Partita iva in debito col Fisco: esteso l’obbligo di fideiussione da 50 mila euro
Partita iva: con l’approvazione dellalegge di Bilancio 2024è stata introdotta una nuovastretta normativa. Lafideiussioneobbligatoria da50 mila euroa contrasto dellepartita iva “fittizie”o anche dette“apri e chiudi”viene estesa anche alle posizioni che volontariamente hanno comunicato la chiusura della posizione all’Agenzia della Entrate. Il governo è intervenuto nuovamente, come già fatto nel 2023, modificando l’articolo 35 del Dpr 633/72, aggiungendo ilcomma 15 bis. 3. Ma cosa sono le partite iva “mordi e fuggi”? Sono le posizioni aperte e che creano debito, anche per migliaia di euro, chiuse in tempi talmente rapidi da eludere icontrolli.” A causa di queste posizioni, lo scorso anno il fisco è stato frodato per due miliardi di euro – ha analizzato il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Ragusa,Maurizio Attinelli– i provvedimenti di cessazione delle partite iva “apri e chiudi” sono state1.220 in in Italia“. A livello nazionale la presenza nazionale di partite iva è in calo. Dal 2021 al 2022sono scomparse oltre 48 mila posizionisu tutto il territorio. Con picchi inFriuli Venezia-Giuliadel 25 per cento e perdite minime inSiciliadell’8,5 per cento. Leggi anche –Pmi. Dal Mimit 300 milioni (anche per la Sicilia) per lo sviluppo industriale Cosa è stato introdotto con ilcomma 15 bis.3 dell’articolo 35 del Dpr 633/72per contrastare le partite iva fittizie? Andando per gradi, già con le modifiche dellalegge di bilancio 2023, il governo aveva introdottocontrolli informaticiautomatizzatie l’obbligo di sottoscrizione di una fideiussioneper un massimo di50 mila euro per tre anni. Solo per i contribuenti in debito. Con ilcomma 15 bis.3il Governo ha esteso gli stessi provvedimenti verso i contribuenti che avevanocomunicato la cessazione dell’attività volontariamente, nei dodici mesi precedenti alla nuova richiesta di apertura di partita iva, ma per cui era stata accertata già una posizione irregolare. Il problema in Italia è reale, come spiega il presidente dell’Ordine dei Commercialisti di Ragusa, Maurizio Attinelli. Anche se le partite iva, oggi, vivono una “crisi di votazione“. Leggi anche –Ambulatori privati, arriva la tregua pasquale da 21 milioni di euro I lavoratori puntano al contratto da dipendente. A spiegarlo è il presidente Maurizio Attinelli, parlando di “crisi di vocazione delle partite iva“. “A livello nazionale i provvedimenti di cessazione di partite iva sono stati 1.220.In Sicilia 100 o 110, non ci sono ancora stime più aggiornate. Con la legge dello scorso anno – ha evidenziato il presidente dei commercialisti ragusani – è stata data la possibilità all’Agenzia delle Entratedi cessare le partite iva “agendo d’ufficio”, quando creano debito di grande valore. Quest’ultime, se vogliono chiedere una nuova apertura, possono farlo dopo aver rilasciato una fideiussione non inferiore a 50 mila euro. Discorso diverso è l’attività d’impresa svolta a partita iva, che nasconde un rapporto di lavoro dipendente. Le partite iva “mordi e fuggi” hanno creato un buco didue miliardi di euro lo scorso annoin Italia”. Leggi anche –Innovazione per le Pmi, necessaria ma costosa. Guida al voucher del Governo Il 2022 ha registratoun altro crollo del numero di partite iva in Italia. Il calo nazionale raggiunge quasi il9 per centoe laSiciliasi posiziona poco sotto la media con l’8,51. Le diminuzioni maggiori hanno interessato ilFriuli Venezia Giulia(-25,34 per cento) e ilVeneto(-19,45 per cento). ASudla regione che conta più partite iva è laCampania(45 mila), la seconda è laSicilia(35.084), seguita dallaPuglia(30.479). Dei tre territori, è la Campania ad avere fatto registrare la percentualepiù alta di chiusuradi partite iva tra il 2021 e il 2022. In un anno ne sono scomparse 5.607, -11 per cento.Il secondo dato peggiore è sicilianoed il terzo è pugliese. Le due regioni si equivalgono, considerata la perdita di oltre tremila partite iva, pari ad oltre l’8 per cento. In Sicilia, a livello provinciale,PalermoeCataniacontano più partite iva, ma anche perdite inferiori. Rispettivamente del 6,5 per cento e il 4,76 per cento. Discorso diverso perAgrigento(-13,5 per cento),Caltanissetta(-12,2 per cento),Enna(-15,5 per cento) e Trapani (15,99 per cento). In base ai dati delDipartimento delle Finanze, tra il 2021 e il 2022Ennaè scesa sotto il numero di mille partite iva in provincia. In anno sono passate da 11.68 a 987.Caltanissettaè invece scesa sotto le 2000, fermando a 1.777 attività.Cataniaha sfiorato le 9 mila partite iva nel 2021, perdendone 586 in dodici mesi.