“Era posseduta”, funerali di Ornella Vanoni: lo dice davanti agli amici e famigliari | Cala il gelo
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Il saluto a una delle voci più amate della musica italiana si è trasformato in un momento di grande emozione collettiva, in cui parole inattese hanno colpito la platea riunita per darle l’ultimo addio.
Quando un’artista attraversa quasi un secolo di vita lasciando un segno così profondo, il giorno dell’ultimo saluto diventa inevitabilmente un riflesso della sua storia. Milano, città che l’ha vista nascere artisticamente e crescere come icona popolare, ha risposto in massa al richiamo, stringendosi attorno alla memoria di Ornella Vanoni.
Nella chiesa di San Marco, nel cuore di Brera, amici, istituzioni, colleghi e semplici cittadini hanno condiviso un momento carico di affetto e commozione. Una cerimonia che, oltre alla musica e ai ricordi, è stata segnata da una frase pronunciata durante l’omelia che ha sorpreso i presenti e riportato l’essenza dell’artista al centro dell’attenzione.
L’omelia che spiazza tutti e l’omaggio della città
I funerali si sono svolti nel pomeriggio, alla presenza di un pubblico vastissimo che ha accolto il feretro con lunghi applausi. La bara semplice, ricoperta di fiori gialli, è stata accompagnata dalle note di Paolo Fresu, che ha eseguito “L’appuntamento” e “Senza fine”, brani che la stessa Vanoni aveva richiesto per il suo ultimo saluto. Una scelta intima, che ha restituito alla cerimonia un tono di delicatezza e memoria personale.
Durante l’omelia, don Luigi Garbini ha ricordato la lunga carriera dell’artista con parole che hanno provocato un attimo di silenzio in tutta la chiesa: «Ornella è stata posseduta dalla musica dall’inizio della sua vita alla fine». Una frase che ha attraversato la platea, suscitando sorpresa e intensità emotiva. Il sacerdote ha spiegato che, secondo le parole del critico Gino Castaldo, in lei la musica agiva come una forza inarrestabile, capace di guidarla, trasformarla e accompagnarla in ogni fase della sua esistenza artistica.

Una folla immensa tra camera ardente, omaggi e ricordi
Già nella giornata precedente, la camera ardente allestita al Piccolo Teatro aveva accolto oltre cinquemila persone, tra cui artisti, autorità e cittadini comuni. Le visite sono proseguite anche la mattina del funerale, nonostante la pioggia, con figure simboliche come Caterina Caselli e Gianna Nannini che hanno voluto renderle omaggio. Una partecipazione che testimonia quanto la milanesità di Ornella Vanoni, fatta di libertà, ironia e autenticità, fosse riconosciuta e amata.
Alla cerimonia hanno preso parte rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco Beppe Sala, il presidente del Senato Ignazio La Russa, il prefetto Claudio Sgaraglia e il questore Bruno Megale. Vicini alla famiglia anche molti colleghi: Fabio Fazio, Luciana Littizzetto, Roberto Vecchioni, Mara Maionchi, Iva Zanicchi e tanti altri. Una comunità trasversale che ha voluto accompagnare la cantante nel suo ultimo viaggio.
L’omaggio non si è fermato alla chiesa: la sera precedente, “Che tempo che fa” aveva aperto la puntata con “Domani è un altro giorno”, accolta da una lunga standing ovation. Un tributo che conferma la centralità della sua figura nella cultura italiana e la capacità della sua voce di attraversare generazioni diverse.
Milano, nel proclamare il lutto cittadino, ha voluto ricordare un’artista che ha saputo interpretare la città e restituirle una parte della sua anima. Il suo percorso, legato al teatro, al cinema e alla musica, continua oggi attraverso i racconti di chi l’ha conosciuta e l’affetto di chi l’ha sempre ascoltata.
