I parchi acquatici resistono alla siccità. Nel 2023 “incassi record”: il rapporto

Lasiccitàche da mesi sta interessando ilSud Italia– e in particolare laSicilia–non spaventa i parchi acquatici,che sono regolarmente in funzione, anche grazie agli investimenti effettuati suapprovvigionamento e risparmio idrico: bisognerà aspettare la fine della stagione per sapere come sarà andata nel 2024, ma quel che è certo è che il 2023 sarà duro da battere in termini di incassi. Secondo l’ultimorapporto Siae sui parchi acquatici italiani,il settore ha registrato “un fatturato dallavendita di bigliettia più 11% sul 2022,pari a circa 348 milioni di euro, epresenzea più 6,39%, con 19.644.126ospiti“. Per quanto riguarda il Sud e le Isole dal rapporto emerge una “Sostanziale tenuta”. Le due aree, infatti, rappresentano “rispettivamente, l’8,8% e il 5,4% del totale nazionale”. Nel complesso emerge un “costante miglioramento del comparto“, che a livello nazionale conta “circa 250 strutture traparchi a tema, faunistici, acquatici e avventura. Rappresentati dall’Associazione Parchi Permanenti Italiani,aderente a Federturismo Confindustria”. Dopo un drasticocalo durante la pandemia,il settore ha visto una ripresa significativa già nel 2021. Ripresa che si è ulteriormente intensificata nel 2022, fino a superare nel 2023 i livelli del 2019. A dimostrazione di unreale aumento dell’interesse e della propensione all’acquisto da parte dei consumatorinei confronti dell’offerta di intrattenimento dei parchi. A salire sono tutti i principali indicatori monitorati da SIAE. Da segnalare, in particolare, lacrescita della spesa media per ospite,che si attesta a più 4,2% sul 2022, pari a uno straordinario più 30% sul 2019.Il dato, di gran lunga superiore rispetto ad altri settori dello spettacolo e dello sport, riflette in parte l’andamento dei prezzi, che sono cresciuti in media solo del 5%. La scelta di contenere gli incrementi al di sotto dell’inflazione, si è rivelata premiante. Tra i driver della crescita,l’aumento dell’offerta,calcolata in giorni di apertura, che nel 2023 sono aumentati del 14% rispetto al 2022, pari a più 20% sul 2019. Emblematico a questo proposito è il caso deiparchi a tema,che da tempo hanno presidiato con successo periodi come l’autunno, le festività di Natale e, più di recente, Carnevale, moltiplicando legiornate di attività;anche i parchi acquatici in alcuni casi riescono a superare i canonici tre mesi estivi puntando su spettacoli, tematizzazione e aumento dei servizi a disposizione degli ospiti, con particolare riferimento al benessere. “I dati fotografano uncomparto particolarmente reattivo“, diceMaurizio Crisanti, segretario nazionale Associazione Parchi Permanenti Italiani. “Composto da aziende e imprenditori che hanno scelto di investire, nonostante la crisi di liquidità dovuta alle chiusure del biennio 20/21: attrazioni innovative, servizi aggiuntivi e, in alcuni casi, nuovi parchi, hanno contribuitoa mantenere e incrementare il flusso di visitatori,dimostrando una propensione del pubblico a spendere di più peresperienze di qualità. “Un trend destinato aproseguire nel triennio 24/27“, aggiunge Cristanti, “per il quale sono già stanziati altri 450 milioni di euro, allo scopo di mantenere alto il livello dell’offerta e renderlo competitivo anche agli occhi della clientela straniera, molto incline a questo genere di proposte”. E proprio illegame tra parchi divertimento e turismoesce particolarmente rinforzato dalReport Siae.Il 64% delle visite si concentra nei mesi estivi, con agosto che rappresenta, da solo, il 27% del totale. Il Rapporto sottolinea comei parchi divertimento più grandi, tra cui Leolandia, Caribe Bay, Gardaland e Mirabilandia, siano ormai diventati vere e proprie destinazioni turistiche. Con un impatto economico rilevante sui territori locali. Alcuni parchi attraggono oltre il 50% dei visitatori dall’estero, contribuendo significativamente al flusso turistico nazionale e internazionale. Parallelamente, le strutture minori mantengono unimportante ruolo di socializzazioneed intrattenimento su scala locale, contribuendo alla ricchezza del territorio. In termini didistribuzione geografica, le strutture del Nord Italiadominano il mercatocon un volume di incassi da biglietteria di quasi 270 milioni di euro. Leader si conferma nuovamente ilVeneto, che registra un quarto delle presenze e oltre 143 milioni di incassi, seguito da Emilia Romagna e Lombardia. Da segnalare la performance del centro Italia, in particolare delLazio. Regione che, da sola, registra il 13,8% dei visitatori nazionali, con un più che significativo più 30,3% sugli incassi da biglietteria rispetto al 2022. Stabili, come detto, anche gliincassi dei parchi acquaticinel Sud e nelle Isole, oggi gravati dalla siccità. Da sempre volano di ricchezza per il territorio, l’occupazione e l’indotto, il comparto dei parchi divertimento si conferma fondamentale anche per il suo apporto al settore deglispettacoli dal vivo. Dopo i 15 milioni investiti nel 2023,la stima dell’Associazione Parchi Permanenti Italiani per il 2024 è di 16,5 milioni, destinati agli spettacoli autoprodotti dai parchio affidati a società esterne. A cui si sommano i sempre piùnumerosi festival e concertiche si svolgono nelle arene e nei teatri dei parchi più importanti. “Questi risultati non ci sorprendono. E ci collocano a pieno titolo tra isettori trainantidel turismo e dello spettacolo”, commentaLuciano Pareschi, presidente Associazione Parchi Permanenti Italiani. “Grazie all’impegno di grandi e piccole imprese che hanno sempre contato sulle proprie risorse, ricevendo pochi sussidi, anche durante il periodo della pandemia. Proprioin seguito ai lock-down,è emerso un rinnovato bisogno disocializzazione da parte del pubblico.Accompagnato ad una domanda di esperienze concrete, reali, aggregative a cui il nostro comparto ha saputo rispondere efficacemente. Nel nostro campo, l’intelligenza artificialee, più in generale, la tecnologia digitale stanno già da tempo contribuendo a perfezionare, migliorare e rendere ancora più complete ed immersive le proposte di intrattenimento, ma non potranno mai sostituirle. Perché l’individuo”, conclude Pareschi, “vuole ancora essere ilprotagonista del proprio tempo libero”.