Fatture elettroniche, senza il salva-CUP rischi di pagare il doppio | Devi capire adesso come funziona

L’Agenzia Entrate introduce il ‘salva-CUP’ per correggere errori nelle fatture elettroniche. Scopri come funziona il nuovo servizio web per regolarizzare i documenti.

Fatture elettroniche, senza il salva-CUP rischi di pagare il doppio | Devi capire adesso come funziona
L’Agenzia Entrate introduce il ‘salva-CUP’ per correggere errori nelle fatture elettroniche. Scopri come funziona il nuovo servizio web per regolarizzare i documenti.Negli ultimi anni, la fatturazione elettronica è diventata uno strumento fondamentale nel dialogo tra imprese e fisco italiano. Tuttavia, l’espansione degli obblighi legati agli incentivi pubblici ha portato con sé nuove sfide operative, in particolare per quanto riguarda l’indicazione corretta del Codice Unico di Progetto (CUP). Questo elemento, sebbene possa sembrare un mero dettaglio formale, ha generato notevoli incertezze e criticità per numerose aziende e professionisti. Proprio per affrontare e risolvere queste problematiche emerse sul campo, l’Agenzia delle Entrate è intervenuta con un nuovo provvedimento che mira a semplificare gli adempimenti e a fornire una soluzione concreta.

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A partire dal 1° giugno 2023, è diventato obbligatorio per le fatture elettroniche relative all’acquisto di beni e servizi finanziati tramite incentivi alle attività produttive riportare il CUP. Questo codice deve corrispondere a quello indicato nell’atto di concessione o comunicato durante l’assegnazione del beneficio, un requisito introdotto per rafforzare la tracciabilità e la trasparenza della spesa pubblica.

Nella pratica, l’applicazione di questa normativa ha evidenziato diverse problematiche. Spesso il codice non è stato indicato affatto, oppure è stato riportato in modo errato o incoerente con le direttive. A complicare ulteriormente il quadro, la natura stessa della fattura elettronica impone che, una volta trasmessa al Sistema di Interscambio, non possa essere modificata direttamente. Il provvedimento dell’Agenzia delle Entrate del 10 dicembre 2025 interviene precisamente su questo aspetto critico, chiarendo le modalità per integrare il CUP dopo l’emissione della fattura. È fondamentale sottolineare che non si tratta dell’introduzione di nuovi oneri, bensì della definizione di una procedura che rende l’obbligo gestibile in modo operativo e trasparente.

Come funziona il nuovo servizio web per integrare il CUP

Come funziona il nuovo servizio web per integrare il CUP

Grafico esplicativo sul funzionamento del nuovo servizio web CUP.

 

La principale novità consiste nell’attivazione di un servizio web dedicato, accessibile direttamente dall’area riservata del portale “Fatture e Corrispettivi” dell’Agenzia delle Entrate. Attraverso questa piattaforma, è ora possibile integrare il CUP mancante o correggere quello indicato in maniera errata. L’aspetto cruciale è che questa operazione può essere effettuata senza alterare il documento originario e senza la necessità di emettere note di variazione o una nuova fattura, eliminando così complessi iter burocratici.

Il servizio è utilizzabile dal cessionario o committente della prestazione, ovvero il soggetto che ha ricevuto la fattura, o da un intermediario che sia stato appositamente delegato. L’integrazione del CUP avviene “a valle” dell’emissione della fattura, il che significa che l’intervento è successivo al processo di trasmissione originario. Questo approccio evita la creazione di duplicazioni documentali, risolvendo una delle principali carenze riscontrate nella fase iniziale di applicazione dell’obbligo. È importante precisare che la procedura è applicabile esclusivamente alle fatture elettroniche che riportano una data di operazione successiva al 31 maggio 2023, in coerenza con la decorrenza dell’obbligo normativo originario.