Risparmio, Sicilia “formichina” d’Italia. Fabi: messi da parte 5 miliardi in 2 anni

Risparmio, Sicilia “formichina” d’Italia. Fabi: messi da parte 5 miliardi in 2 anni

Durante la crisi lefamiglie sicilianehanno tenuto labarra a drittae sono riuscite persino arisparmiare, mettendo da parte “quasi cinque miliardi di euro”, che portano laricchezza finanziaria“sopra gli 81 miliardi al 31 marzo 2024”. Una crescita trainata “da un forte incremento degliinvestimenti in titoli di stato“, ma anche in altri ambiti, “fondi di investimento, polizze finanziarie e altri strumenti finanziari”. A metterlo nero su bianco è il centro analisi e ricerche diFabi, Federazione autonoma bancari italiani,nell’ultimo report su risparmio e credito. “La Sicilia ha saputo reagire all’impennata di inflazione e all’aumento deitassi di interesseche hanno caratterizzato il 2023, aumentando i propri risparmi e accendendo nuovi mutui e prestiti”, commenta ilsegretario regionale di Fabi, Carmelo Raffa.La tempestanon è ancora alle spalle,precisano dall’associazione, ma le famiglie dell’Isola hanno dimostrato di saper gestire “il carovita e itassi di interesse alle stelle“. Ottenendo risultati spesso “incontrotendenzacol dato nazionale”. Leggi anche –Bankitalia: investire al Sud conviene a tutti. Saremmo più ricchi dei francesi Un esempio è quello delcredito. “Nel 2022 imutui e prestiticoncessi ai privati in Sicilia ammontavano, al netto delle sofferenze, a 30,66 miliardi di euro, mentre a fine marzo 2024 misuravano 30,78 miliardi”, scrivono gli esperti. Un aumento di poco più di 115 milioni (+0,4%), a fronte di uncalo nazionaledi oltre quattro miliardi (- 0,6%). Segno che in Sicilia, a differenza del resto del Paese, il mercato del credito “non si è arrestato”. Al contempo Fabi precisa che l’incremento dei prestiti“non è forte, né tanto menoomogeneo sui vari territori“. La provincia con la variazione maggiore èCatania, dove i prestiti erogati dalle banche crescono di oltre 123 milioni (+1,7%). SeguonoPalermo(27 milioni, +0,3%),Trapani(18 milioni, +0,8%) eSiracusa(16 milioni, +0,6%). Negativo invece l’andamento dei prestiti adAgrigento(21 milioni, -1,2%),Messina(20 milioni, -0,5%),Caltanissetta(17 milioni, -1,4%),Enna(otto milioni, -1,3%), eRagusa(tre milioni, -0,2%). Il saldo finale dei prestiti nell’Isola, come detto, èpositivo per circa cento milioni. Leggi anche –Direttiva Case Green: il calo di emissioni passa dai soldi di milioni di famiglie Anche suititoli di statola Sicilia ottienerisultati significativi.La cifra investita dalle famiglie negli strumenti finanziari “è cresciuta in un anno di oltre 6,5 miliardi di euro (+34,5%),superiore alla media nazionale(+30,9%)”. Un dato molto positivo, scrive Fabi, che “ha ampiamente colmato il calo dei depositi, che ha visto nello stesso periodo una diminuzione di 1,7 miliardi (-2,9%), comunque inferiore alla media del Paese (-4,9%)”. A incidere sono anche lescelte delle banche.“Itassi praticati,vicini allo zero, hanno spinto gli investitori verso i titoli di Stato, azioni e bond”. Anziché tenere isoldi “fermi” con guadagni nulli,i risparmiatori hanno deciso di investire. Il totale dei risparmi cresce in tutte le province. Guidano la classificaPalermo(1,4 miliardi, +7,1%),Catania(1,1 miliardi, +6,9%) eMessina(860 milioni, +5,7%). SeguonoAgrigento(460 milioni, +6,7%),Trapani(340 milioni, +5,8%),Ragusa(270 milioni, +6%),Siracusa(250 milioni, +4,8%),Caltanissetta(240 milioni, +5,4%) edEnna(134 milioni, +5,5%).Risultati positiviovunque, insomma. Leggi anche –“Dedicata a te”, aiuto con limiti: o autobus o benzina (e niente farmaci) Un altro segnale della “vivacità del territorio siciliano“, oltre alla crescita del risparmio, degli investimenti e dei prestiti ottenuti dalle banche, è dato dall’incremento dei conti correnti.Nel 2023 hanno superato quota 2,2 milioni, “con una crescita netta di 15.122 unità, pari a +0,69%”. Fabi fornisce i numeri deiconti “attivati” nelle singole province.“In valore assoluto la provincia più attiva è stata quella diCatania, che con un incremento di 4.582, ha raggiunto i 474.939conti correnti,dai 470.357 dell’anno precedente (+0,97%)”. Seguono a una certa distanzaAgrigento(3.800, +2%),Palermo(2.700, +0,5%),Ragusa(2.400, +1,4%),Siracusa(1400, +0,8%),Messina(750, +0,3%) eTrapani(180, +0,1%). Come per gli altri indicatori, anche sui conti correnti la situazione non è uniforme in tutta l’Isola, con alcune zone che faticano a ingranare. “Le uniche due province che segnano una leggera flessione sonoCaltanissettaeEnna, che perdono 630 e 170 conti correnti, pari rispettivamente allo 0,54% e 0,26%”, concludono gliesperti di Fabi.