Rifiuti Covid, Csa-Cisal: “Cortocircuito istituzionale”
Migliaia di siciliani in quarantena “sono stati costretti a tenere a casa la propria immondizia anche per tre settimane inondando di richieste d’aiuto gli enti locali”. Lo denuncia Giuseppe Badagliacca del Csa-Cisal. Secondo l’organizzazione sindacale, che ha inviato una nota al Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, all’assessore regionale all’Ambiente Toto Cordaro e al Dipartimento Rifiuti, i rifiuti speciali da Covid-19 e il servizio di raccolta che finora è stato finora gestito dalle Asp, ha avuto “pessimi risultati. U vero e proprio cortocircuito istituzionale”. E secondo quanto denunciato da Badagliacca “a volte le Asp non hanno nemmeno informato i Comuni dell’impossibilità di assicurare il servizio o non hanno trasmesso l’elenco di chi era in quarantena. Chiediamo un incontro al Governo perché inserisca gli operatori tra le priorità del piano vaccinale”. “In questi mesi tanti Comuni hanno denunciato il disservizio – continua Badagliacca – Parliamo di Termini Imerese, Trabia, Caccamo, Montemaggiore Belsito, Sciara, Cerda, Carini ma anche l’Anci regionale per voce del presidente Leoluca Orlando, mentre Trapani ha dovuto emanare un’ordinanza urgente e Messina ha chiesto l’affidamento del servizio visto che risulterebbe gestito da un privato. Un caos gestionale che provoca un’emergenza nell’emergenza: il mancato tracciamento dei positivi ha portato a mischiare rifiuti speciali a rifiuti normali, senza alcun controllo, e registriamo un aumento dei positivi anche fra gli operatori ecologici. Per questo chiediamo un incontro al presidente Musumeci e all’assessore Cordaro, a cui segnaleremo la necessità di assegnare una priorità nelle vaccinazioni proprio agli addetti di questo delicato servizio, così come è indispensabile destinare maggiori risorse per la fornitura dei dispositivi di protezione”.