ULTIM’ORA Garlasco, indiscrezione esplosiva su Sempio: spunta il movente che riapre tutto | Ecco perché l’ha uccisa
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Nel caso Poggi emerge un dettaglio che cambia il quadro: il DNA sulle unghie e una pista che conduce a una cerchia ristrettissima. Ma la verità è ancora tutta da dimostrare.
Il delitto di Garlasco, uno dei casi più intricati e dolorosi della cronaca italiana, torna di nuovo al centro della scena con una forza che nessuno immaginava. A quasi vent’anni dalla morte di Chiara Poggi, il suo nome e quello di Alberto Stasi sembravano ormai cristallizzati in versioni opposte, lontane da ulteriori ribaltoni. E invece una nuova voce, anzi una nuova compatibilità scientifica, riapre uno spiraglio che potrebbe cambiare ancora una volta la storia giudiziaria del Paese. Tutto parte dal DNA trovato sotto le unghie della ragazza: non un dettaglio qualunque, ma un segnale che, secondo le ultime analisi, restringerebbe la pista a una sola linea paterna.
Una compatibilità non basta per dire “colpevolezza”, questo è certo. Ma ciò che emerge dalla perizia della biologa Denise Albani ha comunque un peso enorme. Un cromosoma Y che porta alla famiglia Sempio. E un fatto ancora più rilevante: l’unico membro di quella linea ad aver frequentato la casa dei Poggi è Andrea Sempio, l’amico del fratello di Chiara. Da qui nasce un intreccio che, ancora una volta, incendia il dibattito tra indizi, errori, rivalutazioni e un materiale genetico per anni ritenuto inutilizzabile.
Il DNA sotto le unghie e il giallo delle perizie: cosa sta succedendo davvero
La notizia è rimbalzata ovunque: il materiale genetico identificato sulle unghie di Chiara Poggi, considerato nel 2014 “esaurito e non comparabile”, oggi trova invece un riscontro diverso. Il perito dell’epoca, Francesco De Stefano, è accusato di non aver ripetuto gli esami come previsto, eseguendo invece due analisi non identiche. Un dettaglio che, se confermato, rappresenterebbe un errore metodologico enorme. E questo spiegherebbe perché la nuova perizia sia arrivata a conclusioni differenti.
L’ex pm Mario Venditti continua a ribadire che per lui il colpevole resta Stasi, “così come scritto nelle sentenze”. Ma la scienza – almeno quella dell’incidente probatorio in corso – sembra puntare altrove. La difesa di Sempio parla di “contatto indiretto”, di DNA arrivato tramite oggetti comuni. Ma gli investigatori non sono convinti: nessuna traccia dei conviventi, nessuna di Stasi. E per chi indaga, questo dato pesa. Pesa eccome.

La procura ora vede anche un movente: cosa potrebbe accadere nei prossimi mesi
Il dettaglio più clamoroso è forse questo: per i magistrati di Pavia un movente c’è. Non è stato reso pubblico nei dettagli, ma sarebbe stato ricostruito sulla base di una serie di elementi che – messi insieme – formerebbero un quadro coerente. Si parla dell’impronta 33, delle chiamate, della questione del ticket di Vigevano, delle analisi BPA sul sangue e della consulenza medico-legale. Una sequenza di indizi che, secondo la procura, indirizza verso un’unica direzione.
La primavera potrebbe essere il punto di svolta. I pm intendono chiedere il rinvio a giudizio a inizio anno, e quella richiesta potrebbe aprire la strada a qualcosa di ancora più grande: una possibile revisione della condanna di Alberto Stasi. Per alcuni resta un assassino spietato, per altri una vittima della più grande ingiustizia giudiziaria italiana. Ora, dopo anni di certezze granitiche e ferite mai rimarginate, il caso Garlasco torna a oscillare tra due verità che non riescono mai a coincidere. E l’Italia è di nuovo lì, sospesa in attesa della prossima rivelazione.
