Nella splendida Val di Noto è stato rinvenuto il PARADISO TERRESTRE | Dante avrà preso spunto da qui, è spettacolare

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Un bellissimo luogo della Sicilia è immerso nel verde e potrebbe aver ispirato una delle Tre Corone Fiorentine, ovvero Dante Alighieri.
Chi non ha mai avuto modo di studiare la Divina Commedia di Dante Alighieri tra i banchi di scuola? Sicuramente in tanti daranno una risposta positiva, dal momento che rappresenta una delle opere letterarie italiane più famose nel mondo. In realtà l’aggettivo “divina” fu aggiunto in un secondo momento proprio per mettere in risalto il viaggio ultraterreno del poeta.
Dante Alighieri ha voluto rappresentare il cammino dell’umanità verso Dio, ma prima è necessario fare un lavoro interiore fino ad abbracciare la fede. Il suo viaggio ha avuto inizio nella selva oscura per poi accedere nell’Inferno in compagnia della guida Virgilio. Lì ha avuto modo di vedere le anime dannate destinate a una condizione avversa.
La luce era assente, proprio per dimostrare che Dio non poteva fare nulla per coloro che in vita non hanno riconosciuto la sua immensità. Qualcuno può avere avanzato l’ipotesi che il sommo poeta si sia ispirato a una delle zone più oscure della Sicilia.
Andando nello specifico, si sta parlando di Val di Noto. Comprendeva l’area sud-orientale della Sicilia e attualmente corrisponde ai territori di Ragusa, Siracusa, Enna e Caltanissetta. Il 25 giugno 2022 è entrato nella lista dei Siti Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco!
Val di Noto, patrimonio dell’umanità, è uno spettacolo
Questo posto vanta di una storia che merita di essere conosciuta. Ci sono le Catacombe del Mulinello di Augusta che furono scavate nel 1902 e attualmente rappresentano un importante esempio di sepolture ipogee. Hanno diverse tipologie tombali come fosse, tombe a baldacchino e inoltre ci sono anche tracce di insediamenti risalenti alla preistoria.
Infatti sono stati ritrovati anelli, braccialetti e monete risalenti al IV secolo. Anche se nel corso del tempo ci sono stati vari saccheggi, questo sito archeologico è sopravvissuto ed è arrivato ai giorni nostri quasi intatto. Situate in un’ansa del fiume Mulinello alle pendici del Cozzo del Monaco, per visitare queste catacombe occorre munirsi di lampade perché lì non c’è l’illuminazione naturale.
Una scoperta archeologica sensazionale
La scoperta di questo sito archeologico si deve a Paolo Orsi che diede avvio a delle campagne di scavo ed ottenne la collaborazione di alcuni studiosi. In realtà fino a poco tempo fa questo posto era definito una sorta di paradiso naturale (proprio come quello dantesco) perché immerso nel verde lontano dal caos tipico delle città.
Purtroppo gran parte di questo paesaggio è scomparso per via dell’industrializzazione che ne ha cambiato totalmente il volto. Quel poco che resta del passato può essere ammirato facendo delle escursioni con delle associazioni o guida turistiche autorizzate.