Sicilia, musei non adatti ai disabili: per adeguarli servono 700 mila € (dal Pnrr)
Per rendere imusei e i siti culturali della Siciliafruibili dalle persone disabili servono quasi 700 mila euro, di cui 500 mila soltanto per quelli regionali, la cifra più alta tra le venti regioni italiane. È quanto si legge nelPiano strategico per l’eliminazione delle barriere architettonichepresentato nel 2022 dal ministero della Cultura per accedere ai finanziamenti del Pnrr. La Missione 1, Componente 3 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, infatti, stanzia circa300 milioni per la“rimozione delle barriere fisiche e cognitive in musei, biblioteche e archivi per consentire un più ampio accesso e partecipazione alla cultura”.Un obiettivo previsto dallalegge nazionale,a partire dal Decreto ministeriale 236/1989, che malgrado siano passati 35 anni è eluso sia dal pubblico che dal privato. Con il Pnrr si può cambiare, spiega aFocuSiciliaPaolo Nicolosi delCngegl, Consiglio nazionale geometri e geometri laureati.“Si tratta di un intervento senza precedenti, con oltre mille progetti su tutto il territorio italiano”. Leggi anche –Alunni con disabilità, Regione siciliana stanzia cinque milioni di euro Il “piano strategico” fa riferimento anzitutto agli istituti che fanno capo direttamente alMinistero della Cultura.Per quelli situati in Sicilia la richiesta è di 185 mila euro, per interventi sugliArchivi di Stato di Palermo, Agrigento, Catania, Ragusa e Trapani.A livello nazionale le Regioni che chiedono risorse maggiori sonoLazio(538 mila euro),Veneto(340 mila) edEmilia-Romagna(318 mila). Le richieste più modeste, invece, sono quelle diBasilicata(42.500 euro),Trentino Alto Adige(30 mila) eMolise(15 mila). Quanto agliistituti non dipendenti dal Ministero– facenti capo a una varietà di Enti traRegione, Comuni, Parchi archeologici, Fondazioni e Università,senza trascurareConservatori e Biblioteche– come detto la richiesta della Sicilia è la più alta in Italia con oltre mezzo milione di euro. A seguire vi sonoSardegna(460 mila)Puglia(287 mila euro) eCampania(286 mila). Lerichieste più modestesono quelle diValle d’Aosta(12 mila),Molise(quattromila) eLiguria(tremila). Leggi anche –Disabilità, più probabile nei figli di genitori a basso reddito. I dati Inps Nel dettaglio,per la Sicilia si tratta di 26 interventi,distribuiti tra le ex Province diMessina(nove),Palermo(sette),Trapani(tre),Catania(due),Agrigento(due),Caltanissetta(due) eSiracusa(uno). Tra i contributi più “sostanziosi” quelli per ilmuseo civico“S. Naselli”di Gangi (206 mila euro), ilmuseo comunale “Santi-Furnari”di Tripi (118 mila) e ilparco archeologico “Naxos-Taormina”(61 mila euro). Da non trascurare poi i 24 mila euro per ilmuseo di arte contemporanea “Ludovico Corrao”di Gibellina, i 16.500 per il parco archeologico di Segesta e i 10 mila euro per il museo comunale di Savoca. La cifra totale, tuttavia, potrebbe essere più alta. Nell’elenco figurano anche ilparco archeologico della Valle dei Templi di Agrigento,laCittà della Scienzae ilMuseo dei Saperidell’Università di Catania, ilCastello Branciforti di Raccujae ilMuseo di medicinadi Villafranca Tirrena, nel messinese. Per questi cinque progetti, tuttavia, non è specificato l’importo richiesto. Leggi anche –Traghetti non idonei per i disabili. A processo i vertici di Caronte Gli interventi del Peba, precisa Nicolosi, non riguarda soltanto le“barriere architettoniche”propriamente dette presenti nei musei italiani. “I progetti dovranno abbinare la rimozione dellebarriere fisiche, sensoriali e cognitivealla formazione degli operatori culturali, così da attuare ildiritto alla vita culturaledelle persone con disabilità”. Questi obiettivi, ricorda il consigliere del Cngegl, sono previsti esplicitamente dallaConvenzione Onu del 2006sui diritti delle persone con disabilità. All’articolo 30 infatti si legge che “gli Stati riconoscono il diritto delle persone con disabilità aprendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturalee adottano tutte le misure adeguate”. Garanzie che riguardano tanto la logistico quanto la formazione degli operatori dei poli culturali. Su questi obiettivi l’Italia haampi margini di miglioramento.I 300 milioni stanziati dal Pnrr – per progetti da completareentro e non oltre il 2026– servono a realizzarli.