Garlasco, esplode la bomba: “Dna Sempio ovunque” | la frase che fa crollare 18 anni di certezze
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Il caso di Garlasco torna a incendiare il dibattito pubblico. Nella puntata di Ignoto X andata in onda l’11 dicembre su La7, lo studio diventa teatro di uno scontro acceso tra il conduttore Pino Rinaldi e il generale dei carabinieri in congedo Gennaro Cassese, che nel 2007 guidava il comando di Vigevano incaricato delle indagini sull’omicidio di Chiara Poggi. La discussione si concentra sulla figura di Andrea Sempio, oggi tornato nel vortice investigativo dopo le recenti analisi genetiche, e sul ruolo che avrebbe potuto avere all’epoca del delitto.
In studio, Rinaldi ricostruisce uno degli elementi tornati prepotentemente nel dibattito: il computer di Chiara, che – come emerso negli anni – conteneva filmati intimi della ragazza e di Alberto Stasi. Il dispositivo veniva utilizzato regolarmente anche dal fratello di Chiara, Marco Poggi, e dagli amici del gruppo, tra cui lo stesso Sempio.
La difesa di Sempio aveva già sostenuto che il suo Dna potesse essere finito sulle unghie di Chiara tramite la tastiera del pc, ipotesi rilanciata da Rinaldi: “Quel computer è al centro di tutto. Se il suo Dna era sulle unghie, potrebbe essere passato dai tasti toccati da Sempio il giorno prima?”
Da qui la domanda diretta al generale Cassese: “Con quello che sta emergendo oggi, avrebbe seguito questa pista? Avrebbe messo da parte Stasi per approfondire Sempio?”
La risposta è netta: “Noi avremmo seguito tutte le piste, ma devo contestualizzare al 2007: non avevamo nulla che collocasse Sempio sulla scena del crimine.”
Cassese ricorda che l’allora misteriosa “impronta 33” – oggi ricollegata a Sempio dalle nuove perizie – ai tempi era priva di corrispondenze. “Nel 2007 era sconosciuta.”
Dna “dappertutto”? Il botta e risposta sull’assenza di tracce nel 2007
A quel punto Rinaldi incalza sul tema più delicato: “Se il Dna di Sempio oggi sembra ovunque, perché allora non se ne trovò traccia subito dopo il delitto, nonostante frequentasse la casa?”
Una domanda che il conduttore definisce “inevitabile”, data la nuova lettura degli elementi genetici. La controreplica di Cassese è immediata:
“Il Dna di Sempio nel 2007 era totalmente sconosciuto. State sovrapponendo le attività di oggi a quelle dell’epoca.”
Una posizione che evidenzia la distanza tra l’impianto investigativo originario – modellato sulle prove disponibili allora – e la riapertura della pista Sempio alla luce delle analisi più recenti.

Un caso che continua a dividere: domande aperte e indagini in evoluzione
L’intervento lascia nello studio una tensione evidente: da una parte la necessità di contestualizzare le scelte investigative del 2007, dall’altra le anomalie e i punti opachi che ancora oggi alimentano dubbi e teorie alternative.
La domanda sollevata da Rinaldi – “Cos’è successo in quei giorni?” – resta una delle più controverse: come è possibile che tracce genetiche oggi attribuite a Sempio emergano in modo così significativo, mentre all’epoca non erano state rilevate?
Nel frattempo, la nuova indagine avviata nel 2025 ha rimesso Sempio sotto la lente, dopo la perizia che ha individuato il suo Dna sotto le unghie di Chiara Poggi. Un dato che, pur non essendo ancora una prova definitiva, ha riacceso interrogativi che sembravano archiviati.
Il delitto di Garlasco, a 18 anni di distanza, continua così a creare fratture, polemiche e interpretazioni opposte. Anche perché ogni nuovo elemento sollevato riporta alla luce un caso che l’Italia non ha mai davvero smesso di interrogarsi.
