Visite mediche addio, in Sicilia hanno azzerato le liste d’attesa | Si può aspettare oltre un anno: praticamente ti lasciano morire

Addio liste di attesa scoppia il caos in Sicilia - Focusicilia.it (Fonte foto Canva)

Addio liste di attesa scoppia il caos in Sicilia - Focusicilia.it (Fonte foto Canva)

Importantissime novità per quanto riguarda le visite mediche: preparatevi a dirgli addio, perché in Sicilia hanno azzerato le liste d’attesa. Una notizia che ha lasciato tutti senza parole.

Negli ultimi anni abbiamo visto come la sanità italiana sia cambiata radicalmente, ma ciò non ha ancora portato alla risoluzione di alcune problematiche di fondo, come appunto quelle legate alle liste d’attesa.

In questo ambito, infatti, sono state pubblicate numerose denunce e segnalazioni di casi di mala sanità, dettate proprio dalle attese interminabili per esami e visite specialistiche, sia in Sicilia che nel resto del Paese.

Il denominatore comune, purtroppo, è sempre lo stesso: si prenota una visita presso le strutture di riferimento appartenenti alle ASL territoriali e ci si sente dire che la lista d’attesa è lunghissima, costringendo così i cittadini ad attendere mesi, se non anni, prima di poter accedere alle cure.

Questa volta, però, qualcosa è cambiato. In Sicilia è stata messa in atto un’azione decisiva, le liste d’attesa sono state cancellate, e i cittadini sono rimasti letteralmente increduli. Ecco cosa sta accadendo nello specifico.

Addio liste d’attesa in Sicilia: è successo tutto all’improvviso

Come anticipato, le problematiche legate ai tempi di attesa non riguardano soltanto la Sicilia, ma interessano anche il resto d’Italia. Tuttavia, nella regione si sta cercando di intervenire in modo concreto, per evitare che i cittadini restino senza assistenza o siano costretti a rinunciare alle cure necessarie.

Secondo quanto riportato dal Quotidiano di Sicilia, non sono rari i casi di persone costrette ad attendere tempi biblici per una semplice visita o un esame diagnostico. Un esempio emblematico citato dal giornale riguarda una risonanza magnetica a Caltagirone, per la quale il tempo di attesa può arrivare addirittura a 501 giorni. Anche scegliendo un altro centro, si riduce di appena un mese, circa 30 giorni.

Proprio per questo motivo, la Regione ha deciso di intervenire drasticamente, cancellando una specifica categoria di lista d’attesa.

Addio liste di attesa scoppia il caos in Sicilia - Focusicilia.it (Fonte foto Canva)
Addio liste di attesa scoppia il caos in Sicilia – Focusicilia.it (Fonte foto Canva)

Cancellata la lista “B”: cosa sta succedendo davvero

Come spiegato dal Quotidiano di Sicilia, la Regione Siciliana è stata segnalata da AGENAS (Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali) a causa delle forti criticità nella gestione delle liste d’attesa, con oltre 200.000 prestazioni sanitarie sospese. Per questo motivo è stata richiesta un’azione immediata, con nuovi fondi e una riorganizzazione delle priorità. Nel monitoraggio effettuato presso l’ASP di Catania a settembre 2025, sono emerse diverse problematiche: in particolare, si è deciso di intervenire sulla classe di priorità “B”, che identifica le prestazioni da eseguire “il prima possibile“, subito dopo quelle “U” (urgenze reali).

Chi ha una prescrizione con codiceB” dovrà ora contattare il numero verde CUP 800 954 414, per ricevere assistenza immediata e accedere alle nuove modalità di prenotazione. Chi invece ha il codiceU” potrà recarsi direttamente nei punti di erogazione del servizio Fast Track, pensato per garantire rapidità e accesso diretto alle prestazioni più urgenti.

Il sistema Fast Track, pur non essendo ancora pienamente operativo, sta già mostrando risultati promettenti e segnali concreti di cambiamento. Il monitoraggio continuerà nelle prossime settimane, con particolare attenzione agli ospedali Cannizzaro, Garibaldi e San Marco, dove, ad esempio, per un’ecografia alla mammella si registrano ancora oltre 500 giorni di attesa. Una misura straordinaria che segna un primo passo verso una sanità più efficiente e vicina ai cittadini, nella speranza che il modello siciliano possa diventare un esempio anche per il resto d’Italia.