Mancano i medici, ma intanto l’Asp di Catania ne manda in pensione 17

Mandare in pensione d’ufficio 17 medici per raggiunti limiti d’età. Se ci fossero giovani medici dietro la porta delle aziende sanitarie pubbliche allora l’ultimo provvedimento della direzione strategica dell’Asp avrebbe un senso, se non altro per rispettare lalegge Madia sul personaleche ha raggiunto i limiti di età. Ma l’ultima notizia che arriva dall’Asp Catania rappresenta, invece al primo impatto, un paradosso. Diciassette medici, impegnati anche in discipline delicate, hanno ricevuto una lettera della direzione dell’azienda che preannuncia il loro“collocamento a riposo d’ufficio”. Allo stesso tempo boccia la richiesta del mantenimento del lavoro oltre il limite di età previsto dalla normativa. Si tratta di sanitari esperienti e responsabili di settori nevralgici. Infatti i medici che intendano rimanere in servizio, ma stanno per raggiungere il limite d’età previsto dalle norme che è quello di 67 anni, possono fare espressarichiesta alla direzione di appartenenza. Cosa che tutti i 17 medici raggiunti adesso dalla lettera avevano fatto per tempo alla propria direzione. Ma proprio in questi giorni è arrivata la risposta che lascia allibiti, visto il grande problema dellacarenzadi mediciin moltissimi settori anche nevralgici dell’assistenza sanitaria. Nella lettera c’è scritto che “la direzione strategica di questa azienda ha provveduto con analoghe fattispecie, alla restituzione motivata delle relative proposte. In considerazione di quanto sopra esposto si rappresenta che la s.s. verrà collocata d’ufficio in pensione per raggiunti limiti di età dal primo giorno del mese successivo al raggiungimento dell’età di vecchiaia, prevista dalla normativa vigente”. Non solo. La lettera si conclude invitando i medici “adusufruire delle ferie residue, rappresentando che al mancato godimento delle stesse entro la data di collocamento in quiescenza, ne comporterà l’automatica perdita”. Leggi anche –Medicina e chirurgia, a Catania 460 posti. Laurea anche in inglese Dalle notizie che trapelano dall’azienda sanitaria sembra che alcuni distretti sanitari, con questa decisione, si troverebbero anon avere un solo medico inservizio. Addirittura anche la Chirurgia ospedaliera in alcuni presidi subirebbe contraccolpi pesanti. Sembra anche che moltissimi responsabili sanitari abbiano avversato fortemente la decisione e hanno manifestato il rischio della sospensione dell’assistenza sanitaria. La vicenda avrebbe anche causato una presa di posizione dei vertici della direzione sanitaria che avrebbero manifestato al commissario, con lettera interna, il propriodisappunto al provvedimento appena adottato. Di certo il direttore sanitario Antonino Rapisarda ha inviato una lettera al commissario straordinario Maurizio Lanza in cui dice chiaramente di essere contrario a un provvedimento simile e invita il responsabile a prendere la decisione di mantenere “in servizio i dirigenti sanitari che ne hanno fatto richiesta e che posseggono i requisiti previsti dalla norma”. Leggi anche –Sanità, il Ministero dà parere positivo al Piano di prevenzione della Sicilia Sarebbe utile comprendere la logica di questa decisione. Ci si augura non abbia nulla a che vedere conquestione dibilanci. Va considerato infatti che meno di un mese fa proprio per sopperire alla cronica assenza di figure mediche in alcuni settori l’Asp ha sottoscritto cinque contratti con altrettanti medici extracomunitari. “In effetti la decisione della direzione Asp lascia sbalorditi – spiega Fortunato Parisi, segretario regionale Uil Sanità -. Tutti i medici raggiunti dal provvedimento avevano fatto domanda proprio per continuare a lavorare. Non solo la loro domanda è stata bocciata, ma non sarebbe stata ancora motivata”. “Io avrei potuto capire la decisione se l’Asp – ha aggiunto Parisi – si fosse trovata davanti a una abbondanza di medici pronti a prendere servizio. Ma al contrario non vediamo alcuna giustificazione che possa legittimare questa decisione”. Leggi anche –Sanità: prove tecniche di riforma. Stessi ospedali, ma con sei nuovi apparati Parisi poi si sofferma suicosti delle prestazioni aggiuntive. “Il rischio è che poi qualche collega posto in pensione possa ritornare in servizio per urgenza ed essere pagato a gettone. Noi sappiamo che questa soluzione è davvero assurda.Il medico gettonista non è realmente motivato, ma viene al lavoro per guadagnare una “barca” di soldi.A Caltagirone abbiamo avuto colleghi che sono stati in servizio a gettoni solo per 8, 10 giorni di seguito, guadagnando intorno a 20, 22mila euro. Ma è così che vogliamo ridurre la sanità pubblica?”.