Sos: la Sicilia si spopola, soprattutto di giovani

Sos: la Sicilia si spopola, soprattutto di giovani

La lunga agonia demografica è tutta nei dati: nell’ultimo anno sono andate via 12.127 persone, quasi tutti giovani. Risultato di una serie di fallimenti Si chiama Andrea, ha 31 anni, fa l’avvocato ed è nato a Catania. Andrea è il milionequattrocentomillesimo cittadino milanese. Nei giorni scorsi il sindaco Beppe Sala ha allestito una piccola cerimonia, con tanto di premio, in suo onore: a Milano non si registrava un numero di residenti così alto praticamente dagli anni Settanta. Chissà se a Palazzo dei Normanni,tra i pasticci sui conti pubblici, le dispute sui vitalizi e gli stracci volati fin sull’arena tv di Massimo Giletti, qualcuno se n’è accorto.La Sicilia si spopola. E si spopola soprattutto di giovani. Basta leggere i dati per rendersi conto della lunga agonia demografica: nell’ultimo anno sono andate via 12.127 persone (registrano più partenze solo Lombardia e Veneto) e il 38 per cento dei residenti “perduti” sono bambini e giovani dagli 0 ai 35 anni. Ma già dal 2009 i numeri sono in continua crescita.E pesano circa 1,5 miliardi di Pil. Tra gli expat del quinquennio c’è forse anche Andrea, non lo
sappiamo. Sappiamo però, ad esempio, che Acquaviva Platani è il primo comune
siciliano (terzo in Italia) per percentuale di espatriati: oggi conta 920
residenti, 2.450 cittadini sono emigrati. Niente di questo piccolo paese in
provincia di Caltanissetta farebbe pensare a un luogo di cui dovrebbe importare
qualcosa oltre lo stretto di Messina. Piccolo, distante dal mare, a oltre
mezz’ora dalle più rinomate terme di Sciacca o dalla Porto Empedocle di Andrea
Camilleri, non fa parte di percorsi turistici o parchi letterari. In condizioni
analoghe ci sono una ventina di altri piccoli comuni: il saldo tra residenti ed
espatriati è negativo fino all’inverosimile. Non a caso Filippo Dolce, coordinatore
regionale dei piccoli comuni di AnciSicilia, ha parlato di un tema di
“proporzioni drammatiche”. E lo ha fatto durante la manifestazione di Palermo
indetta dal Movimento la valigia di cartone, cui hanno aderito i gruppi
universitari del movimento “Si resti arrinesci”, i sindacati e altre associazioni
e cittadini. In diretta da #Palermo la #Manifestazione per fermare l’emigrazione dalla #Sicilia Il problema è capire se queste scelte, come quella di
Andrea, siano libere o imposte. A Sud sono di certo il risultato di una serie
di fallimenti. Il primo risale appena dopo l’unità d’Italia. Nel 1861 si pensò
che bastasse dare istituzioni moderne e uniformi all’intero Paese perché le
aree meno sviluppate crescessero. L’idea funzionò per il centro, ma non per il
Mezzogiorno. Con l’avvento della repubblica, poi, arrivano Svimez e Cassa per
il Mezzogiorno: vengono investiti 379 miliardi praticamente in quasi
cinquant’anni. Poca cosa, per non dire nulla. La Germania ad esempio, caduto il
muro di Berlino, spese 390 miliardi in dieci anni per l’ex Ddr. Frattanto lo
straordinario diventa ordinario e l’emergenza si trasforma in un vuoto a
perdere su cui costruire clientelismo e carriere politiche. Poi il testimone è
passato all’Unione europea e alle regioni. Dall’Ue sono arrivati soldi, sì, e
anche buoni propositi, dalle regioni “mala gestione, inerzia, ignavia,
rassegnazione e sordità”, per usare le stesse parole che qualche anno fa
pronunciava il costituzionalista Sabino Cassese. In paesi come Acquaviva Platani vuol dire che la scelta di
andarsene o rimanere non è dunque così libera. Anzi. Bloccare l’emorragia è
possibile, come si è visto nel caso della Germania. Qualcosa di simile è
avvenuto anche in Portogallo e in Spagna: le regioni più deboli non hanno
raggiunto quelle più forti, ma i divari si sono perlomeno ridotti. Quello che ha
fatto la differenza sono stati governi nazionali e locali in grado di gestire ritardi
e difetti. C’è speranza anche per noi? Bisognerebbe interrompere il can can
politico-mediatico e chiederlo all’Ars. Salva il mio nome, email e sito web in questo browser per la prossima volta che commento. Δ Società proprietaria ed editrice della testata DEMETRA PROMOTION SRL – Via Antonio Salandra 18, 00187 – Roma – P.Iva 15261731002. Testata registrata presso il tribunale di Catania n.18/2019. Direttore responsabile Desirée Miranda. Il giornale non fruisce di contributi sull’editoria.