TARI 2025, Catania è la città più cara d’Italia: oltre 600 € di tassa | Topi in casa, sistema inefficiente e famiglie schiacciate dai costi

TARI 2025, Catania è la città più cara d’Italia: oltre 600 € di tassa | Topi in casa, sistema inefficiente e famiglie schiacciate dai costi

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Catania torna al centro dell’attenzione nazionale per il costo della TARI, un primato che pesa sulle famiglie e riaccende il dibattito sulla gestione dei rifiuti e sull’efficienza del sistema cittadino.

Il nuovo confronto tra le principali città italiane mostra ancora una volta come il capoluogo etneo sia il territorio in cui la tassa sui rifiuti raggiunge i livelli più alti del Paese. Una posizione che non stupisce chi vive quotidianamente le criticità del servizio, tra disagi nella raccolta, problemi igienici nelle strade e un sistema di smaltimento che fatica a reggere.

Il dato del 2025 conferma infatti un quadro strutturale complesso, in cui il costo annuale supera i 600 euro per famiglia, ben oltre la media nazionale. Secondo l’amministrazione comunale, questo scenario è il risultato di fattori stratificati nel tempo, che coinvolgono l’intero ciclo dei rifiuti e incidono in modo diretto sulle bollette.

Un primato costoso che nasce da problemi profondi

Secondo il Comune di Catania, il divario tra il costo della TARI locale e quello nazionale deriva soprattutto da un’anomalia legata alla produzione pro capite dei rifiuti. Mentre in Italia un cittadino genera circa 500 chili all’anno, nel capoluogo etneo il quantitativo supera i 610 chili. Una differenza superiore al 20% che comporta maggiori costi di raccolta e smaltimento, inevitabilmente trasferiti sulle famiglie attraverso la tariffa.

A questo quadro si aggiunge il fenomeno dei conferimenti illeciti provenienti dai comuni limitrofi, che — come evidenziato dall’amministrazione — fanno aumentare sensibilmente la quota di indifferenziato. ll sistema tariffario, basato proprio sulla quantità di rifiuti non separati, risente così di un carico ingiusto che gonfia la spesa complessiva. Le operazioni di bonifica delle discariche abusive, pur necessarie per garantire decoro e sicurezza, generano ulteriore indifferenziato, contribuendo a incrementare un costo già elevato.

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Tra impianti saturi e raccolta in crescita: cosa attende i cittadini

Le difficoltà non finiscono qui, perché la saturazione degli impianti di conferimento regionali obbliga parte dei rifiuti a essere trasferiti fuori dai confini nazionali. Questa soluzione, come chiarito dal Comune, è tra le più onerose e incide in modo pesante sul bilancio del servizio. In questo contesto, la presenza di topi e disagi igienici avvertiti da molti residenti diventa il sintomo visibile di un sistema sotto pressione, in cui efficienza insufficiente e costi elevati si alimentano a vicenda.

Non mancano però segnali di miglioramento: l’amministrazione sottolinea che la raccolta differenziata ha raggiunto il 37%, grazie al potenziamento delle isole ecologiche e a un crescente senso civico. Un valore ancora lontano dagli standard più virtuosi, ma indicato come base per ridurre progressivamente i costi e costruire un sistema più sostenibile. L’obiettivo dichiarato è arrivare a un modello più equo, dove la partecipazione dei cittadini, il rispetto delle regole e un contrasto più incisivo all’evasione possano invertire definitivamente la tendenza.