Scoperta rivoluzionaria a Palermo: un pianeta errante “divora” sei miliardi di tonnellate al secondo

Nuovo pianeta (Instagram INAF Palermo) Focusicilia.it
Un pianeta solitario mette in crisi le teorie sull’evoluzione dei mondi. La scoperta dell’INAF di Palermo cambia tutto nella storia dei pianeti.
Nello spazio profondo, dove la luce delle stelle non arriva e il silenzio regna sovrano, un pianeta sta sorprendendo la comunità scientifica.
Non appartiene a nessun sistema solare, ma cresce a un ritmo che sfida ogni logica conosciuta.
Gli astronomi dell’INAF di Palermo lo hanno individuato mentre “divorava” gas e polveri come mai osservato prima.
Un comportamento che potrebbe cambiare per sempre ciò che crediamo di sapere sulla nascita dei mondi.
Il mistero: un pianeta che sfida le leggi del cosmo
Nelle profondità oscure dello spazio, dove non arriva la luce di alcuna stella, un pianeta sta riscrivendo le regole dell’astrofisica. Si chiama Cha 1107-7626 e la sua scoperta, annunciata dal team guidato da Víctor Almendros-Abad dell’INAF di Palermo, sta scuotendo la comunità scientifica internazionale.
Da sempre gli astronomi credono che i pianeti si formino lentamente, in tempi lunghissimi, attraverso l’accumulo graduale di gas e polveri. Eppure, questo corpo celeste solitario sembra crescere a un ritmo che nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Come un gigante affamato nel buio dell’universo, Cha 1107-7626 sta letteralmente “divorando” materia cosmica a velocità record, lasciando gli scienziati a bocca aperta.
La scoperta dell’INAF Palermo: un pianeta che riscrive la storia dell’astrofisica
Grazie alle osservazioni del James Webb Space Telescope e del Very Large Telescope dell’ESO, situato nel deserto di Atacama, i ricercatori italiani hanno rilevato un tasso di accrescimento senza precedenti: sei miliardi di tonnellate di gas e polvere al secondo. Un valore mai registrato prima in un pianeta errante, ossia un corpo celeste che non orbita attorno a una stella ma vaga nel vuoto interstellare. Cha 1107-7626 ha una massa compresa tra cinque e dieci volte quella di Giove, ma ciò che ha sorpreso i ricercatori è il modo in cui si nutre: forti campi magnetici sembrano guidare il flusso di materia verso di lui, come un gigantesco nastro trasportatore cosmico. Un fenomeno osservato finora solo nelle stelle giovani, mai in un pianeta.
La scoperta non solo sfuma il confine tra pianeti e stelle, ma apre una finestra sui processi che hanno plasmato i primi mondi dell’universo. Gli astronomi dell’Università di Palermo hanno inoltre individuato tracce di vapore acqueo nel disco che circonda il pianeta e variazioni chimiche rapidissime, segno che l’accrescimento può cambiare la composizione dell’ambiente anche senza l’influenza di una stella. Un risultato che potrebbe riscrivere i manuali di astronomia, confermando ancora una volta come l’universo sappia sorprendere anche gli occhi più esperti. Dalla Sicilia, una scoperta che illumina i misteri più remoti del cosmo.