Rifiuti in Sicilia, dalla Regione l’ok al nuovo Piano con due inceneritori

Il governo della Regione siciliana dà il suo benestare alnuovo Piano regionale di gestione dei rifiuti, che contienecome previstoanche larealizzazione di due inceneritori. Gli obiettivi dichiarati del nuovo Piano sono “integrare e adeguare la rete impiantistica esistente, consentire il recupero energetico, la riduzione dei movimenti dei rifiuti e una maggiore protezione dell’ambiente”. E il tutto anche attraverso la realizzazione di due inceneritori di rifiuti per la chiusura del ciclo,noti anche come “termovalorizzatori”.I termovalorizzatori – ad esclusiva iniziativa e realizzazione pubblica– sono quindi la grande novità del Piano e saranno costruiti in aree idonee delle due maggiori città metropolitane, Palermo e Catania. Leggi anche –Rifiuti, paradosso Sicilia: differenziata buona, ma discariche e strade piene La scelta di realizzarli vicini alle due più grandi città, dice la Regione, “tiene conto di fattori geografici, per essere al servizio delle due macro-aree della Sicilia occidentale e orientale con la relativa viabilità, e per la presenza di impianti esistenti o di prossima realizzazione”. Gli impianti secondo le intenzioni dovrebbero essere realizzati con 800 milioni provenienti dal Fondo di Sviluppo e Coesione (Fsc) dell’Unione europea, come previsto fin dalla nomina di un commissario governativo, lo stesso presidente Schifani.L’uso di questi fondi per la questione rifiuti è però “non possibile”come fatto emergere proprio dagli uffici regionali in occasione delcontributo sugli “extracosti”per il conferimento dei rifiuti da assegnare ai Comuni, ovvero 45 milioni di euro a valere sui fondi Fsc. Leggi anche –Inceneritori in Sicilia: il Piano rifiuti non li prevede. Rischio ricorsi milionari Gli impianti, secondo quanto previsto,assorbiranno il 30% dell’energia prodotta per il loro funzionamento mentre il restante 70% verrà immesso sul mercatoproducendo un ulteriore ricavo che concorrerà alla riduzione della tariffa di ingresso. Secondo le stime, avranno unfabbisogno di 600 mila tonnellate all’anno per una produzione di 50 Mw di energia elettrica.Negli altiforni di incenerimento verranno immessi rifiuti solidi urbanisolodopo un trattamento meccanico biologicoche li priverà di elementi ferrosi e frazioni omogenee “nobili” che possono essere avviate al ciclo di recupero. E in tal senso il nuovo Piano prevede, infatti, anche l’ottimizzazione della rete impiantistica esistente e la realizzazione di quella nuova per il pre-trattamento dei rifiuti. Contemporaneamente, prevede la Regione siciliana “si ridurrà notevolmente il traffico necessario per il loro trasporto, annullando anche la presenza di rifiuti maleodoranti o percolanti, sia nei mezzi circolanti che nelle zone di stoccaggio”. Ilcronoprogrammaprevede l’approvazione definitiva del Piano dopo avere acquisito i relativi pareri ambientali, nel rispetto delle norme europee, entro luglio, per poter poi avviare subito la progettazione degli impianti. Leggi anche –Rifiuti, i costi troppo alti in Sicilia nel dossier Anci. Che si rivolge all’Antitrust “Il provvedimento adottato oggi in giunta – afferma il presidente della Regione Siciliana,Renato Schifani– è ilsegnale tangibile dell’accelerazioneche il mio governo intende dare allasoluzione del problema dei rifiuti in Sicilia. Un mese fa sono stato nominato commissario straordinario con decreto del presidente del Consiglio dei ministri e subito mi sono messo al lavoro su questo fronte. Il Piano prevede anche la realizzazione di due termovalorizzatori che avranno uncosto presuntivo di 800 milioni di euro: saranno impianti costruiti con risorse delFondo per lo sviluppo e la coesione 2021/2027e la gestione verrà affidata a operatori di mercato selezionati con procedura ad evidenza pubblica. Questo significa che l’investimento a carico degli utenti e il suo ammortamento è nullo. Nello stesso tempo, garantiranno risparmi nello smaltimento dei rifiuti a carico dei Comuni e una produzione di energia che comporterà ricavi: tutto ciò si tradurrà concretamente nella riduzione della Tari per i cittadini. Vogliamo cambiare approccio rispetto al tema: i rifiuti sono una risorsa che va valorizzata e trasformata in energia per realizzare così, e per la prima volta, una vera economia di scala. Senza perdere di vista, comunque – evidenzia Schifani -,il raggiungimento del target fissato dalla direttiva 2018/851 dell’Unione europea che prevede al 2035una percentuale di recupero e riciclaggio, legati all’incremento della raccolta differenziata,pari ad almeno il 65%. Un obiettivo che vogliamo raggiungere, nel più breve tempo possibile, attraverso campagne mirate di sensibilizzazione, miglioramento dell’impiantistica esistente, controllo del territorio e contestuali sanzioni”.