Saldi, in Sicilia scarpe e abiti nel mirino. Vola la spesa: 200 euro a famiglia, +10%

In Sicilia sono iniziati il sei luglio, e andranno avanti fino al 15 settembre, ma suisaldi estivic’è già chi azzarda delle stime. PerCidec Sicilia,sede regionale della Confederazione italiana degliesercenti commercianti,le cose stanno andando bene. “La spesa è stata di circa duecento euro a famiglia, travestiario, accessori e calzature,con unincremento di oltre il dieci per centorispetto allo stesso periodo dello scorso anno”. Dati che secondo l’associazione mostrano “un buon andamento, anche grazie aimassicci flussi di turistiche trainano le vendite”. E nonostante ledifficoltà legate alla crisi,nonché “alla complessa congiuntura internazionale che spesso contrae l’entusiasmo e lavoglia di fare acquisti“. Soddisfatto il presidente regionale di Cidec,Salvatore Bivona.“Gran parte dei commercianti afferma di averefinalmente svuotato i magazzinie di averevenduto la merce rimasta:un buon segnale, anche in considerazione dei disagi registrati nelleprecedenti tornate di sconti,fortemente penalizzate daglieffetti dell’emergenza sanitaria”. Leggi anche –Saldi estivi, in Sicilia 800 mila famiglie spenderanno. “Indotto da 270 milioni” Altre associazioni, comeConfcommercio Sicilia,non si sbilanciano ancora inprevisioni,ma le stime formulate prima dell’inizio a livello sono“moderatamente ottimistiche”.“Le famiglie che si dedicheranno alloshopping scontatoe ogni nucleo familiare spenderà in media circa 160 euro, per un giro di affari, che comprende anche lericadute indirette dell’indotto,di circa 270 milioni di euro”. Nell’Isola, precisa l’associazione, c’è “la possibilità di effettuare vendite promozionali in qualsiasi periodo dell’anno”.Confesercenti Sicilianon formulaprevisioni per l’Isola,ma rilancia quelle nazionali. “L’interesse dei consumatori cala un poco, ma rimane alto: oltre uno su due – il 55%, era il 61% nel 2023 – ha intenzione diacquistare almeno un capo,per un giro d’affari complessivo che stimiamo in oltre 3,5 miliardi di euro”. Per l’associazione la primavera non è stata entusiasmante. “Ilmeteo incerto ed anomaloinfatti, ha avuto un impatto negativo sui consumi, con il 39% dei consumatori che ha acquistatomeno capi, calzature e accessori“. Leggi anche –Saldi invernali, ma il caldo anomalo ha finora inciso in negativo sulle vendite Tornando a Cidec, i dati sonoincoraggianti, ma non bastano amettersi la crisi alle spalle.“Appare chiaro che, seppure in presenza di untrend positivo,l’esito dei saldi varia compatibilmente allesingole capacità degli esercentie dei loro collaboratori di vendere il prodotto”, dice Bivona. In altre parole “entrano in gioco anche lequalità personali“, che rappresentano “il veroantidoto al commercio on lineormai imperante”. Chi sa vendere, insomma, corre meno rischi di essere rimpiazzato dalle piattaforme online. Da non sottovalutare l’apporto dei turisti,ribadisce il dirigente. “Mai come nel corso di questa estate il commercio è statosupportato dai turisti, sia italiani che stranieri“. Una presenza favorita anche dalle manifestazioni messe in atto dagli Enti locali, che hanno stimolato l’afflusso di visitatori in Siciliaaumentando l’indotto sul territorio. A influire è “la buona offerta digrandi eventi, aperture museali e iniziative culturali“, che per l’associazione “ha caratterizzato l’estate siciliana e che di certo ha supportato ilsettore turistico”. Leggi anche –Saldi invernali dal 5 gennaio anche in Sicilia. Le previsioni di Confcommercio Cidec Sicilia aggiunge alcunidati sulla città di Palermo.Nel capoluogo di Regione “lastagione dei saldisi è rivelata complessivamente positiva”, ma hanno influito molto “le esiguedisponibilità economiche degli acquirenti“. In altre parole, si sono attesi i saldi per effettuare spese rimandate nel corso dell’anno. “I consumatori attendevano gli sconti perché desiderosi di fare spese malgrado lecondizioni economiche non floride“, conferma il responsabile provincialeGiankarim De Caro.La crisi nascondestorie drammatiche.“Sono in tanti a esprimerepreoccupazione per il futuro,a partire da numerosi nonni e nonne che si occupano economicamente dei nipoti e che ammettono di non avere a disposizionecifre importantiper rinnovare il guardaroba econcedersi qualche piccolo lusso”. Quanto ai venditori, “hanno coperto le spese affrontate per l’acquisto della merce”, un risultato niente affatto scontato “soprattutto se si valuta ilmomento storico attualedenso diconflitti e incognite per il futuroche determina una scarsa propensione adedicarsi agli acquisti”.