Reddito di Cittadinanza, a Catania novemila famiglie non lo riceveranno più

“Troncare la speranza di un domani migliore a ben9 mila famigliecatanesi in difficoltà èdisumano. Persone che non possono pagare affitti e che non trovano lavoro, oggi si sono viste “bocciare” ogni possibilità di sostegno dal Governo nazionale. E tutto ciò, attraverso un freddo sms”. Sono parole del segretario generale della Cgil di Catania, Carmelo De Caudo, che interviene sull‘interruzione del Reddito di Cittadinanzaper i tanti catanesi che hanno usufruito delle sette mensilità del bonus per il 2023 secondo le nuove regole approvate dal governo Meloni. Leggi anche –Reddito di Cittadinanza, 169 mila famiglie escluse. Cosa sono Adi ed Sfl Secondo i dati di Cgil ilcapoluogo etneocon le sue 9000 comunicazioni ricevute è laquarta città d’Italia per numero di interruzioniseguita dalla città di Caserta a quota 7.635, “un numero pari, a quanto si apprende, a quello che riguardal’intera Lombardia“, comenta De Caudo. E l’attenzione del sindacato è adesso rivolta allo sciopero nazionale del7 ottobreche culminerà con una grande manifestazione aRoma. A Catania l’autunno in arrivo si preannuncia più caldo dei precedenti. “Senza sostegno per troppe famiglie è impossibile sopravvivere, così come reputiamo impossibile che le responsabilità di queste persone vengano adesso scaricate sulle spalle dei Comuni che non hanno le possibilità economiche ma neppure il personale per intervenire con efficacia. Smentiamo inoltre con forza che si tratta di cittadini che non cercano lavoro; molti di loro hannosuperato i 50 annie sono tagliati fuori dal mercato. Vorrebbero lavorare ma non trovano opportunità”, afferma il segretario cittadino di Cgil. Secondo le nuove regole, chi è occupabile potrà chiedere di frequentare un corso di formazione, ma secondo la Cgil, questo non avverrà prima di settembre, nel migliore dei casi. “Non può essere questa la soluzione per i nostri concittadini. I sindacati sono pronti a far sentire la propria voce. Le prossime settimane saranno di impegno massimo. I nostri governanti devono comprendere che gli atteggiamenti punitivi e le scelte poco concrete, non portano da nessuna parte”.