Stretto di Messina Spa: i risarcimenti per il ponte superano il miliardo

Un contenzioso che va avanti da quasi dieci anni, richieste di risarcimento che superano abbondantemente il miliardo di euro, un bilancio societario in attivo (di 47 mila euro), un commissario liquidatore e un collegio dei sindaci che costano oltre 120 mila euro l’anno e nessuna ipotesi per il futuro della Stretto di Messina Spa, la società costituita nel 1981 per costruire lo storico collegamento viario e ferroviario tra la Sicilia e la Calabria. Così, mentre c’è chi sta pensando alla prossima cerimonia per la posa della prima pietra del Ponte e c’è già stato chi tentò di posare davvero una prima pietra (si ricorda il compianto ministro delle Infrastrutture del governo Berlusconi, Matteoli, che a Messina, il 23 dicembre 2009, diede simbolicamente il via alla costruzione dell’opera), l’unica e ultima vera pietra ad oggi resta solo quella ‘tombale’ che il governo Monti mise il 15 aprile 2013, quando rinunciò definitivamente all’opera, pose in liquidazione la Stretto di Messina Spa e stanziò nella legge di stabilità 2013 una somma di 300 milioni di euro per regolare i rapporti contrattuali in capo alla società. Leggi anche –Ponte sullo Stretto, la Regione tenta la via europea: inserirlo nella Rete Ten-T La liquidazione però non è mai stata portata a compimento per la società, partecipata da Anas (società controllante dal 2007 con l’81,8 per cento delle azioni), Rfi, Regione Calabria e Regione Siciliana. Subito dopo la decisione del governo di rinunciare all’infrastruttura, infatti, il contraente generale che si era aggiudicato la progettazione e la realizzazione dell’opera, Eurolink Scpa e il project management consultant, Parsons transportation group inc, hanno chiamato in causa la Stretto di Messina Spa, il ministero delle Infrastrutture e la presidenza del Consiglio dei ministri dinanzi al Tribunale civile di Roma, reclamando la corresponsione delle ‘penali’ e innestando un contenzioso giudiziario che ha finora bloccato la liquidazione della società. Lo stesso commissario liquidatore, Vincenzo Fortunato, nella relazione sulla gestione dell’esercizio 2021, riconosce che “allo stato non sono prevedibili in modo certo tempi definiti per la chiusura della procedura di liquidazione, in quanto è essenzialmente correlata ai complessi e articolati contenziosi” e gli stessi legali della società “hanno segnalato che non è possibile effettuare previsioni in ordine all’esito”. Leggi anche –Sicilia, Svimez taglia il Pil 2022: solo più 3,5%. “Serve il ponte sullo Stretto” Eurolink, “affidatario per le attività di progettazione e costruzione, con qualsiasi mezzo, del Ponte sullo Stretto di Messina e dei relativi collegamenti ferroviari e stradali”, ha promosso giudizio civile nel marzo 2013 chiedendo la condanna della Stretto di Messina Spa e delle altre amministrazioni, in solido tra loro e ciascuna per quanto di ragione, per i diritti contrattuali, ponendo ulteriori richieste di condanna della Società a titolo risarcitorio nonché altre domande articolate in via subordinata. La domanda principale di risarcimento ammontava a circa 700 milioni di euro, oltre rivalutazione ed interessi. Parsons transportation group inc (affidatario per i servizi di project management) ha promosso giudizio dinanzi al Tribunale civile di Roma nel marzo 2014 articolando una serie di domande e una richiesta principale di risarcimento di circa 90 milioni di euro, oltre rivalutazione ed interessi. I due giudizi sono stati riuniti in un unico processo, il Tribunale ha emesso sentenza e separata ordinanza di trasmissione atti alla Corte costituzionale, entrambe pubblicate il 21 novembre 2018. Leggi anche –Ponte sullo stretto, si teme la beffa: “Nuovi studi solo per prendere tempo” Sul giudizio promosso da Eurolink, la sentenza del Tribunale di Roma ha rigettato tutte le domande di risarcimento danno per la mancata esecuzione del contratto per la progettazione e realizzazione dell’opera. Eurolink ha proposto appello il 28 dicembre 2018. Per quanto riguarda il contenzioso promosso da Parsons, la sentenza del 2018 non è definitiva poiché ha rigettato la domanda principale riguardante la risoluzione del contratto per inadempimento della parte committente, per gli stessi motivi alla base della decisione sul contenzioso Eurolink. I giudici hanno sollevato la questione di legittimità costituzionale sulla quantificazione dell’indennizzo prevista dalla legge 221/2012 che ha disposto le linee guida per la liquidazione della Stretto di Messina Spa. Il giudizio è stato sospeso fino al pronunciamento della Corte costituzionale che il 5 novembre 2019 ha confermato la quantificazione dell’indennizzo “costituito dal pagamento delle prestazioni progettuali contrattualmente previste e direttamente eseguite e dal pagamento di una ulteriore somma pari al dieci per cento dell’importo”.