Sanità, le cure costano sempre di più alle famiglie. E 1 su 4 al Sud rinuncia

Sanità, le cure costano sempre di più alle famiglie. E 1 su 4 al Sud rinuncia

Curarsi in Italia costa sempre di più.Il “progressivo indebolimento delServizio sanitario nazionale” costringe le famiglie a rivolgersi ai privati pagando “out of pocket”, ovvero di tasca propria. O arinunciare alle cure,come faun nucleo su quattronel Mezzogiorno. A dirlo è l’ultimo report sulla spesa sanitaria diGimbe, Gruppo italiano per la medicina basata sulle evidenze.Nel 2022 le famiglie della Sicilia hanno pagato quasi 1.219 euro per le spese sanitarie, l’otto per cento in più rispetto all’anno precedente. L’aumento èsuperiore a quello nazionale,che si ferma al 4,9%, con una spesa di 1.362 euro a famiglia, “oltre 64 in più rispetto al 2021”. Le regioni in cui la spesa è cresciuta maggiormente sonoPuglia(1.147 euro, più 26%),Toscana(1.405 euro, più 19%) eProvincia autonoma di Trento(1.743 euro, più 14%). C’è anche chi registra un calo delle spese pagate di tasca. È il caso dellaValle d’Aosta(1.387, meno 24%),Calabria(899 euro, meno 16%) eLombardia(1.536 euro, meno 3,5%). Eccezioni che non bastano a invertire latendenza nazionale. Leggi anche –Pnrr e sanità, “scadenze rispettate” ma Sud e Sicilia faticano. Il dati Gimbe Secondo il presidente del gruppoNino Cartabellotta,infatti, il trend di aumento dellespese sanitarie dei nuclei familiariè “preoccupante”. Complessivamente, laspesa sanitaria in Italiasfiora i 172 miliardi di euro l’anno. La maggior parte è coperta dalloStato(130,3 miliardi), la restante daiprivati(41,5 miliardi). Quest’ultima è “per quasi l’89% a carico dellefamiglie” (36,8 miliardi), mentre solo una piccola parte è “intermediata dafondi sanitari e assicurazioni” (4,7 miliardi). L’aumento dellaspesa sanitaria “out of pocket”,osservano i tecnici, è costante ormai da diversi anni. “Nel periodo 2012-2022 è aumentata in media dell’1,6% annuo, per un totale di 5,3 miliardi in dieci anni”. Chi non riesce areggere il passoè costretto a rinunciare alle cure, congravi conseguenzesulla qualità della vita. “La limitazione delle spese per la salute, l’indisponibilità economica temporanea e, soprattutto, larinuncia alle curesono fenomeni che, pur non aumentando la spesa out-of-pocket, contribuiscono apeggiorare la salute delle persone“. Leggi anche –Personale, organizzazione e autonomia finanziaria: l’Istat boccia i Comuni Anche sull’aumento della spesa sanitaria si conferma ildivario tra il Settentrione e il Mezzogiorno. Secondo Gimbe i costi per le famiglie sono aumentati di 125 euro alCentro(sfiorando i 1.400 euro l’anno) e di 106 euro alSud(1.167 euro). Il dato è quasi dimezzato nelNord-Est(1.509 euro, più 55), mentre è negativo nelNord-Ovest(1.447 euro, meno cinque). I dati devono essere letti alla luce dellesituazioni dei diversi territori.“Il fatto che nel 2022 la spesa per lasalute delle famigliecalabresi e marchigiane rimanga al di sotto di mille euro, ad esempio, è verosimilmente imputabile a motivazioni differenti”. Lespesedelle famiglie infatti sonoinfluenzate da vari parametri,“la qualità e l’accessibilità dei servizisanitari pubblici, lacapacità di spesadelle famiglie, ilconsumismo sanitarioe, in misura minore, l’eventuale rimborso della spesa da parte diassicurazioni e fondi sanitari“. Lo stesso aumento dei costi “out of pocket” per i nuclei familiari, da solo, “non è un indicatore affidabile per valutare lariduzione delle tutele pubbliche“. Leggi anche –Sanità, allarme autonomia differenziata. “Più disuguaglianze Nord-Sud” Assai più significativa, secondo i tecnici, è lariduzione della spesa“per visite mediche eaccertamenti periodici preventivi,in qualità o quantità”. Su questo fronte, come detto, più diuna famiglia su quattronel Mezzogiorno dichiara di averrinunciato alle cureper motivi economici. Indicatore che fa schizzare il dato a livello nazionale. “Se ilNord-Est(10,6%), ilNord-Ovest(12,8%) e ilCentro(14,6%) si trovano sotto la media, tuttoil Mezzogiorno si colloca al di sopra:di poco leIsole(18,5%), di oltre 10 punti percentuali ilSud(28,7%)”. Un dato che paradossalmente contribuisce a limitare l’aumento della spesa di tasca per le famiglie a livello nazionale. “Un cambiamento nelle abitudini di spesa che ovviamenteargina la spesa out-of-pocket:infatti, proiettando sulla popolazione i dati dell’indagine campionaria Istat sarebbero oltre 4,2 milioni le famiglie che nel 2022 hannolimitato le spesa per la salute“. L’aumento “reale”, insomma, potrebbe essere ancorapiù alto di quello calcolato a livello teorico.