ULTIM’ORA Garlasco, confessione in diretta: scoppia la bufera | L’intervento di Andrea Sempio gela lo studio, Vespa costretto a frenare tutto
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Le ultime ore hanno riportato il delitto di Garlasco al centro del dibattito pubblico, non per novità investigative, ma per un evento televisivo che ha scatenato una vera tempesta mediatica.
Due apparizioni consecutive di Andrea Sempio in prima serata hanno acceso polemiche, reazioni indignate e un acceso confronto sull’opportunità di concedere spazio televisivo a un indagato ancora sotto inchiesta. Il nome di Garlasco è tornato immediatamente ai vertici dei trend italiani, generando una discussione che continua senza sosta. Mercoledì 19 novembre, Bruno Vespa ha ospitato Andrea Sempio in due diversi programmi Rai, entrambi molto seguiti.
Il primo intervento è andato in onda alle 20.30 su Cinque Minuti, dove Sempio — unico indagato nella nuova indagine sull’omicidio di Chiara Poggi — si è lasciato andare a uno sfogo personale, parlando delle conseguenze che l’inchiesta ha avuto sulla sua vita.
«Mi definisco un perseguitato», ha dichiarato. «Sono tornato a vivere nella cameretta di quando ero ragazzo e a quasi 40 anni non posso fare niente. È come essere ai domiciliari».
Sempio ha poi respinto le ipotesi accusatorie riguardo ai biglietti trovati nella casa della sua famiglia: «Era semplicemente un appunto sul costo per ritirare le carte dell’archiviazione». Durante l’intervista ha inoltre ribadito la sua posizione sulla condanna definitiva di Alberto Stasi: «È stato acclarato da anni di processi e dalle sentenze. Per me il colpevole è Stasi e non ho motivo di pensare il contrario».
Terminata la puntata de Il Commissario Montalbano, Vespa ha dedicato un secondo spazio più lungo a Sempio, stavolta a Porta a Porta.
Qui il 37enne ha approfondito le ricadute personali dell’inchiesta sulla sua quotidianità: «Io non posso nemmeno girare per strada. Anche quando parlo con i miei genitori vivo con la paranoia che qualcuno mi stia ascoltando», ha raccontato. «Cosa sogno? Forse l’oblio. È un peso avere gli occhi di tutti addosso. Vorrei tornare alla mia vita, ma so che non sarà facile».
Le sue parole hanno creato un clima teso anche in studio, tanto che Vespa è intervenuto più volte per riportare il dialogo su un piano più controllato.
La bufera sui social: accuse alla Rai e a Vespa
Le due interviste non sono passate inosservate: nel giro di pochi minuti l’hashtag #garlasco è schizzato al primo posto su X, accompagnato da una mole di commenti indignati.
Le critiche si sono concentrate su un punto: l’opportunità di concedere a un indagato per omicidio uno spazio televisivo così importante. Tra i commenti più condivisi:«La TV pubblica che invita persone sospettate di omicidio. Avete toccato il fondo».
«La famiglia Poggi dovrebbe chiedere l’oscuramento dei media che ogni giorno speculano sulla loro tragedia». «Solo in Italia un indagato per omicidio fa il giro delle trasmissioni». Molti utenti hanno contestato anche il “circo mediatico” che da settimane vede una continua presenza del caso di Garlasco nei programmi televisivi, spesso senza aggiornamenti concreti sulle indagini.

Il dibattito sul ruolo della TV: tra diritto di parola e rispetto per la vittima
La vicenda ha alimentato un confronto più ampio sul confine tra informazione, spettacolarizzazione del crimine e tutela della memoria di Chiara Poggi. I detrattori parlano di una sovraesposizione mediatica e di un protagonismo televisivo non opportuno, mentre altri ritengono che un indagato abbia il diritto di raccontare la propria versione.
Quel che è certo è che le interviste di Sempio hanno avuto un effetto deflagrante: hanno riacceso il dibattito sul caso Poggi, diviso il pubblico e costretto la Rai a ritrovarsi al centro di una discussione complessa, dove etica dell’informazione e interesse del pubblico si confrontano senza trovare ancora un equilibrio.
