Male la produzione agricola, e c’entra il clima. Ma aumenta il valore aggiunto

Valore aggiuntodellaproduzione agricola in Italia nel 2023: più 0,1%. Lo (striminzito) aumento statistico è peròl’unico dato positivoper quanto riguarda la produzione agricola in Italia. A spiegarlo èIstat, che nel suo report sull’andamento dell’agricoltura (che comprende anche silvicoltura e pesca) spiega come la produzione si sia ridotta nel 2023 dell’1,8%, ma che in termini reali anche il valore aggiunto sia in calo del 2,5%. La colpa principale è “delle avverse condizioni climatiche”. In Italia, come del resto inSiciliadove nellaseconda metà del 2023si assiste a unagravissima crisi idrica, in diversi periodi dell’anno c’è stato “il susseguirsi di fenomeni estremi che hanno colpito molte produzioni di importanza primaria per il settore agricolo”, specifica Istat. Condizioni che hanno avuto un impatto sulla produzione, e sui prezzi. Leggi anche –Siccità, ‘Sicilia verso un clima desertico’. Il punto del Sias sulla carenza di piogge Tradotto in valore, la produzione agricola italiana nel 2023 è valsa76,96 miliardi di euro, mentre il valore aggiunto è a quota 40,46 miliardi. Il calo della produzione come detto è dell’1,8%, ma come spesso accade vede differenze territoriali significative. La produzione è aumentata ad esempio in Piemonte e Valle d’Aosta (più 2,4 e più 2,6 per cento), ma anche in Lombardia (più 2,4%), mentre in Emila-Romagna il calo raggiunge il 6 per cento.In calo anche la Sicilia, a quota meno 1,4%. In termini assoluti la Lombardia mantiene la leadership italiana, con il valore della produzione che si avvicina agli 11 miliardi di euro (10,92 per la precisione), seguita dall’Emilia-Romagna (8,6 miliardi) e dal Veneto (7,84 miliardi di euro).Quarta è la Sicilia, che registra 6,69 miliardi di euro come valore della produzione. Ma a incidere sul valore è anche l’aumento dei prezzi, con il deflatore per l’anno in corso di Istat che segna più 8,1%. Si tratta dell’aumento maggiore in Italia dopo quello dell’Abruzzo (più 8,8%) e della Calabria, che nel corso del 2023 ha vito i prezzi alla produzione aumentare del 11,2%. In questo quadro,anche l’occupazione registra una flessione del 2,4%. Si tratta per lo più dilavoratori indipendenti (meno 3,5%), mentre la riduzione è stata modesta tra i lavoratori dipendenti (-0,3%). Si tratta di un forte calo dovuto alledifficoltà di settori con forti professionalità esterne come per la produzione agricola in volume del vino(-17,4%), tornata ai livelli del 2017, In calo anche la produzione di frutta (-11,2%). In diminuzione anche florovivaismo (-3,9%), olio d’oliva (-3%), attività di supporto (-1,6%) e comparto zootecnico (-0,9%).Annata favorevole, invece, per produzioni sviluppate nelle due regioni in crescita in Piemonte e Lombardia, come lepiante industriali (più 10,2%)e icereali (più 6,6%), In aumento anche le attività secondarie (+7,2%). Nel 2023 prosegue la crescita dei prezzi di vendita dei prodotti agricoli (+3,9%), in particolare dei prodotti zootecnici (+7,1%). Si riducono, invece, i prezzi dei beni e servizi impiegati (-2,5%) dopo i forti rialzi registrati nell’ultimo biennio. In calo produzione (-0,4%) e valore aggiunto (-0,8%) in Europa. L’Italia, infine, si conferma al secondo posto per valore aggiunto e al terzo per valore della produzione tra i 27 Paesi dell’Ue.