Ancora incerto il futuro dei medici pronti alla pensione all’Asp di Catania

Ancora incerto il futuro dei medici pronti alla pensione all’Asp di Catania

Delibera da riscriveree opportunamente da modificare secondo le decisioni che sono scaturite dall’ultima riunione dei vertici dell’Asp di Catania. A detta dialcuni impiegatiè stata piuttosto accesa. C’era da decidere cosa fare per laproroga dei mediciche stanno per compiere67 anni di etàe che per questo un mese e mezzo fa, a metà ottobre, hanno ricevuto unalettera dell’ufficio risorse umanedell’Asp di Catania che preannunciava la messa in pensione. Da allora all’Asp è unbatti e ribatti di lettere, prese di posizione tra le variedirezioni, finorasenza alcun risultato concreto. Tra dichiarazioni e controproposte, in una sorta di valzer che non si capisce dove dovrebbe andare a parare. E con dichiarazioni prima confermate e poi smentite. Tra problemi sembra dibilancio, col rischio che alla fine in questo contesto si insinuino lecooperative dei medici gettonisti. E col pardosso che magari qualcuno di questi medici prossimi alla pensione, alla fine, dopo essere uscito dalla porta rientri dalla finestra.Appunto come medico gettonista a 120 euro l’ora. “Gli uffici stanno predisponendo gli atti”, spiega l’ente. Di quali atti si parli ancora non è dato però sapere. C’è, comunque un particolare in questa vicenda che sembra avere il travaglio di un parto. Dietro la porta dell’Aspnon ci sono giovani medici in attesa. Non c’è quasi nessuno e lamessa a riposo di numerosi medici responsabili di servizio, se applicata secondo laLeggeMadia, avrebbe il risultato di unabomba ad orologeria.Il rischio è di lasciare sguarniti diversi presidi dell’azienda sanitaria territoriale come alcuni consultori. In questa vicenda che ha del paradossale non si capiscono alcuni passaggi. C’è la presa di posizione del direttore sanitario,Antonino Rapisarda, che più volte ha manifestato il suodisappuntoper la fuga in avanti degliuffici amministrativi. Per questo è arrivato ascrivere una lettera indirizzata al commissario. Ha evidenziato che i medici da prorogare sono indispensabili per la piena tenuta dell’azienda e per rispettare i diritti fondamentali dei cittadini ad essere assistiti. C’è la presa di posizione deicapi dipartimentochenon hanno risposto alla lettera della direzione generaleche li invitava a fornire le carte sui requisiti dei medici per farli rimanere in servizio. La motivazione è che queste decisioni spettano alla direzione Personale. Tanto per restare nei numeriall’Asp di Catania mancano 159 medici, addirittura 174 ad Agrigento e 201 a Trapani.Ancora più preoccupanti sono i numeri dei medici mancanti in alcune discipline.Mancano in tutta la Sicilia 127 cardiologi, 92 chirurghi e ben 302 medici nel dipartimento di emergenza urgenza. Se ci soffermiamo solo ai numeri degli ospedali Asp catanesi a Militello non c’è un solo medico in organico al pronto soccorso e il presidio fa turnare i medici degli atri reparti. Carenze si registrano a Giarre e Bronte e nei settori chiave dell’emergenza ci sono anche a Paternò e Militello. In questo contesto di lento travaglio si inserisce la decisione della Regione che qualche giorno ha pubblicato unavviso pubblico per reclutare medici stranieri, anche extracomunitari. Proprio per far fronte allecarenze di personale del sistema sanitario regionale. Il problema principale in Italia non è la carenza di medici.Piuttosto è la scelta di molti giovani laureati di optare per il settore privato, molto più tranquillo e remunerativo. C’è poi nel settore pubblico la scelta di preferire il settore territoriale. Magari con unacomoda poltrona di medico di famiglia– piuttosto che finire nella bolgia dei pronto soccorso tra stress lavorativo, rischio di aggressioni e di denunce. Anche l’ex più volte manager della sanità,Paolo Cantaro,ha affermato recentemente che i medici in Italia non mancano. Piuttosto è soltanto una questione di organizzazione. E per questo ha consigliato cheoccorrerebbero incentiviper quei medici che scelgono di lavorare nei pronto soccorso e nei reparti cardine dell’assistenza sanitaria. Nel frattempo il presidenteSchifani ha annunciato che avvierà una interlocuzionecolministero della Saluteper rivedere il numero chiuso nelle Facoltà di Medicina. In passato alla commissione Sanità all’Ars è stato approvato un Ddl presentato dal sindaco di Militello Giovanni Burtone. C’è un solo particolare. Se anche cambiassero le regole,per formare i nuovi medici occorrerebbero all’incirca 8-10 annimentre l’emergenza è adesso. Non domani.