Miele, agrumi e millefiori introvabili. Crisi continua per colpa del clima e dell’uomo

Miele, agrumi e millefiori introvabili. Crisi continua per colpa del clima e dell’uomo

“Noi con laproduzione di mielenon campiamo più. I cali sono continui da cinque anni. Viviamo una calamità naturale permanente,dovuta soprattutto alcambiamento climatico,consiccità e ondate di caloresempre più frequenti”.Giovanni Caronia,vice presidente diAras, Associazione regionale apicoltori siciliani,fa il punto sulla situazione del settore in occasione dellaGiornata mondiale delle api,celebrata ogni anno il 20 maggio. La situazione per l’esperto è disperata. “Quest’anno laproduzione di miele di agrumi e mille fioriè stata zero. Speriamo di recuperare qualcosa dalla Sulla. Per il resto è tutto fermo”. L’auspicio è che le cose vadano meglio in estate, “quando ci sarà la fioritura dipiante come il rovo, il sommacco e l’ailanto“, mentre non ci sono grandi speranze sull’eucalipto, “alle prese da diversi anni con la psilla, unparassita che compromette le piante“. In questa situazione, la categoria chiede aiuto alle Istituzioni, “dallosblocco dei fondi europeiagli aiuti regionali sullacura delle api,fino all’attuazione delleleggi sull’agricoltura sostenibile“. Leggi anche –Miele, gli apicoltori siciliani masticano amaro. “Intere produzioni azzerate” Le api hanno unruolo importantesia sul fronte ambientale che più strettamente economico. SecondoIspra, Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale,“quasi il 90% delle specie di piante da fiore selvatiche del mondo e il 75% delle specie mondiali di interesse agrario dipendono per la loro riproduzione, interamente o in parte, dall’impollinazione“. Ciò significa che le api e gli altri impollinatori “sono ilfondamento della sicurezza alimentaree il presupposto per la conservazione della biodiversità e della nostra stessa esistenza”. Quanto al valore economico, “ilservizio di impollinazioneoperato dagli animali è stimato valere circa 153 miliardi di euro a livello mondiale, dei quali circa 22 nella solaEuropae 2,5 per l’Italia,mentre laproduzione agricola mondialedirettamente associata all’impollinazione rappresenta unvalore economicostimato tra 235 e 577 miliardi di dollari”.Una montagna di soldiche senza le api andrebbe in fumo, e che non tiene ancora conto delmercato del miele in sé,su cui l’Italia vanta unatradizione importante. Leggi anche –Apicoltura, Regione delibera lo stato di calamità. “Arnie e pascoli distrutti” Secondo gli ultimi datiIsmea, Istituto di servizi per il mercato agricolo e alimentare,“la produzione mondiale di miele 2021 si attesta su circa 1,7 milioni di tonnellate, stabilizzata doposette anni di crescita(fino al 2017) edue di ridimensionamento(2018-2020)”. Quanto all’Europa, “contribuisce per un quinto alla produzione mondiale”, ma la maggior parte “deriva daiprimi sette paesi produttori,tra cui spicca laCinacon un quarto del totale”. Relativamente all’Italia, nel 2022 “si registranooltre 72 mila apicoltori,il 54% in più rispetto al 2017″. In crescita anche gli alveari, “oltre 1,57 milioni (più 8% vs 2021 e più 29% rispetto al 2017), di cui il 79% con unadestinazione commerciale“. Venendo alla produzione di miele, “è stimata in circa23 mila tonnellate,con buonrecupero rispetto all’anno precedente(più 90%)”. Il confronto, precisano però i tecnici di Ismea, “è con il 2021, un’annata da ritenersitra le peggiori del decennio“. Calcolare ilcontribuito della Sicilia,osserva Caronia, non è semplice. Anche a causa dellanormativa nazionale. Leggi anche –Regione, risorse per gli apicoltori siciliani. “Comparto di grande valore” “Di recente è stata varata una legge per unificare lasituazione delle varie regioni,che andavano ciascuna in ordine sparso. Il risultato però è stato altrettanto confuso”, spiega il dirigente di Aras. A preoccupare, in particolare, è la norma chefissa a dieci il numero minimo di alveari richiesti per dichiarare la produzione.“Sotto quella soglia si parla diautoconsumo,ma in realtà c’è unagrande zona grigianella quale non è possibile saperequanto miele viene prodotto.Come associazione abbiamo lottato per fare luce, ma non è un lavoro semplice”. Caronia snocciola comunque qualche numero. “Al momento siamo intornoa 2.500 codici aziendali,vale a dire persone che posseggono almeno un’arnia. Il loro numero èpressoché raddoppiato negli ultimi cinque anni,ma ciò non ha significato un raddoppio della produzione di miele”. Quanto aglialveari,quelli censiti “sono quasi 140 mila“, e secondo l’esperto “sono detenuti in gran parte daapicoltori professionisti“. Proprio coloro che stannoscontando la crisi “permanente” degli ultimi anni. Leggi anche –Giornata mondiale delle api: perché sono importanti per l’ambiente Da qui le richieste messe nero su bianco dall’Associazione regionale apicoltori siciliani,che saranno presentate tra qualche giorno alle forze politiche che si presentano alleelezioni europee dell’8 e 9 giugno.Proprio l’Europa, infatti, è il teatro di una delle richieste principali, anticipate da Caronia aFocuSicilia. “Chiediamo dipotenziare l’Aca 18,misura agro climatica alimentare che riconosce lafunzione sociale degli apicoltori.Al momento per la Sicilia ci sono circa cinque milioni, spalmati su cinque anni,cifra assolutamente insufficiente“. Altre richieste sono indirizzate allaRegione siciliana.“Chiediamo l’attuazione immediata della legge sull’agroecologia, che prevede il finanziamento delleaziende agricole che puntano alla sostenibilità.L’agricoltura intensiva, infatti, è un altro dei fattori che provocano la moria delle api”. Fondamentale, inoltre, “garantire contributi per ipresidi sanitari delle apie per la loronutrizione. Specialmente in estate, quando i pascoli apistici sonodevastati dagli incendi.Se questi aiuti non arriveranno,rischiamo di non farcela“.