Garlasco, “Ecco perché l’ha uccisa”: gli inquirenti ricostruiscono il movente di Sempio | La verità che nessuno aveva mai osato dire
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Le nuove indagini sul delitto di Garlasco stanno riportando al centro un nome rimasto per anni sullo sfondo: quello di Andrea Sempio. A distanza di diciotto anni dall’omicidio di Chiara Poggi, la Procura di Pavia avrebbe delineato un possibile movente legato alla sua figura, un’ipotesi che sarà resa nota solo al termine degli accertamenti, in primavera. Secondo quanto anticipato da Rai2, gli inquirenti stanno valutando una ricostruzione alternativa capace di cambiare il quadro storico del caso, con Sempio iscritto nel registro degli indagati per omicidio volontario in concorso. Una svolta potenziale che rimetterebbe in discussione ciò che si riteneva ormai consolidato.
La riapertura del fascicolo non nasce dal nulla. Gli investigatori avevano già notato, all’epoca dei fatti, alcune telefonate fatte da Sempio alla casa dei Poggi tra il 7 e l’8 agosto 2007, quando Chiara era da sola. Un dettaglio rimasto per anni sullo sfondo, ora rivalutato alla luce delle nuove analisi, alimentando interrogativi sulle reali motivazioni di quei contatti e su eventuali tensioni tra i due.
Le ipotesi al vaglio: avance indesiderate, segreti e la cartella protetta nel PC di Chiara
Il possibile movente, che sarà svelato solo a chiusura indagini, potrebbe muoversi lungo più piste. Una di queste riguarda l’ipotesi di avance sgradite che Chiara avrebbe potuto subire da parte di Sempio, oppure la possibilità che la ragazza fosse venuta a conoscenza di un segreto all’interno della cerchia di amicizie, rendendosi “scomoda” per qualcuno. Interrogativi riportati da Ore 14, pur senza conferme, ma comunque considerati dagli investigatori.
Un’ulteriore pista conduce al computer di Chiara. Due mesi prima dell’omicidio, la giovane aveva creato una cartella ad alta protezione in cui aveva salvato alcuni video intimi realizzati con Alberto Stasi. Sempio e altri amici utilizzavano spesso quel computer per giocare, inducendo gli inquirenti a chiedersi se il ragazzo potesse aver visto quei contenuti e se ciò avesse generato un litigio. Anche in questo caso, non esistono riscontri certi, ma la tempistica della cartella è stata ritenuta significativa.

Il “segreto” sui social e la pista oscura del santuario: documenti, testimonianze e nuovi interrogativi
Gli investigatori stanno rivalutando anche un dettaglio definito singolare dagli analisti che per primi avevano studiato Sempio. Il 17 dicembre 2014, giorno della condanna definitiva di Stasi, sui profili social del giovane comparve un’immagine raffigurante due ragazzi in una scena intima, interpretati da alcuni come simili a Chiara e Alberto, accompagnata dalla frase tratta dal Piccolo Principe: “Non dimenticare il mio segreto”. Un elemento rimasto inosservato per anni, ma oggi considerato nel contesto della riapertura delle indagini.
L’ipotesi più inquietante è però quella legata al Santuario della Bozzola. Secondo quanto riferito da Ore 14, un cittadino rumeno condannato per ricatti sessuali a danni dell’ex rettore avrebbe parlato di un presunto giro di festini e riti esoterici che si sarebbero svolti nella struttura. L’uomo avrebbe raccontato che Chiara sarebbe venuta a conoscenza di questi fatti, divenendo potenzialmente scomoda. Una copia del manoscritto contenente questo racconto è stata ritrovata nell’abitazione di Sempio, anche se non esistono prove che frequentasse quel luogo. Materiale frammentario e tutto da verificare, ma ora parte integrante del quadro investigativo.
Mentre si attende la primavera per conoscere le conclusioni della Procura, il caso Garlasco continua ad arricchirsi di piste, documenti e domande rimaste sospese per quasi vent’anni. Una vicenda che, nonostante il tempo, non ha mai smesso di generare ombre, dubbi e nuove rivelazioni.
