Caso Garlasco, l’alibi di Stasi è sparito: l’annuncio in diretta blocca le trasmissioni

Il caso Garlasco si riapre: errori investigativi e un alibi ‘cancellato’ di Alberto Stasi riaccendono i dubbi. Scopri gli incredibili retroscena del delitto Poggi.

Caso Garlasco, l’alibi di Stasi è sparito: l’annuncio in diretta blocca le trasmissioni

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Il caso Garlasco si riapre: errori investigativi e un alibi ‘cancellato’ di Alberto Stasi riaccendono i dubbi. Scopri gli incredibili retroscena del delitto Poggi.

A distanza di anni dalla sentenza definitiva che ha condannato Alberto Stasi per l’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco torna prepotentemente al centro dell’attenzione mediatica e giudiziaria. Nuovi approfondimenti investigativi e una rilettura critica di elementi già esaminati riaccendono un dibattito mai davvero sopito, riportando alla luce dubbi persistenti, presunte incongruenze e passaggi rimasti inspiegati sin dalle prime concitate ore dopo il tragico delitto del 13 agosto 2007. La riapertura dell’inchiesta si concentra, tra l’altro, sulla posizione di Andrea Sempio, amico di Chiara, la cui testimonianza è tornata sotto la lente d’ingrandimento degli inquirenti. Questo “doppio binario”, che vede una verità giudiziaria cristallizzata affiancarsi alla ricerca di una verità storica più completa, alimenta l’interesse dell’opinione pubblica e solleva una domanda cruciale: le conclusioni processuali coincidono davvero con quanto accaduto in quella fatale mattina d’estate?

Errori fatali e le prime ore sulla scena

Errori fatali e le prime ore sulla scena

Errori fatali: l’importanza cruciale delle prime ore sulla scena.

 

La rinnovata attenzione sul caso Garlasco porta inevitabilmente a riconsiderare una serie di errori procedurali, verbali incompleti e scelte investigative che, all’epoca, furono definite controverse. La discussione non verte unicamente sulla colpevolezza di Stasi, ma si estende al metodo stesso adottato nelle fasi iniziali dell’indagine. Dai primi rilievi sulla scena del crimine alla gestione delle prove e delle testimonianze cruciali, diversi aspetti sono ora sotto esame. L’ex comandante dei carabinieri di Vigevano, Gennaro Cassese, ha recentemente ripercorso a Mattino Cinque quelle ore decisive, offrendo un quadro vivido e drammatico. Il suo racconto descrive l’impatto emotivo della scena: un ambiente domestico piccolo, macchiato da grandi quantità di sangue, con evidenti segni di trascinamento del corpo verso la cantina. Una scala stretta mostrava tracce di sangue sul pavimento e sui muri, e il corpo di Chiara, con il volto coperto, rivelava la brutale violenza subita. Cassese ha sottolineato come fin dai primi rilievi l’accanimento dell’aggressione fosse chiaro, poi confermato dal medico legale che rilevò uno sfondamento nella parte posteriore del capo, segno di più colpi.

L’alibi ‘cancellato’ e i dubbi irrisolti

L'alibi 'cancellato' e i dubbi irrisolti

L’alibi cancellato lascia irrisolti molti dubbi sul caso.

 

Tra gli elementi controversi riemergono la Situazione di Identificazione e Testimonianza (Sit) di Andrea Sempio e il noto scontrino del parcheggio di Vigevano. Cassese ha negato categoricamente che Sempio sia uscito dalla caserma durante l’interrogatorio, smentendo versioni circolate. Tuttavia, non ha escluso problemi nei verbali stessi: omissioni sugli orari e interruzioni non chiare. Questi aspetti sollevano oggi dubbi sull’affidabilità delle testimonianze chiave.

Un passaggio delicato riguarda il computer di Alberto Stasi. Durante una perquisizione del 14 agosto, il PC venne acceso e utilizzato dagli inquirenti senza una copia forense, per recuperare il file della tesi. Solo dopo fu riaperto per indagini. Un’operazione che, come ammesso da Cassese, ha compromesso le analisi tecniche. Alla domanda se avesse cancellato l’alibi informatico di Stasi, la risposta fu netta: “Sì, tecnicamente, dopo abbiamo scoperto”.

Nonostante gli errori riconosciuti, Cassese ribadisce la sua ferma convinzione: “Per me ci sono altri elementi che conducono Stasi su quella scena del crimine con delle responsabilità”. Il caso continua a dividere tra verità giudiziaria e storica. La riapertura dell’inchiesta e la rilettura degli atti mantengono alta l’attenzione, in attesa di capire se emergeranno elementi capaci di cambiare la complessa e tragica storia del delitto di Garlasco.