Autostrade, svolta storica: rimborsi automatici ai guidatori | Pedaggi aboliti in moltissimi casi

Autostrade, svolta storica: rimborsi automatici ai guidatori | Pedaggi aboliti in moltissimi casi
Arriva una novità che rivoluziona i viaggi in autostrada: se resti bloccato, non paghi. Ma il meccanismo è più stretto di quanto sembri

Chiunque abbia affrontato un lungo viaggio in autostrada lo sa: basta un cantiere inatteso, un incidente o un temporale improvviso per trasformare un tragitto semplice in un’odissea. Ore ferme sotto il sole, code interminabili, ritardi che fanno saltare appuntamenti, arrivi e partenze. Una frustrazione che, a partire dal 2026, potrebbe finalmente avere un risarcimento concreto: il rimborso automatico del pedaggio.

L’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) ha infatti approvato una delibera destinata a cambiare per sempre il modo in cui si viaggia sulle autostrade italiane. Una norma che introduce un principio semplice ma rivoluzionario: paghi solo per il servizio che realmente ricevi. Se il tuo viaggio viene rallentato oltre una certa soglia, il pedaggio ti viene restituito in parte o in toto, a seconda dell’entità del ritardo. Una tutela che il ministero dei Trasporti definisce “una misura spartiacque” e che si applicherà sia alle nuove concessioni, sia a quelle già esistenti al primo aggiornamento utile.

Quando scatta il rimborso del pedaggio: cantieri, traffico e meteo

La novità entrerà in vigore in due fasi: entro il 1° giugno 2026 per ritardi dovuti a cantieri e traffico su tratte gestite dallo stesso concessionario, ed entro il 1° dicembre 2026 per quelle che coinvolgono più concessionari. Non tutte le situazioni daranno però diritto al rimborso. I cantieri emergenziali e i cantieri mobili, almeno inizialmente, saranno esclusi. Così come le tratte in cui è già presente uno sconto generalizzato del pedaggio.

La percentuale restituita dipende dalla causa del ritardo. Per i cantieri programmati, il meccanismo è calibrato sulla lunghezza del percorso: fino a 30 km si rimborsa sempre; tra 30 e 50 km il rimborso scatta se il ritardo supera i 10 minuti; oltre i 50 km servono almeno 15 minuti. Per il traffico extra-cantiere – quindi incidenti, condizioni meteo avverse o blocchi non previsti – il rimborso si calcola in percentuale: 50% tra 60 e 119 minuti, 75% tra 120 e 179, 100% oltre le tre ore.

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Come si ottiene il rimborso e cosa cambia per i concessionari

La restituzione del pedaggio avverrà tramite una app unica nazionale, ancora in fase di sviluppo, utilizzabile per tutte le concessionarie. Chi preferisce potrà comunque richiedere il rimborso attraverso i canali tradizionali: sportelli online, numeri dedicati o moduli ufficiali. Il rimborso scatterà anche in automatico, purché l’importo superi 10 centesimi, e verrà erogato quando il totale raggiungerà almeno 1 euro.

Un punto cruciale riguarda i costi: i concessionari non potranno semplicemente scaricare sui viaggiatori il peso economico dei rimborsi. Farlo sarà consentito solo in minima parte, e solo tra il 2026 e il 2027. Dal 2030, questa possibilità sarà completamente vietata. L’Art assicura che eventuali aumenti transitori saranno “quasi impercettibili”. La stessa Autorità vigilerà fino al 31 dicembre 2027, quando presenterà una relazione per valutare risultati e possibili aggiustamenti delle regole.

La promessa è chiara: viaggi più equi, e un sistema che per la prima volta riconosce che il tempo perso ha un valore. Dal 2026, chi resta bloccato in coda non pagherà il prezzo di un servizio che non ha ricevuto. Un cambiamento che molti automobilisti aspettavano da anni.