Medici stranieri, la “chiamata” della Sicilia rischia il flop: solo 25 domande

Ilbando della Regione destinato ai medici stranieri,per rafforzare la sanità della Sicilia alle prese con drammatici problemi di organico, rischia di essere un flop.Le domande arrivate all’assessorato regionale alla Salute, al 31 dicembre 2023, sono state solo 25 e la Commissione istituita in assessorato le sta già esaminando.Per alcune candidature è stata richiesta un’integrazione della documentazione. L’iter procede spedito per certificare se esistono i presupposti per procedere alla assunzioni che però sono troppo poche per poter minimamente far fronte aglioltre mille medici che mancano in tutti i centri sanitari della Sicilia. Una notizia che arriva nel periodo più delicato dell’anno dal punto di vista sanitario. L’inverno infatti coincide con una maxi affluenza di malati nei pronto soccorso italiani a causa del moltiplicarsi dipatologie influenzalie daCovid.Quest’ultimo continua a preoccupare tanto che il ministro della Salute Orazio Schillaci ha prorogato l’uso dellamascherina obbligatoriafino a giungo 2024. Leggi anche –Il Covid ha fatto anche cose buone. L’opinione dei dirigenti sanitari etnei La situazione della sanità non è semplice neanche all’estero. Basti pensare alRegno Unito,dove sino al nove gennaio saranno in sciopero gli“junior doctors”.L’equivalente dei nostri specializzandi, che hanno incrociato le braccia per lepaghe che considerano da fame.A causa di queste manifestazioni il servizio sanitario inglese èa un passo dal disastroanche se i medici di turno continuano a far fronte a tutte le richieste. Spostandoci di qualche migliaio di chilometri, in Italia e soprattutto in Sicilia,i nostri medici specializzandinon sono in sciopero. Ma lasituazione negli ospedalie soprattutto nei pronto soccorso è da girone infernale, perché gli accessi dopo le vacanze si sono moltiplicati, mai medici in servizio continuano a rimanere pochi,pochissimi in alcuni casi. E anche qui ci sono lamentele per la mancata organizzazione e la sinergia con la medicina territoriale. Leggi anche –Sanità: prove tecniche di riforma. Stessi ospedali, ma con sei nuovi apparati La situazione del servizio pubblico insommaresta allarmante. Nei pronto soccorso e nei reparti di anestesia e chirurgia d’urgenza ci si aiuta come si può, ma i turni stressanti stannospingendo molti medici ad andare via.Per far fronte alla cronica carenza, come detto, si è pensato di attrarre medici da ogni parte del mondo. Tra le prime aziende in Siciliaa imboccare questa strada c’è l’Asp di Catania, che ha presentato un bando ad hoc assumendo alla fine soltantotre medici extracomunitari che sono in servizio all’ospedale di Caltagirone(due in Medicina e uno in Chirurgia). Sulla scia di quanto disposto dall’azienda di Catania e da quella di Agrigento, la Regione ha recentemente pubblicato ilbando per il reperimento di professionisti stranieridisposti a venire a lavorare in Sicilia. Un’iniziativa che nonostante la buona volontà rischia alla fine di risultare un fiasco. Leggi anche –Sanità privata in rivolta: un “muro contro muro” da 100 milioni di euro Per restare nei numeri, guardando solo alle carenze riscontrate nelle Aziende sanitarie provinciali,all’Asp di Catania mancano oltre 160 medici. Addirittura 174 ad Agrigento e 201 a Trapani. Mancano in tutta la Sicilia anche130 cardiologi, 92 chirurghi e 302 medici nel dipartimento di emergenza urgenza.Se ci soffermiamo solo sui numeri degli ospedali Asp catanesi, a Militello il pronto soccorso andrebbe avanti soltanto con uno sparuto drappello di medici prestati da altri reparti econ l‘ausilio di qualche specializzando.Carenze si registrano aGiarre e Bronte, e nei settori chiave dell’emergenza anche aPaternò e Biancavilla.Va meglio nelle grandi aziende delle grandi città, grazie ai recenti concorsi che hanno consentito diassumere diversi specializzandiche però hanno bisogno di un tutor per lavorare e sono al momento banditi dalle “sale rosse”. Leggi anche –Sanità: Sicilia “prima tra le ultime”. Famiglie più povere per curarsi Un mese fa all’Asp di Catania è scoppiato il caso delleproroghe dei mediciche hanno fatto richiesta per restare in servizio sino al compimento del 70esimo anno di età. La direzione generale, dopo un estenuante esame della situazione, haprorogato soltanto pochi medici, rimandando la soluzione delledomande pendenti ai primi mesi di quest’anno. Ma nel frattempo alcuni medici rimasti nel limbo hanno cominciato a sondare il settore privato. Alla fine potrebberoaccasarsi altrove prima che arrivi la proroga.Altro nodo che sta provocando problemi è quello della disposizione regionale che impedisce le assunzioni nei grandi ospedali che hanno un numero di medici chesupera l’80 per cento della dotazione organica.Questadisposizione per sostenere gli organicidegli ospedali perifericisi starebbe rivelando un boomerang. Leggi anche –Tumori, la Sicilia migliora. Bene Catania e Palermo, male Caltanissetta Così igiovani mediciche, ad esempio, aspirano a rimanere nelle grandi città stanno andando a ingrossare le file deireparti del settore privato.Con l’aggravante che anche dal settore straniero arrivano chiari segnali che indicano lasanità siciliana poco appetibile,come si evince dai numeri delledomande appena presentate alla Regione.Ma è così che vogliamo demolire uno dei pilastri fondamentali della nostra Costituzione?