La Sicilia arriva negli Stati Uniti, con la mostra archeologica di ciò che nasconde il fondale marino

Archeologia - fonte_Canva - Focusicilia.it
La Sicilia arriva ben oltre i suoi confini, ad accoglierla gli Stati Uniti con una mostra archeologia con ciò che il fondale marino ospita.
Il patrimonio storico e culturale conquista il pubblico internazionale con una nuova, affascinante iniziativa. È la primissima volta che i tesori archeologici sommersi arrivano ben oltre i confini, non solo siciliani ma italiani.
Sono gli Stati Uniti ad ospitare parte della Sicilia con un evento senza eguali fino a questo momento, pensato per svelare l’antica grandezza del Mediterraneo e offrire al pubblico americano un viaggio indimenticabile tra relitti, reperti e misteri custoditi sotto il mare siciliano.
L’esposizione non è solo promozione culturale, ma anche racconto scientifico e sensoriale, in cui la tecnologia più avanzata si unisce alla tradizione archeologica. Ognuno degli spettatori verrà portato in un percorso tra emozione e conoscenza.
Insomma, anni di storia da vivere tutti d’un fiato.
Un ponte tra la Sicilia e l’America attraverso la storia
Il progetto è nato grazie alla collaborazione tra la Soprintendenza del mare della Regione Siciliana e l’agenzia fiorentina Contemporanea Progetti, due realtà che hanno lavorato a lungo per trasformare un patrimonio sommerso in un racconto accessibile e coinvolgente. La mostra è un ponte culturale tra due mondi, porta negli Stati Uniti dei reperti archeologici, il fascino della civiltà mediterranea, culla di incontri e scambi commerciali millenari.
Inoltre l’allestimento verrà arricchito con proiezioni immersive e storytelling multimediale, per condurre i visitatori in un’avventura che parte dalle acque siciliane e approda nelle sale espositive americane. Quello che se ne ottiene sono video ad alta definizione, tecnologie interattive, un pubblico che avrà finalmente l’occasione di osservare da vicino l’imponente lavoro di recupero che è stato effettuato. La dimensione tecnologica permetterà agli spettatori di vivere la suggestione di un vero scavo subacqueo, come se si trovassero fianco a fianco con gli archeologi.
Un vero viaggio negli abissi
Il cuore dell’iniziativa è la mostra “Sunken Treasures, Ancient Seas”, che farà il suo debutto il 4 ottobre al Museo di Storia Naturale Fernbank di Atlanta, dove resterà fino all’11 gennaio, per poi trasferirsi in Alabama, al Museo di Storia della Città di Mobile, fino a maggio. Il pubblico potrà qui ammirare alcuni dei reperti più significativi che sono stati recuperati nei mari della Sicilia.
Tra i pezzi che potranno essere visti troviamo i rostri della battaglia delle Egadi, gli elmi ritrovati nei fondali di Levanzo, i lingotti in piombo di Capo Passero e le monete in bronzo del tesoretto punico di Pantelleria. Non mancano di certo i manufatti del relitto Panarea III, i lingotti in oricalco dei fondali di Gela, le anfore di Cala Minnola a Levanzo e reperti provenienti da Pantelleria, Messina, Panarea e Mondello. Millenni di storia nello stesso luogo.