Maltempo, in Sicilia la pioggia devasta le coste. Regione più vulnerabile d’Italia

In Siciliala pioggia devasta le coste, vulnerabili ed esposte molto più che nel resto d’Italia. Dal 2010 fino allo scorso giugno, l’Isola è laprima regioneper eventiclimatici distruttivi. Un quinto dei casi nazionali,154 su 712, si è verificato sulle coste siciliane. A seguire laPuglia, con 96 eventi, laCalabriacon 77 e laCampaniacon 73. Sono i dati del RapportoSpiagge 2023diLegambiente. Il 40 per cento deiComuni costieri siciliani, 48 su 121, ha subito impatti:allagamenti, danni da trombe d’aria e raffiche di vento, danni alleinfrastrutture, esondazioni fluviali,mareggiateefrane. Nella classifica dei cinque comuni d’Italia più colpiti, due sono siciliani.Agrigento, che è la seconda più colpita d’Italia dopo Bari.Palermo, che si colloca tra Genova e Napoli. Loscenarioè allarmante e in qualche caso drammatico. Sono state55 infatti le vittimesicilianedi eventi meteo catastrofici, delle331registrate in tutta Italia. Leggi anche –Clima impazzito, città a rischio: 175 eventi estremi in Sicilia in 12 anni Tra glieventipiùcatastrofici, si ricorda la pioggia torrenziale diSciaccadel 23 gennaio 2017, che causò allagamenti, frane e interruzioni stradali e fecestraripareitorrentiFoggia, San Marco e Cansalamone, causandofranee interruzioni stradali.Una vittima. Il 16 luglio 2020 la pioggia eccezionale provocò l’allagamento dei viali aPalermo: oltre 200 auto distrutte e due sottopassi ridotti ad unadistesa di fango. Diecibambinifurono ricoverati per un inizio di ipotermia. Il 26 ottobre 2021 situazione critica aCatania, travolta da una vera e propria alluvione generata dalMedicane Apollo. Chiuse scuole, negozi ed uffici per tre giorni.Ospedali, abitazioni e negozi allagati, auto sommerse. Poco prima, il 10 settembre 2021, una tromba d’aria aveva provocato due vittime aPantelleria: viaggiavano a bordo delle loro auto quando vennero investite dallaforza del ventoe scaraventate fuori dall’abitacolo. Leggi anche –Una scuola universitaria estiva per salvaguardare le coste del Sud-Est Tantavulnerabilità delle costeha le sue cause. Come gliinterventidell’uomo sul territorio. La Sicilia è la seconda regione d’Italia per “costa modificata“. L’Istituto superiore per la Protezione ambientale (Ispra) per costamodificataintende la presenza di “infrastrutture, aree insediative, agricole o produttive, in massima parte elementi inseriti generalmentesenza particolari accorgimentiin un ambiente fortementedinamicocome quello costiero, che anzi spesso ne hanno modificatol’assetto“. In Sicilia sono303i chilometri di costa che hanno subito dellemodifiche, su 1.089 chilometri totali di costa naturale bassa. Quasi il28 per cento. Dei 303, 139 chilometri si trovano inerosione. Solo laLiguriasupera l’Isola, ma perLegambienteci sono motivi specifici legati alla “conformazione del territorio e ai confini amministrativi”. Ditutto il suolo consumatonel territorio siciliano,metàsi trova sulle coste: supera il 56 per cento del totale ed è il più elevato in Italia. Il 44,3 per cento di tutte le coste condivieto di balneazioneperinquinamentoin Italia si trova in Sicilia. Tra le aree a rischioinondazione,Pantano LongarinieGranelli, nel Siracusano, per un totale di 11,6 km lineari di costa e 15,1 kmq di aree a rischio. Ma altre aree sono ancora da mappare, comeMarsala,TrapanieNoto. Quattro iportia rischio inondazione: Augusta, Catania, Messina e Palermo. Leggi anche –Reati ambientali nelle coste, Sicilia da record negativo. I dati di Legambiente Legambientesottolinea come leamministrazionisiciliane, “pur disponendo di studi che risalgono alle cause del fenomeno ed indicano le soluzioni per fronteggiarlo, continuano ad agirefinanziando progettiche non sono orientati a rimuovere le cause del dissesto ma a reiterare interventi di‘difesa rigida“. Lungo la costatirrenica, nel maggio 2018 è stato stipulato un Contratto di Costa tra Regione, commissario straordinario di Governo contro il dissesto idrogeologico (che corrisponde al presidente della Regione), e14 Comuni costieridel Messinese. “La premessa-promessa era unapianificazionedegli interventi prescindendo dai confini dei singoli Comuni e puntando sullarimozionedelle cause dell’erosione – ricordaLegambiente– ma lasvolta non si è realizzataed i soli lavori finanziati sono primi interventiurgenti“. Gli ambientalisti evidenziano in particolare le anomalie dei progetti di difesa di Acquedolci, Sant’Agata di Militello, Torrenova e Capo d’Orlando, paese sorto su unapianura alluvionalee gravato da un’erosione estrema. Qui saranno spesi27 milioni di europer creare25 scoglieresu oltre tre chilometri di costa.