Prezzi: energia e cibo crescono ancora, ma meno dei mesi scorsi. Bene la Sicilia

L’inflazione in Italiacontinua a crescere, ma a un ritmo più lento rispetto ai mesi precedenti. Ad agosto 2024 l’aumento è stato dell’1,1%, inleggera diminuzionerispetto al mese di luglio, che aveva segnato un più 1,3%. Alcune regioni fanno meglio, come laSicilia, dove la crescita dell’inflazione si ferma all’un per cento. Sono i dati del report sui prezzi al consumo diIstat,che fotografa l’andamento dei prezzi nel nostro Paese. A frenare lacrescita dell’inflazione,scrivono i tecnici dell’Istituto nazionale di statistica,è “l’ampliarsi della flessione su base tendenziale (anno su anno, ndr) dei prezzi deibeni energeticinon regolamentati (da meno 6% a meno 8,6%) e dei Beni durevoli (da meno 1,2% a meno 1,8%), ma anche la decelerazione dei prezzi deiservizi relativi all’abitazione(da più 2,7% a più 2,5%)”. A fare da contrappeso sono altri settori. In particolare “l’accelerazione dei prezzi deibeni energetici regolamentati(da più 11,7% a più 14,3%) e, in misura minore, deitrasporti(da più 2,2% a più 2,9%) e deibeni semidurevoli(da più 1,1% a più 1,3%)”. Leggi anche –Più occupati, meno inflazione. Ma la crescita è zero. Gli ultimi dati Istat Troppo presto, insomma, per parlare di un’inversione ditendenza dell’inflazione,rispetto agli ultimi anni, caratterizzati da una crisi economica internazionale acuita dalconflitto tra Russia e Ucrainae dalla forte instabilitàgeopolitica. Eppure qualcosa, anche se molto timidamente, sembra muoversi, in settori particolarmente importanti per le famiglie italiane. “Rallenta il ritmo di crescita sui dodici mesi dei prezzi deibeni alimentari,per lacura della casa e della persona(da più 0,7% a più 0,6%)”, si legge infatti nel rapporto. Un andamento analogo “si registra anche iprodotti ad alta frequenza d’acquisto(da più 1,8% a più 1,1%)”, mentre in generale “i prezzi dei beni accentuano il calo su base tendenziale (da meno 0,1% a meno 0,5%), mentre ladinamica dei servizirisulta in lieve accelerazione (da più 3,0% a più 3,2%)”. Quanto alla cosiddetta inflazione di fondo” – calcolata cioè al netto deglienergeticie deglialimentarifreschi – “resta stabile a più 1,9%, come anche quella al netto dei solibeni energetici,che registra ancora un più 1,8%”. Leggi anche –Più inflazione, meno potere d’acquisto. Persi in Sicilia 4 mila €a famiglia Un quadro in chiaroscuro, insomma, segno di unasituazione in continua evoluzione.In questo quadro, come detto, la Sicilia registra un dato più basso della media nazionale, fermandosi a una crescita dell’un per cento dell’inflazione, come Marche, Puglia e Abbruzzo. Dati ancora più bassi inPiemonte(più 0,9%),Lombardia(+0,8%),Umbria e Valle d’Aosta(+0,7%),Basilicata(+0,3%) eMolise(+0,1%). Dall’altro capo della “classifica”, la crescita maggiore del inflazione avviene inPiemonte(+2,1%), dato quasi doppiorispetto a quello nazionale.Seguono a una certa distanzaFriuli Venezia Giulia, Veneto e Calabria(+1,3%) eCampania, Sardegna, Toscana e Liguria(+1,2%). Allineate alla media nazionaleLazio ed Emilia Romagna(+1,1%). Istat fornisce anche i dati dei comuni capoluogo di provincia con più di 150 mila abitanti. I risultati peggiori sono quelli di Bolzano, dove l’inflazione cresce del 2,5%, seguita daTrento(più 1,8%) e da Rimini, Napoli e Padova (più 1,7%). Idati migliorisono quelli diAncona(più 0,5%),Potenza(più 03%) e Campobasso (0%). Leggi anche –Inflazione e tassi alti: rallenta il mercato immobiliare, ma non in Sicilia Guardando alle treCittà metropolitane siciliane,l’inflazione cresce dell’un per cento aCatania e Messinae dello 0,9% aPalermo. A fornire qualche dettaglio sulla situazione del capoluogo di Regione è l’ufficio statistica di Palazzo delle Aquile. “Nei 24 mesi in esame, a Palermo il tasso d’inflazione, pari a +10,4% ad agosto 2022, ha seguito un trenddecisamente crescente(iniziato già nei mesi precedenti), che ha portato il tasso d’inflazione a sfiorare il 15% a ottobre 2023″. Nei mesi successivi, “sia aPalermoche alivello nazionale,si è registrato un sensibilerallentamento dell’inflazione“, che all’inizio di quest’anno “ha registrato un piccolo rimbalzo”. Quest’ultimo è stato dovuto “principalmente dello sfavorevole confronto con i corrispondenti mesi del 2023 e dell’attenuarsi della flessionesu base tendenziale dei prezzi dei beni energetici”. Quanto agli ultimi mesi, concludono i tecnici delComune di Palermo,“il tasso d’inflazione si è stabilizzato intorno all’un per cento”. In linea con il resto della Sicilia, e poco al di sotto dellamedia nazionale.