L’autonomia differenziata penalizza le donne, non solo tutto il Sud. Il manifesto

L’autonomia differenziata penalizza le donne, non solo tutto il Sud. Il manifesto

L’autonomia differenziata contro le donne del Sud. Anche per questo continua laraccolta firme per il referendum abrogativo. Raccolta che, fa sapere il comitato promotore, solo inSiciliaha già raccoltooltre 100 mila adesioni. “Un risultato imponente che dimostra che la Sicilia è schierata senza se e senza ma contro questoprogettoe che sconfessa la presa di posizione del governo regionale con il suo presidenteSchifania sostegno di questa legge che penalizza l’intero paese e in maniera particolare le aree più deboli come la Sicilia”. E a proposito di popolazione debole saranno ledonne, già soggetti poco tutelati in Italia, a soffrire di più per il nuovo assetto autonomista. Proprio a loro, secondo Cgil che ha presentato un manifesto in proposito, saranno negati di più (ancora di più) i propri diritti. Il colpo aidirittidelle donne a alla loro possibilità dicarrieraeautonomiadell’autonomia differenziata sarabbe consequenziale al colpo alle regioni delSud. Per Cgil, con l’autonomia differenziata si nega “alla Sicilia tutta, possibilità di sviluppo e di nuova occupazione, riducendo le risorse per servizi essenziali, a partire da sanità e scuola”. Per questo “non consentirà il superamento di queigapche vedono ancora le donne sicilianecon bassi tassi di occupazione, più soggette a lavoro precario e basso reddito, non destinatarie di assistenza sanitaria adeguata e di genere“. Peggio stanno lezone interne, come ricorda il segretario della Cgil di Enna, Antonio Malaguarnera. “Soffrono di isolamento, carenza di servizi e di lavoro, che causano spopolamento, difficoltà destinate ad aumentare con l’autonomia differenziata”. Leggi anche –Autonomia differenziata per tutti, ok del Senato. Il testo passa alla Camera La Cgil, ricorda nel documento delle donne che “la Sicilia è stata bocciata suiLea”. Inoltre che si scontano ritardi sullacopertura vaccinaledei bambini, negliscreeningoncologici, nella capacità di intervenire entro 48 ore per una frattura, nel servizio diemergenza-urgenza, nelle condizioni delleRsaper anziani non autosufficienti. Tra i divari territoriali anche quello sugliasili nido. A fronte di Lep del 33% al 2027 e 45% al 2030, in Sicilia per asili e servizi integrativi siamo al 12% ( Emilia Romagna al 41%). Leggi anche –Cgil Sicilia in piazza contro l’autonomia differenziata e per la sanità pubblica Il tempo pieno ascuola, inoltre, riguarda solo l’11,2% degli alunni di scuola primaria a fronte dell’81,30% dipovertà economica. Per approdare al lavoro: in Sicilia il tasso didisoccupazione femminile è pari al 31,2%, e quello nella fascia d’età 15/24 anni è del 48,7%. Il 58,5% deicontrattidelle donne è a termine, una percentuale anche superiore a quella deigiovani, tra i quali il lavoro quando c’è è in larga misura precario. Per quanto riguarda lamaternità, dalle donne della Cgil Sicilia viene un secco No “a tutte le forme di retorica, servono piuttosto interventi. Tutti quegli interventi di riequilibrio territoriale, di rilancio della Sicilia e del Mezzogiorno, che l’autonomia differenziata nega a priori”. Leggi anche –Salute, Sicilia bocciata in prevenzione e assitenza. Lea positivi per gli ospedali In questi anni sono stati tagliati ipunti nascitache registravano meno di 500 nascite l’anno. Secondo Gabriella Messina, segretaria confederale della Cgil Sicilia, occorrerebberivedere gli standardin termini distrutturee dipersonale medico e paramedicoper garantire omogeneità territoriale ma, afferma: “diverrà impossibile con l’autonomia differenziata”. Il tema peraltro si intreccia con quello dellacarenza diconsultori, anch’essi con personale insufficiente. “Per quanto riguarda i punti nascita – afferma Elvira Morana, responsabile Cgil per le politiche di genere – occorre mettere in connessione il percorso assistenziale che offrono con i consultori, le neonatologie, le terapie intensive neonatali, il trasporto in emergenza assistito del neonato e della madre. Da tempo chiediamo risposte su questi temi. Sul tema delledonneanche ilPnrrè stato vanificato”. Leggi anche –Asili, mense e palestre: i soldi del Pnrr snobbati dalle amministrazioni siciliane Sono tanti, dunque, i motivi che spingono laCgil Siciliaa sostenere che l’autonomia differenziata è un duro colpo soprattutto per le donne, ma non solo. Per il sindacato siciliano occorre inoltre “definire il fabbisogno di personale sanitario e questo – ha sostenuto il segretario generale della Cgil Sicilia, Alfio Mannino – è un tema generale che riguarda tutto il sistema sanitario pubblico in ogni settore, oggi carente di personale medico e paramedico. È evidente che per questoservono risorse che l’autonomia differenziata limiterà fortemente, oltre a una volontà politica del governo regionale di riorganizzazione del sistema che finora è mancata. I danni dell’inefficienza del governo regionale sommati a quelli dell’autonomia differenziata e della mancanza di interventi del governo nazionale per il Mezzogiorno produrranno un disastro”. Leggi anche –Povertà e disuguaglianze: il benessere è ancora lontano in Sicilia Il comitato promotore regionale composto da Cgil, Uil, Verdi, Acli, Wwf, Demos, Anpi, Pd, Psi, Legambiente, Italia Viva, + Europa, Movimento 5 stelle, Sinistra Italiana, Arci, Libera, Ali Autonomie Locali, Legacoop, Uisp, Rifondazione comunista, Comunità Sant’Egidio, Sud chiama Nord, associazione Sinistra futura Sicilia, Udu, Federconsumatori, Auser, Sunia, associazione De Gasperi, Tavolo No AD.