Minori in carcere, numeri record dopo il DL Caivano. Rischio di suicidi e violenze

InItalia i minoriin carcere sono “trattati come pacchi postali“, spostati continuamente da una struttura all’altra, anziché come “ragazzini bisognosi di cure, aiuto, amore”. Il 48,8% “è detenuto traSicilia, Calabria, Puglia, Basilicata e Campania“, regioni che contano “nove dei 17 istituti in funzione in Italia”. Di questi ben quattro sono in Sicilia, aCatania, Acireale, Caltanissetta e Palermo.La maggior parte delle denunce, tuttavia, arriva dal Nord. A dirlo è il VII report sulla giustizia minorile diAntigone, associazione per i diritti dei carcerati.All’inizio del 2024 “sono circa500 i detenuti nelle carceri minorili“, cifra che per l’associazione “non si raggiungeva da oltre dieci anni”, anche per le conseguenze deldecreto Caivanointrodotto dal governo Meloni. Anziché un percorso di rieducazione, spesso i minori trovano disagio e violenza negli Ipm (Istituti penali minorili). Come dimostra l’inchiesta della Procura di Milanoche ha portato all’arresto di 13 agenti penitenziari,accusati di maltrattamenti, concorso in tortura, e in un caso ditentata violenza sessualenei confronti di detenuti minorenni. Leggi anche –Una pena dignitosa? Non in carcere. Il racconto della detenzione in Sicilia La giustizia farà il suo corso, ma a descrivere lasituazione delle carceribastano i numeri. Gliingressi nelle carceri minorili,scrivono da Antigone, sono in netto aumento. “Se sono stati835 nel 2021,ne abbiamo avuti1.143 nel 2023,la cifra più alta almeno negli ultimi quindici anni”. Un incremento dovuto “quasi interamente aragazze e ragazzi in misura cautelare“, quindi ancora in attesa di giudizio. Secondo gli autori del rapporto ciò è dovuto alDecreto legge 123/2023,meglio noto comedecreto Caivano,varato dall’Esecutivo come risposta ai casi di criminalità minorile registrati nella città campana. “I ragazzi in Ipm in misura cautelare erano 340 nel gennaio 2024, mentre erano 243 un anno prima, segno evidente deglieffetti del decreto Caivano“. Le conseguenze della nuova legge non finiscono qui. “Altro effetto del decreto è la notevole crescita degli ingressi in Ipm per violazione dellalegge sugli stupefacenti,con un aumento del 37,4% in un solo anno. La presenza negli Istituti oggi è fatta soprattutto diragazzi e ragazze minorenni“. Leggi anche –Le pene degli istituti di pena: tre metri quadri a detenuto, niente acqua calda Gli Ipm, infatti, a dispetto del nome non ospitano soltantodetenuti di età inferiore ai 18 anni.Secondo la legge devono essere destinati a queste strutture anche gli ultra-diciottenni fino ai 25 anni,“qualora il reato cui è riferita la misura sia stato commesso prima del compimento della maggiore età”. Fino a poco tempo addietro costoro erano la maggioranza, mail decreto Caivano ha cambiato le cose.“La fascia più rappresentata è quella dei 16 e 17 anni, ed in totalei minorenni sono in larga maggioranza,quasi il 60% dei presenti. Due anni fa la situazione era esattamente invertita”. Al di là dei cambiamenti prodotti dal nuovo ordinamento, secondo l’associazione Antigone inumeri della criminalità minorilesono in aumento. “Nel 2021, dopo il trend in discesa degli anni precedenti, si è registrato un lieve aumento rispetto al 2020 (28.954 segnalazioni) mentre nel 2022 si rileva un considerevoleincremento delle segnalazioni,con 32.522 minori segnalati, andando quasi ad eguagliare ilpicco raggiunto nel 2015“. Leggi anche –Suicidi e carenze d’organico, situazione critica nelle carceri italiane Se la maggior parte degliIstituti penali minorilisi trova nelle regioni delMezzogiorno,e in particolare in Sicilia, è nelNord Italiache avvengono lamaggior parte delle denunce.Il numero di segnalazioni è particolarmente alto nelNord Est(Liguria, Lombardia, Piemonte e Valle d’Aosta), “con 9.849 segnalazioni nel 2021 e 10.486 nel 2022”. Quanto alNord Ovest(Emilia- Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino Alto Adige e Veneto) “l’andamento dellacriminalità minorileè quasi sovrapponibile, seppure su un ordine di grandezza inferiore”. Il resto dello Stivale mostranumeri più contenuti,se non in calo rispetto alle rilevazioni precedenti. “Nelle regioni delCentro(Lazio, Marche, Toscana ed Umbria) si rileva unlieve incremento negli ultimi annimentre nelle regioni delSud(Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia) si registra unsignificativo decremento“. Traducendo in numeri, si parla di “circa seimila segnalazioni nelCentro,circa cinquemila nelSud(erano circa settemila nel 2015) e circa tremila nelleIsole“. Leggi anche –Carceri in Sicilia: troppi detenuti, problemi psichiatrici, pochi medici Nel rapporto si insiste sullascarsa capacità rieducativadegli Istituti. “Le storie da noi raccolte dei ragazzi e delle ragazze che finiscono negliIstituti penali per minorennici spiegano comei tassi di recidiva siano altissimi“, scrivono da Antigone. Una tendenza che si fa più marcata “soprattutto quando i ragazzi, al compimento del diciottesimo anno d’età, vengono catapultati nellecarceri per adulti,interrompendo un percorso di presa in carico educativo”. Dagli altri detenuti, insomma, “puoi soloimparare a delinquere“.Inchieste come quella di Milanomostrano come negli Ipm i detenuti minorenni possano essere vittima di violenza da parte di chi dovrebbe sorvegliarli. Ma secondo l’associazione i pericoli per la loro incolumità non finiscono qui. “Dai dati raccolti nell’ultimo biennio, sono stati segnalatiripetuti tentativi di suicidionell’Ipm diCagliari,due nell’Ipm diAirolae uno nell’Ipm diCatanzaro“. Le cose non migliorano con il passaggio al carcere per adulti, “sistema che, nei primi 45 giorni del 2024, ha cumulatogià 20 suicidi“.