Rifiuti, in Sicilia borghi riciloni. Grandi città non pervenute. I dati Legambiente

In Sicilia 26 Comuni su 391 sono“rifiuti free”,cioè “contengono la produzione pro capite di rifiuti indifferenziati avviati a smaltimento al di sotto dei 75 chilogrammi l’anno”. La raccolta differenziata in Sicilia si fa, ma come testimoniano i dati di Legambiente, si tratta per lo più dipiccoli e piccolissimi comuni.Le treCittà metropolitane–Palermo, Catania e Messina– sfuggono dai radar. Non solo. Con la recente crisi dellediscarichesiciliane ormai sature, spesso i rifiuti in queste città stanno per strada. Sono i numeri diComuni ricicloni 2024,il concorso nazionale diLegambienteche dal 1994 premia i migliori sistemi di gestione dei rifiuti urbani. Gli abitanti deicentri “virtuosi” in Siciliasono poco meno di 240 mila, su una popolazione complessiva di 4,8 milioni, appena il 5% del totale.Numeri ancora modesti,quelli dell’Isola, con alcunisegnali di speranza.Alcuni comuni sopra i 30 mila abitanti, per esempio, entrano tra i migliori in Italia. “In questa edizione ne possiamo vantare tre in Sicilia:Mazara del Vallo(55.129 abitanti),Misilmeri(33.290 abitanti) eCastelvetrano(30.711)”. A livello nazionale, gli abitanti che vivono in comuni “rifiuti free” sono quattro milioni. Per gli esperti ilcontributo della Sicilia“merita attenzione”, sfiorando il 6%. Leggi anche –Differenziata: Palermo, Catania e Messina insozzano i piccoli centri Comuni ricicloniscende nel dettaglio analizzando i dati dellagestione dei rifiutinei singoli Comuni. Come nelle edizioni precedenti,i risultati migliorisono quelli dei piccoli centri. Sotto i cinquemila abitanti il risultato migliore è quello diSanta Cristina Gela,borgo di poco più di mille anime in provincia di Palermo. Qui la raccolta differenziata sfiora il 91%, con unresiduo secco per abitanteche non raggiunge i 15 kg l’anno. Al secondo c’èMirto,paese in provincia di Messina che non raggiunge i mille abitanti, con il 92% di differenziata e 24 kg diresiduo secco per abitantel’anno. Al terzoGiardinello,2.300 abitanti nel palermitano, con l’87,5% di differenziata e 30,2 di residuo secco per abitante l’anno. Numeri che per i tecnici di Legambiente derivano da “sistemi di raccolta che tengono insiemequalità e prevenzionedei rifiuti avviati a smaltimento, primo tra tutti il porta a porta”. Metodi che “stentano a diffondersi” nellegrandi città,anche se negli ultimi anni si nota “l’aumento di esempi virtuosi che ben dimostrano come sia possibileperseguire questa strada“. Leggi anche –Impianti differenziata: in Sicilia tanti progetti ma “tempi non imminenti” A dimostrarlo sono idati dei comunitra cinquemila e i 15 mila abitanti. Il migliore in questa fascia èSan Giuseppe Jato,ottomila abitanti in provincia di Palermo. Qui la percentuale di differenziata supera il 92%, con un residuo secco per abitante di poco più di 20 kg l’anno. Seguono altri due centri del palermitano,San Cipirello(cinquemila abitanti, 93% di differenziata e 25 kg di residuo secco) eMarineo(seimila abitanti, 84% di differenziata e 43,5 kg si residuo secco). Quanto ai Comuni sopra i 15 mila abitanti,spicca l’assenza di Palermo, Catania eMessina.Colpa dei cittadini ma anche di episodi come lachiusura della discarica Tmb di Lentini,che ha rallentato laraccolta in Sicilia orientale.Ottimi invece i dati aMazara del Vallo,55 mila abitanti in provincia di Trapani, dove la differenziata sfiora l’88% e il residuo secco per abitante di poco più di 20 kg l’anno. SeguonoMisilmerinel palermitano (33 mila abitanti, 79% di differenziata e 56,5% di residuo secco) eBiancavillanel catanese (23 mila abitanti, 77% di differenziata e 74 kg di residuo secco). Leggi anche –Tari, Agrigento la più cara d’Italia. Anci: “Differenziata cresce, serve tempo” Fare bene, insomma, si potrebbe. Eppure il Paese sullagestione dei rifiuticontinua a esserespaccato a metà.Anzi in tre parti, scrivono i tecnici di Legambiente. “I 4.058.542 cittadini virtuosi risiedono in 434 comuni collocati alNord, 33 alCentroe 231 alSud,confermando la tendenzadegli ultimi anni che vede un Sud in crescita”. Guardando agli anni precedente, infatti, emergono“un Centro immobile, un Nord che aumenta il numero dei virtuosi ma che incide meno del Sud in termini percentuali”.Anche nel “virtuoso” Settentrione, in ogni caso, ci sono delle regioni che ottengonorisultati meno brillanti.“A un incremento apprezzabile del numero di Comuni ‘rifiuti free’ inLombardia(+27) si oppone un decremento inTrentino Alto Adige(-9) e inPiemonte(-10), quest’ultimo causato dalle difficoltà da parte di un gestore nell’inviarci i dati causacarenze temporanee di organico“. Al contempo, concludono i tecnici, alcune Regioni del Sud e delle Isole mostrano dati in forte crescita dei Comuni“rifiuti free”,come per esempio “Campania(+22), inSardegna(+18) eAbruzzo(+9)”.