Costi, sicurezza, ambiente: le bufale sul Ponte sullo Stretto secondo Pendolaria

IlPonte sullo Stretto di Messina“accentra da decenni attenzioni e fondi”, a scapito di altri interventi “meno visibili mediaticamente, ma molto piùutili alla collettività e all’economiadel nostro Paese”. La bocciatura, netta, dell’opera da oltre 11 miliardi che dovrebbe collegare la Sicilia al resto d’Italia arriva dalrapporto Pendolaria 2024 di Legambiente,che analizza lasituazione dei treni regionali e locali,focalizzandosi sul pendolarismo. La preoccupazione principale riguarda i finanziamenti. Ilgoverno Meloniinfatti ha stanziato“780 milioni di euro per il 2024”, ma in generale lespese a carico dello Stato“vengono alleggerite di 2,3 miliardi, scendendo a 9,3”. A pagare la differenza saranno le Regioni, attraverso unariduzione dei Fondi di sviluppo e coesione.Nel dettaglio si tratta di “718 milioni dalla quota destinata alle amministrazioni centrali e 1,6 miliardi dallaquota destinata a Calabria e Sicilia“. Inoltre gli esperti denunciano cinque “bufale”, messe in campo da chi – come il Governo – sostiene la realizzazione di“un’opera scellerata”. Leggi anche –Ponte sullo Stretto, vertice sugli espropri con la città di Messina La prima bufala sarebbe che “infrastrutture di questo tipo e lunghezza si fanno ovunque“. Così non è, scrivono i tecnici di Pendolaria. “L’area dello Stretto di Messina è a elevataattività geologica e sismicae non ci sono ponti in altre aree con le stesse caratteristiche (Turchia, Giappone etc..) che permettono il passaggio di treni”. Lacampata unica più lunga dotata di binariè quella del Ponte Seto inGiappone(1,1 chilometri), mentre il ponte sullo Stretto arriverebbe a 3,3 km, superando “lacampata unica più lunga al mondo,il Ponte dei DardanelliinTurchia, che è di circa due chilometri di lunghezza ed è solo stradale”. La seconda bufala sarebbe che il Ponte “serve a chi ogni giorno si sposta da una sponda all’altra dello Stretto“. Per gli autori del rapporto la convenienza risulterebbe minima. Il risparmio sarebbe “di 15-20 minuti rispetto al traghetto con auto”, ma al tempo stesso l’opera “allontana il baricentro dallearee metropolitane di Messina e Reggio Calabria,peggiorando o non migliorando nei fatti gli spostamenti e i tempi di percorrenza”. Leggi anche –Espropri, previsti per opere di utilità pubblica. Indennizzi “da mercato” La terza bufala sarebbe quella per la quale il Ponte “collegherebbe le città sicilianerapidamente con Roma e il Nord“. A smentire questa tesi sarebbero i dati. “Secondo le previsioni diFerrovie dello Stato,il tempo di percorrenza tra Roma e Palermo sarà di sette ore. Chiaramente tempi non competitivi rispetto ai collegamenti aerei”. Ciò dipende anche dagli investimenti sullarete ferroviaria di supporto al Ponte,che non sarebbero adeguati. “Il Piano complementare al Pnrr finanzia con 10 miliardi eurosolo una tratta ferroviaria della Salerno-Reggio Calabriache non sarà completata prima del 2030, e che sta assistendo a una rivisitazione del tracciato diprogettoe un conseguente allungamento neitempi di realizzazione“. Senza tenere conto di ulteriori ritardi dovuti alla burocrazia e alla mancanza di risorse adeguate. “Il progetto, anche a causa deicontinui tagli alle infrastrutturenon autostradali, è sotto-finanziato e c’è unammanco di 70 milionigià solo per gli espropri“. Criticità che potrebbero rinviare ulteriormente gli interventi sulle ferrovie. Leggi anche –Ponte sullo Stretto: meno soldi dallo Stato. Pagano di più Sicilia e Calabria La quarta bufala riguarda la“sostenibilità ambientale” del Ponte.Per i tecnici l’opera mette in serio pericolo l’ecosistema dell’area. “Nello Stretto di Messina è presente una delle più alteconcentrazioni di biodiversitàal mondo. Già nel 2005 la Commissione europea era pronta ad aprire una procedura d’infrazione contro l’Italia perviolazione della Direttiva Comunitaria Uccelli.Proprio in relazione al progetto del Ponte a unica campata”. La quinta e ultima bufala riguarderebbe invece la“sostenibilità economica”.Anche in questo caso, sarebbero i numeri a parlare. “È stato già speso circa un miliardo di euro in progetti,senza realizzare alcuna opera.Mentre ancora non si ha idea di quanto effettivamente, a fine lavori, costerebbe”. Le ultime stime, come detto, parlano di oltre 11 miliardi, “una cifra superiore a quanto speso per l’alta velocità tra Torino e Milano“. Leprevisioni di spesa,inoltre, sono cresciute costantemente negli anni, passando “da quasi cinque miliardi del 2001 a 6,3 miliardi nel 2011, fino a 8,5 miliardi del 2012”.