’ambientehanno esteso la propria rete di qualità dell’aria sia con singolecampagne di misura, sia attraverso la realizzazione distazioni fissededicate”. La Sicilia monitora alcuni inquinanti presenti nell’aria, come ammoniaca e idrogeno solforato, mentre sublack carbone particelle ultrafininon si muove foglia. Leggi anche –Aria inquinata: in Sicilia, tutto in regola. Basta alzare l’asticella Anche se lanormativa attualmente in vigorenon prevede alcun limite, si legge nella relazione, “l’Oms ha definito unlivello critico per l’esposizione della popolazionegenerale all’ammoniaca (NH3) pari a 270 µg/m3 (microgrammi per metro cubo) come media giornaliera”. Arpa Sicilia misura lapresenza della sostanzain tre stazioni,Biviere di Gela(Caltanissetta),Boccadifalco(Palermo) ediga Rubino(Trapani), ma i dati delle rilevazioni non sono ancorapubblicati sul sito istituzionale.L’ammoniaca, avverte Ispra, non è da sottovalutare. “La reazione con gli acidi presenti in atmosfera (in particolare acido nitrico e solforico) porta alla formazione disolfato d’ammonioe dinitrato d’ammonio,due componenti rilevanti del PM secondario”. Fuori dal linguaggio tecnico, può contribuire ad aumentare laconcentrazione di polveri sottili nell’aria.Le emissioni di NH3 derivano soprattutto “dall’agricoltura e dalle attività diallevamento zootecnico“, ma in misura minore contribuiscono anche “le attività di trattamento e smaltimento deirifiutie itrasporti“. Leggi anche –A Catania e Palermo il primato: hanno l’aria più inquinata dell’Isola Altri inquinanti nell’aria non previsti dalla legge attuale, ma cheArpa Siciliamonitora da tempo, sono legati all’idrogeno solforato (H2S).Il monitoraggio avviene dal 2013 nelle stazioni diAugusta, Belvedere, Melilli e Priolo,tutte nel siracusano, e gli ultimi dati non sono positivi. Secondo l’Agenzia lo scorso anno “si sono registrati diversisuperamenti della soglia,in particolare nella stazione di Priolo”. L’idrogeno solforato “è una sostanza dotata di un odore caratteristico, e per evitare ildisagio olfattivole concentrazioni non dovrebbero superare i 7 µg/m3″ ogni 30 minuti. Quanto allesoglie critiche per la salute,come detto non sono fissate dalla normativa in vigore. “In mancanza di riferimenti, ci si riferisce unicamente alvalore guida indicato dall’Oms,pari a una media giornaliera di 150 μg/m3″. Il gas si trova in natura “nelle aree geotermiche, vulcaniche e in sorgenti termali”, ma viene emesso anche “comesottoprodotto di raffinazione,produzione di carta, attività di conceria”. Il che spiega la sua massiccia presenza nell’area industriale di Siracusa. Leggi anche –Aria inquinata, le città uccidono. Italia peggiore in Ue per polveri sottili Sualtri agenti inquinantila Sicilia si dimostra meno attenta. È il caso delblack carbon,“particelle di carbonio con microstruttura simile a quella della grafite e aggregate in piccole sfere con diametro indicativamentecompreso tra 10 e 50 newton per metro“. Viene prodotto in diversi modi, ma soprattutto attraverso “la combustione incompleta di combustibili fossili e di biomasse”. I rischi per la salute sono rilevanti. “Può essere trasportatoattraverso le vie respiratorie e le membrane polmonarie può essere assorbito direttamente nel flusso sanguigno”. Anche l’ambiente ne risente. “I suoieffetti negativi sul climae sull’atmosfera derivano dal fatto che disperdendosi assorbe la radiazione solare. Inoltre, rispetto ai classicigas serra,agisce in un periodo molto più breve”. Benchénon obbligatori,i monitoraggi avvengono già in diverse regioni diNord(Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli Venezia-Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia-Romagna),Centro(Lazio, Toscana, Sardegna) eSud(Puglia), mentrenon risultano controlli in Sicilia. Leggi anche –Aria inquinata, in Sicilia otto stazioni oltre soglia. Ma si “gioca” sui limiti Il rapporto dell’Ispraaccende poi i riflettori sulleparticelle ultrafini,“con un diametro talmente ridotto che non apportano un contributo rilevante in termini diconcentrazione in massa(PM2,5 e PM10), fortemente legata al volume, mentre acquistano importanza se vengono considerate dal punto di vista numerico”. Anche in questo caso lanormativa vigentenon prevede interventi, ma l’impatto delleparticelle ultrasottiliè tale che, secondo i tecnici dell’Istituto, non può essere trascurato. “Essendo ormai noto come leparticellesvolgano un ruolo importante nellaregolazione del climae nella salute umana, e poiché la loro conoscenza ci permette sia di identificare le diverse sorgenti sia di determinare lapossibile deposizione a livello polmonare,risulta fondamentale l’informazione sulla loro distribuzione dimensionale e il loro numero”. A svolgere questi rilievi, al momento, sono soltantoEmilia-Romagna, Piemonte, Toscana e Lombardia.Anche in questo caso, non risulta che la Sicilia si sia attivata per unmonitoraggio di tali inquinanti.