Nascono le “zone rosse”, a Palermo hanno messo le aree dove gli uomini non possono più entrare | Pattuglie già in azione

Il piano delle forze dell'ordine per Palermo

Il piano delle forze dell'ordine per Palermo - Wikicommons - Focusicilia.it

A Palermo non si è ancora spenta l’eco del brutale omicidio del giovane Paolo Taormina. Drastiche le misure prese dalle forze dell’ordine

Era da tempo che Palermo non doveva fare i conti con un crimine di sangue. Sono lontanissimi per fortuna i tempi delle cosiddette ‘guerre di mafia‘, gli anni in cui le strade del capoluogo siciliano accoglievano un morto ammazzato ogni due ore.

Qualche giorno fa però un brutale e insensato omicidio ha fatto ripiombare i palermitani nell’incubo della pistola facile, delle vendette incrociate e delle esecuzioni a bruciapelo. In città non si discute di altro da giorni.

L’omicidio di Paolo Taormina, il giovane di 21 anni ucciso mentre tentava di sedare una rissa nel cuore della movida palermitana, ha riacceso con urgenza il dibattito sulla sicurezza urbana e sulla necessità di risposte immediate da parte dello Stato.

La tragica morte del ragazzo ha scosso profondamente la comunità palermitana trovando un’eco immediata a livello governativo come annunciato da Carolina Varchi, segretario di presidenza della Camera dei Deputati e responsabile di Fratelli d’Italia per le politiche del Mezzogiorno.

Il piano straordinario: ipotesi “zone rosse”

La deputata ha infatti dichiarato di aver ricevuto “ampie rassicurazioni dal Ministero dell’Interno riguardo l’adozione di misure e azioni straordinarie” per fronteggiare l’emergenza sicurezza. Il piano d’azione discusso con il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il Sottosegretario Wanda Ferro, ai quali Varchi ha espresso il suo ringraziamento per la tempestiva attenzione, si concentra su due assi principali: l’incremento di uomini e mezzi sul territorio e l’istituzione di “zone rosse” o aree ad alta sorveglianza.

Sebbene i dettagli operativi debbano ancora essere definiti l’obiettivo è garantire una presenza più capillare e visibile delle Forze dell’Ordine in modo particolare nei luoghi nevralgici della movida notturna dove si concentrano fenomeni di illegalità, risse e come purtroppo accaduto, violenza armata.

Il centro di Palermo
Palermo non vuole rivivere gli anni ’80 – Wikicommons – Focusicilia.it

Non solo repressione, l’urgenza educativa

L’istituzione di cosiddette “zone rosse” o aree di accesso e permanenza limitata, presidiate da un numero maggiore di agenti, è una misura estrema che mira a disincentivare la circolazione di armi e il compimento di atti violenti in specifiche aree sensibili della città, offrendo al contempo un maggiore controllo del territorio e dei flussi di persone. L’intervento del Viminale sollecitato dal tragico omicidio, risponde alla forte pressione popolare e istituzionale ma sottolinea anche la necessità di affrontare il problema su più fronti.

L’emergenza sicurezza infatti non può prescindere da una profonda riflessione sulle dinamiche sociali ed educative. Come espresso da molti rappresentanti delle istituzioni e della società civile, la risposta alla violenza giovanile non può essere solo repressiva, ma deve investire anche sul piano sociale ed educativo, offrendo alternative e percorsi di legalità ai giovani. Palermo non vuole ricadere nell’incubo della violenza.