“Il 5% degli italiani possiede il 46% della ricchezza”. I dati di Banca d’Italia
In Italia i ricchi hanno sempre di più: “Il cinque per cento delle famiglie italiane più ricche possiede circa il 46 per cento della ricchezza netta totale“. Lo scrive laBanca d’Italianellestatistiche dei conti distributivi sulla ricchezzadiffuse oggi, 8 gennaio. L’analisi,condotta in tutta Europadalla Banca Centrale europea (BCE) e relativa al2022, evidenzia come in Italia la concentrazione della ricchezza sia inferiore a quella media dell’area dell’euro. Lo stesso accade in Francia, mentre è maggiore in Germania (il 5 per cento possiede il 48 per cento della ricchezza). Ledisuguaglianzetra le varie parti della popolazionesono costanti dal 2017, ma sesi allarga il confronto fino al 2010, si evidenziano maggiormente le diseguaglianze all’interno del Bel Paese. L’unico patrimonioper chi è meno ricco è quasi sempre lacasa di abitazione, i cui valori medi sono peraltro scesi dal 2010. Eil 17 per cento, che non possiede una casa, può contare solo sui risparmi: i depositi “sono l’unica componente rilevante di ricchezza finanziaria”. Metà della ricchezza degli italiani è rappresentata dalle abitazioni, e questovale soprattutto per le famiglie meno ricche, che hanno principalmente abitazioni e depositi. Laricchezza “mediana”è per questa fascia di popolazione dicirca 60 mila euro, dovuta in gran parte all’immobile di proprietà. Le abitazioni “raggiungono i tre quarti della ricchezza per le famiglie sotto la mediana”, mentre “si attestano poco sotto il 70 per cento per quelle della classe centrale”, per la quale la ricchezza medianasale a oltre 300 mila euro. Le abitazioni rappresentano invece poco più di un terzo della ricchezza delle persone appartenenti alla classe più ricca, il cui patrimonio “mediano” in Italia è dicirca 2,2 milioni di euro. La composizione del portafoglio delle famiglie per classe di ricchezza ha “subitosignificative variazioni fra il 2010 e il 2022. In un periodo caratterizzato da unagenerale flessione dei prezzi degli immobili, il peso delle abitazioni èsceso dal 55,8 al 50,2 per centoa livello aggregato”. Nonostante il minor valore delle case, gli italiani più poveri hanno visto aumentare il peso delle abitazioni nel proprio patrimonio “di quattro punti percentuali”, spiega Banca D’Italia. Segno di un più generale impoverimento. L’analisi evidenzia che, negli ultimi anni,poco è cambiato nelle distribuzione della ricchezza. “I principali indici di disuguaglianza sonorimasti sostanzialmente stabili tra il 2017 e il 2022, dopo essere aumentati tra il 2010 e il 2016″, scrive la Banca d’Italia. Secondo le statistiche dei conti distributivi, le famiglie più ricche diversificano maggiormente, “detenendo anche quote significative di azioni, partecipazioni e attività reali destinate alla produzione e di altri strumenti finanziari complessi”. In media,per le famiglie abbientiitalianeun terzo della ricchezzaè rappresentato da capitale di rischio legato alla produzione (azioni, partecipazioni e attività reali destinate alla produzione) e un quinto da fondi comuni di investimento e polizze assicurative. In tutto il periodo analizzato, leazioni e altre partecipazioni detenute della classe più riccarappresentano oltreil 95 per cento del totale, con un massimo di quasi il 98 per cento attorno al 2016. Sul fronte delle passività, invece, le famiglie sotto la mediana pesavano nel 2022 per quasi un terzo del totale, all’incirca quanto quelle della classe centrale. “Nel2010– spiega Banca D’Italia –circa la metà del patrimonio abitativo era detenuta dalla classe centrale; nel2022tale percentuale erascesa al 45 per cento, soprattutto a vantaggio del decimo più ricco; la quota di abitazioni posseduta dalle famiglie sotto la mediana è rimasta stabile neltempo attorno al 14 per cento. I depositi sonoaumentati di circa il 40 per cento tra il 2010 e il 2022,soprattutto per le famiglie appartenenti al decimo più ricco, la cui quota è salita di sei punti percentuali, raggiungendo la metà del totale; si è invece ridotta in maniera sensibile la quota di depositi detenuta dalle famiglie sotto la mediana”. La Banca centrale fornisce anche unquadro aggregato della composizione della ricchezza, diviso in tre fasce. Per le famiglie tra 0 e 50esimo percentile, nel 2010 l’abitazione rappresentava il 70 per cento del patrimonio, quota salita al 74,6 nel 2022. Una tendenza opposta per la classe “media”, tra il 50esimo e il 90 esimo percentile, che vede la quota “abitazioni” scendere dal 71,2 al 67,5 per cento del proprio patrimonio, e soprattutto per la classe più ricca (dal 90esimo percentile), per cui le proprietà immobiliari rappresentano a fine 2022 il 50,2 per cento del patrimonio: era oltre il 55 nel 2010.