Cenone di capodanno, se mangi questi piatti avrai fortuna tutto l’anno | Altro che lenticchie: in Irpinia si fa così
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Con l’avvicinarsi della notte di San Silvestro, cresce l’attenzione verso tutto ciò che, secondo credenze popolari e tradizioni tramandate nel tempo, può favorire un nuovo anno all’insegna della fortuna. Il cenone di Capodanno non è soltanto un momento conviviale, ma un vero e proprio rito collettivo, in cui ogni pietanza assume un significato simbolico preciso.
Sulla tavola dell’ultimo dell’anno, nulla viene scelto per caso. Alcuni alimenti sono considerati di buon auspicio per la loro forma, altri per il colore o per il valore simbolico che hanno assunto nel tempo. Mangiarli allo scoccare della mezzanotte è, per molti, un gesto scaramantico irrinunciabile, capace di unire tradizione, speranza e convivialità.
Melagrana e uva: i simboli della prosperità
Tra i cibi portafortuna per eccellenza occupano un posto centrale le lenticchie, da sempre associate a ricchezza e abbondanza. La loro forma, che ricorda quella delle monete, le ha rese simbolo di prosperità economica. Oltre al valore simbolico, sono anche un alimento nutriente, ricco di ferro, carboidrati, fibre e sali minerali. Tradizionalmente vengono servite come contorno di zampone o cotechino, entrambi considerati a loro volta immancabili durante il cenone di Capodanno.
Altro alimento di buon auspicio è la melagrana, frutto dal colore rosso intenso e dal sapore dolce. Secondo la tradizione, i suoi chicchi rappresentano fertilità, abbondanza e fortuna. In alcune usanze popolari, la melagrana viene addirittura immersa in un calice di vino, gesto simbolico che dovrebbe rafforzare il potere propiziatorio del frutto e garantire un nuovo anno positivo.
Non può mancare poi l’uva. La credenza più diffusa vuole che, allo scoccare della mezzanotte, si debbano mangiare dodici acini, uno per ciascun mese dell’anno che sta per iniziare. Questo rito, molto radicato nella tradizione popolare, avrebbe lo scopo di assicurare prosperità e buona sorte lungo tutto l’arco dei dodici mesi successivi.

Frutta secca, pasta lunga e brindisi: i riti della notte di San Silvestro
Accanto ai piatti principali, trovano spazio anche alimenti più semplici ma fortemente simbolici. Le noci e le castagne sono considerate sinonimo di sicurezza e protezione contro la cattiva sorte. Consumate durante il cenone, rappresentano stabilità e resistenza, qualità auspicate per l’anno nuovo.
I fichi secchi, spesso serviti semplici o farciti con mandorle, non sono legati a una tradizione portafortuna antica e specifica. Tuttavia, nel tempo sono diventati una presenza quasi inevitabile sulle tavole di Capodanno, simbolo di dolcezza e abbondanza, elementi che ben si accordano con il clima di festa.
Tra i primi piatti, la tradizione suggerisce di privilegiare la pasta lunga. Gli spaghetti, ma anche bucatini o fettuccine, sono spesso associati alla longevità, probabilmente per la loro forma. In alcune culture questa credenza è particolarmente radicata. Al contrario, si evita la pasta corta, considerata meno favorevole dal punto di vista simbolico.
Allo scoccare della mezzanotte, il rito del brindisi è imprescindibile. Che si tratti di champagne, spumante o prosecco, le bollicine accompagnano il momento più atteso della serata e rappresentano festa, condivisione e buon auspicio per ciò che verrà.
Infine, tra le tradizioni più antiche figura quella del capitone, la femmina dell’anguilla, preparata alla brace, fritta o in umido. Questo piatto viene consumato con l’augurio di scacciare il male e allontanare le energie negative, propiziandosi così un nuovo anno sereno e favorevole.
Tra simboli, credenze e gesti scaramantici, il cenone di Capodanno resta uno dei momenti più carichi di significato dell’intero anno, in cui il cibo diventa linguaggio universale di speranza, prosperità e rinnovamento.
