Europa sotto attacca, cresce la paura per la terza Guerra Mondiale | I dati sono allarmanti
Un sondaggio rivela che quasi metà degli italiani teme una guerra mondiale. Scopri le ragioni di questa paura diffusa e come gli eventi globali influenzano la percezione del futuro. Analisi e dati.
Un clima di incertezza globale

Incertezze globali: un mondo in bilico tra crisi e nuove sfide.
L’undicesima edizione dell’osservatorio Ispi-Ipsos Doxa, ha messo in luce un sentimento di crescente preoccupazione tra gli italiani riguardo al futuro del mondo. Il 2025 viene percepito negativamente da molti, segno di un malessere che va oltre le questioni attuali e si estende alle prospettive a medio termine. La paura di un conflitto globale imminente è palpabile.
Secondo il sondaggio, il 45% degli italiani considera probabile lo scoppio di una Terza guerra mondiale entro i prossimi tre anni. Sebbene questa percentuale sia leggermente inferiore rispetto all’anno precedente, rimane comunque alta e indica un’ansia diffusa. Questa percezione di instabilità globale riporta alla mente scenari simili a quelli vissuti prima della Prima Guerra Mondiale, un periodo di tensioni crescenti e incertezze sul futuro.
Gli italiani, quindi, si trovano a navigare in un mare di incertezze, dove le notizie di conflitti e tensioni internazionali alimentano un senso di precarietà e timore per il futuro. La fiducia nelle istituzioni internazionali e nella capacità dei leader mondiali di gestire le crisi sembra essere in calo, contribuendo ulteriormente a questo clima di apprensione.
Leadership internazionali e percezione delle minacce
Leadership globali a confronto: scenari e minacce internazionali.
Il sondaggio ha anche esaminato la percezione degli italiani riguardo alle figure chiave della politica internazionale. Donald Trump è considerato il leader più influente, seguito da Xi Jinping e Vladimir Putin. Tuttavia, a distanza di un anno dal suo potenziale ritorno alla Casa Bianca, la sua influenza è percepita negativamente: il 40% degli italiani ritiene che la situazione sia peggiorata sia per gli Stati Uniti che per il resto del mondo.
Questo giudizio si riflette anche nel rapporto con gli alleati storici. L’immagine degli Stati Uniti come punto di riferimento solido sta vacillando, con una diminuzione significativa della percentuale di persone che li considerano alleati. Parallelamente, cresce il numero di coloro che li percepiscono come avversari o che si dichiarano incerti. Questo indica una fiducia meno scontata e più fragile nella leadership americana, alimentata probabilmente dalle tensioni su questioni strategiche come la sicurezza collettiva e i rapporti economici.
La Russia, d’altra parte, continua a essere vista come la principale minaccia globale, sebbene con un leggero calo rispetto all’anno precedente. Gli Stati Uniti e Israele seguono a distanza, confermando la percezione di un panorama internazionale complesso e privo di certezze. La guerra in Ucraina ha sicuramente contribuito a rafforzare questa percezione di minaccia, alimentando i timori di un’escalation del conflitto e di un coinvolgimento diretto di altre potenze.
Ucraina, Europa e le speranze per il futuro
Ucraina, Europa: un futuro di speranza tra sfide e ricostruzione.
Guardando al futuro, la maggiore preoccupazione degli italiani è il rischio di una recessione in Europa, che supera persino le paure legate ai conflitti armati. Allo stesso tempo, l’evento più atteso per il 2026 è la pace in Ucraina, indicata da oltre un terzo degli intervistati. Seguono le speranze di una ripresa della crescita europea e di un miglioramento delle relazioni tra le grandi potenze. Questo desiderio di pace e stabilità economica riflette un bisogno profondo di sicurezza e di un ritorno alla normalità.
Sul conflitto ucraino, emergono divisioni significative. Molti ammettono di non avere un’opinione definita, segno di un tema percepito come complesso e distante. Tra chi si esprime, prevale l’idea di possibili concessioni territoriali alla Russia come strada per arrivare alla fine della guerra. Le posizioni favorevoli all’interruzione totale del sostegno militare a Kiev o all’appoggio incondizionato fino alla riconquista dei territori perduti rimangono minoritarie. Questo suggerisce una certa rassegnazione e una volontà di trovare una soluzione diplomatica al conflitto, anche a costo di compromessi.
In conclusione, l’osservatorio Ispi-Ipsos Doxa dipinge un quadro di un Paese che guarda al mondo con apprensione, sospeso tra timori di conflitti globali, incertezze economiche e una fiducia sempre più selettiva nei confronti degli attori internazionali. La paura di una guerra mondiale è un sentimento reale e diffuso, alimentato da un clima di instabilità e dalla percezione di una leadership globale incerta. Resta da vedere come questi timori influenzeranno le scelte politiche e sociali degli italiani nei prossimi anni.
