Ambiente, in Italia sei estinzioni in pochi anni. Solo il 50% della fauna non rischia

Negli ultimi annisono state sei le estinzioni di animali avvenute in Italia,e hanno riguardato “due pesci,lo storione comune e quello ladano;tre uccelli:la gru, la quaglia tridattila, il gobbo rugginoso; eun mammifero,il pipistrello rinolofo di Blasius”.A scriverlo è Ispra,in occasione dellaGiornata mondiale della terra,che si celebra il 22 aprile. Secondo i tecnici dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, “labiodiversità italianaè seriamente minacciata e rischia di essere irrimediabilmente perduta”. Una crisi dovuta a vari fattori, tra cui “l’invasione di specie aliene invasive,leattività agricole,gliincendi,ilbracconaggio,icambiamenti climatici“, che rischiano di portare “alla distruzione degli habitat e alla loro frammentazione e degrado”. Anche inSiciliala situazione è grave. Legambiente denuncia iproblemi più urgenti per l’Isola,“il cambiamento climatico, la riduzione dell’inquinamento, la conservazione della biodiversità, la crisi idrica”, che impongono una riflessione “suigrandi temi ambientaliche riguardano lasalute del nostro pianeta“. Leggi anche –Riserve naturali in Sicilia, quante e quali sono. Tra burocrazia e poche risorse Ispra fa il punto sullasituazione dell’ecosistema italiano,citando i dati della“Lista rossa Iucn”,Unione mondiale per la conservazione della natura. “Lespecie minacciatedi estinzione sono 161 (138 terrestri e 23 marine), pari al 28% delle specie valutate”. Numeri impietosi, osservano i tecnici dell’Istituto. “Considerando che per il 12% delle speciei dati disponibili non sono sufficientia valutare ilrischio di estinzionee assumendo che il 28% di queste sia minacciato, si stima che complessivamente circa il 31% deivertebrati italianisia minacciato”. Il restante 69% non può essere considerato del tutto fuori pericolo. Secondo Ispra, infatti, “il 50% circa delle specie divertebrati italiani non è arischio di estinzione imminente“. Un disastro ecologico che ha l’uomo come primo responsabile, puntualizzano gli autori del rapporto. “Di tutte le estinzioni, il 75% è stato causato da uneccessivo sfruttamento delle specie(caccia, pesca, commercio illegale di piante e animali) o dalle attività agricole, dall’inquinamento e dall’introduzione dispecie aliene invasive“. Leggi anche –Foreste, Italia e Sicilia paradisi verdi colpiti da clima, smog e incendi. I dati Se l’Italia piange l’estinzione di diverse specie, il resto del mondo non ride. Secondo la“Lista rossa Iucn”,infatti, “1.199mammiferi(il 26% delle specie descritte), 1957 anfibi (41%), 1.373uccelli(13%) e 993insetti(0,5%) sono minacciati di estinzione”. Alcune categorie di animali, come per esempio legrandi scimmie,mostrano una particolare fragilità. “Un’indagine condotta in 16 Paesi, dall’America meridionale all’Indonesia, afferma che il 25% delle 625 specie di primati oggi conosciute è inpericolo di estinzione“. Malgrado ciò, ilpatrimonio di biodiversitàpresente sulla terra continua a essere vastissimo. “I biologi hanno descritto 1,3 milioni di specie animali. Tuttavia diversi studi riportano che il veronumero di animali viventi sul pianetapossa variare da due a 11 milioni”. Secondo Ispra “è possibile che ci siano ancora mammiferi sfuggiti all’osservazione degli zoologi“, e in generale il pianeta Terra “almeno per le forme viventi è per molti versi ancora uno sconosciuto”. Andando avanti così, tuttavia,si corrono rischi enormi. Leggi anche –Uccelli rapaci, mercato nero milionario in Sicilia. Lipu: rubati uova e pulcini A dirlo, ancora una volta, sono i numeri. “Ilritmo di estinzione delle specie,per cause umane, sta procedendo a un ritmo da 100 a 1000 volte più veloce di quello ‘naturale’, registrato inepoca pre-umana,e riguardabatteri, funghi, protisti, piante e animali“. Se questa tendenza non verrà invertita, avvertono gli esperti, è probabile che avvenga “unnuovo evento di estinzione di massanella storia della Terra, il sesto dopo di quello che ha portato 65 milioni di anni fa allascomparsa dei dinosauri“. Ispra cita alcuni studi recenti, secondo cui esistono “prove consolidate che indicano undeclino irrevocabile e continuo della diversità genetica,delle specie e degli ecosistemi, a livello locale e globale”. Ciò non vuol dire che non si possa fare nulla per mitigare il danno. “L’inazione, nel breve e nel lungo periodo imporràcosti molto più elevati,come dimostrato da molti casi di studio, quali la diffusione di specie invasive e il consumo di suolo”. Le estinzioni di nuove specie, in particolare, “avrannocosti incommensurabili per le generazioni future“.