Aeroporto Catania: oggi ancora disagi. Il problema delle infrastrutture in Sicilia
All’aeroporto di Catania, ancora oggi, sono molti i disagi. Voli cancellati o dirottati su altri scali siciliani, prenotazioni alberghiere annullate, il tutto in piena stagione turistica. Qualcuno direbbe: “il Re è nudo”;l’incendioall’aeroporto di Catania ha scoperchiato, se ce ne fosse stato bisogno, il problema delleinfrastrutture in Sicilia. Se guardiamo,SOTTOSOPRA, la cartina del “bel Paese”,lo scalo etneo è la principale porta d’ingresso, per flussi,in Siciliae la lentezza (mista a disordine e “impreparazione” a causa di quest’evento straordinario) con cui si cerca una soluzione al problema, stamettendo in ginocchiol’economiadell’intera isola, con danni ancora incalcolabili. Lefragilità della rete di trasporti siciliana, ricordiamo che siamo in piena stagione turistica, è il segno evidente di anni (di decenni) dimancata programmazione, di non sviluppo, diassenza di politiche adeguateche ci facessero usciredall’insularità che relega la Sicilia agli ultimi posti di tutte le classifichee indici economici; una condizione che produce ritardi sullo sviluppo sociale ed economico e fa dinoi siciliani cittadini con diritti ridotti(di serie B) rispetto ai cittadini della cosiddetta terraferma, del continente. Un rogo, forse causato (leindaginidella Procura etnea sono in corso) dal filo mal funzionante di una stampante, ha messoko la rete degli aeroporti siciliani. In auto, in autobus o in treno, spostarsi da un punto all’altro dell’isola diventa, di fatto, un’odissea. Per collegareCatania a Palermo, se tutto va bene e non ci sono imprevisti, ci vogliono mediamentecinque ore di treno. In questi giorni, qualcuno ha sottolineato, che, anche se ci fosse stato il“Ponte sullo stretto”le difficoltà non sarebbero cambiate, perchéle reti autostradali e ferroviarie rimangono vetuste, inadeguate e non completate(come, ad esempio, la E45 Catania-Siracusa-Gela). A due settimane dall’incendio (dal 16 luglio)l’aeroporto di Catania lavora a metà regime, con 10 movimenti in pista (cinque arrivi e cinque partenze all’ora),con il traffico extra nazionale ed extra comunitario bloccato(passeggeri da e verso il nord Africa e Regno Unito, passeggeri statunitensi e canadesi in transito da Londra con voli cancellati).L’ipotesi di utilizzarelo scalo militare diSigonella(la base NATO)è stato scartato per problemi logistici, manca un’aerostazione adeguata e non si può fare il check-in (problemi anche per il trasporto dei bagagli). Il tutto mentre sull’isola scoppiano iroghi: parliamo di migliaia di ettari bruciati, ed in particolarea Catania e in tutta la sua area metropolitana, oltre agli incendi, da più di una settimana la cittadinanza è disperata per icontinuiblackout(con assenza non soltanto di luce ma anche di acqua),per reti elettriche vetuste e sovraccariche.Le piaghe d’Egitto, in quest’estate 2023,sembrano essersi abbattute sulla Siciliae sui siciliani, che come sempre “subiscono”, ma che stavolta stanchi ed esasperati, pretendono risposte e soluzioni da una politica “sorda”, che pensava già alle vacanze (le loro).Vi ricordate Ulisse che diceva al ciclope Polifemo di chiamarsi Nessuno?questa voltanon possiamo avere “Nessun” responsabileper i fatti che sono accaduti,perché Nessuno non esiste.