Non si smette di contarli: già 469 morti sul lavoro nel 2024. Si muore di martedì

Più si invecchia e più aumentano i rischi di morte sul lavoro. Soprattutto se si è uomo e si lavora al Sud o peggio, se si è stranieri. Muoiono tre volte di più degli italiani. Il bilancio è drammatico già a metà 2024 con un numero di morti sul lavoro maggiore sia rispetto al mese precedente che allo stesso periodo del 2023. Insomma: la curva di incidenza cresce invece di decrescere. Da gennaio a giugno 2024 si contano 469 vittime, 100 in più del mese scorso e 19 in più rispetto a fine giugno 2023. E a crescere del +5,2% sono ancora le morti in occasione di lavoro. “Questo, purtroppo, è il dato più significativo e sconfortante, perché racconta l’emergenza ‘insicurezza’ nei luoghi di lavoro”. A parlare è Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre che fa il punto sul tema. Leggi anche –Sicurezza sul lavoro, Regione incontra Inl: trentuno nuovi ispettori in Sicilia Sono 469 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 364 in occasione di lavoro (18 in più rispetto a giugno 2023) e 105 in itinere (1 in più rispetto a giugno 2023). Ancora in Lombardia il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (64). Seguono: Emilia-Romagna (41), Lazio (39), Campania (35), Sicilia (30), Piemonte (23), Puglia (22), Toscana (21), Veneto (17), Trentino-Alto Adige (15), Calabria e Abruzzo (9), Liguria (8), Umbria (7), Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Marche (6), Basilicata (3), Valle d’Aosta (2) e Molise (1). Guardando l’incidenza provinciale, ovvero il numero di infortuni mortali ogni milione di occupati, la Sicilia sfiora il podio con Palermo. Il Capoluogo siciliano conta 12 casi dall’inizio dell’anno con una incidenza di 35,8 su un totale di 335.191 occupati. La seconda siciliana in classifica, all’11esimo posto in base all’indice di incidenza (37,3) è Trapani, dove ci sono stati 4 morti fino ad oggi. C’è poi Sicracusa, 17esima, con 3 morti e un indice di 27,2. La classifica nazionale è dominata da Catanzaro che conta 6 morti ma una incidenza del 51,3. Seconda è Brindisi con un indice di 46,0 e terza è Caserta con una incidenza di 37,3. Leggi anche –Morti sul lavoro: Fiom Catania avvia un’indagine sulla sicurezza Tra i lavoratori più deboli, come detto, ci sono gli uomini più anziani. L’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (con incidenza del 65,8), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (con incidenza pari a 23,8). Anche per gli stranieri non ci sono buone prospettive. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro nei primi sei mesi dell’anno sono 81 su un totale di 364, con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere quasi triplo rispetto agli italiani. E, infatti, gli stranieri registrano 34,1 morti ogni milione di occupati, contro i 13,3 degli italiani che perdono la vita durante il lavoro. Leggi anche –Morti sul lavoro, la Sicilia torna in zona rossa. Nel 2024 già 22 casi. I dati Vega Alla fine dei primi sei mesi del 2024 è ancora il settore delle Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 68. Seguito dalle Attività Manifatturiere (47), da Trasporti e Magazzinaggio (34) e dal Commercio (26). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni (122 su un totale di 364). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro a fine giugno 2024 sono 28, mentre 12 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 81, mentre sono 22 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Il martedì risulta essere anche a metà anno il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sei mesi dell’anno (21,2%).